Pubblicato Venerdì, 31 Gennaio 2014
Scritto da Monica Angelici

PER NON DIMENTICARE. MAI.

L’I.T.C. “Adone Zoli” celebra la  “Giornata della memoria”con un filmato sulla liberazione di Auschwitz.

Anche quest’anno l’Istituto Tecnico “Adone Zoli” ha celebrato una delle date più significative della storia contemporanea, il 27 gennaio 1945, ricordando la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz.

In occasione della “Giornata della memoria” di tutte le vittime della Shoah, i ragazzi hanno assistito in Aula Magna alla proiezione di un filmato testimoniale pressoché unico, che ha rievocato l’arrivo dei soldati russi ad Auschwitz.

 

Questo terribile campo di sterminio incarna l’orrore senza fine perpetrato dai nazisti non solo contro gli Ebrei, ma anche contro omosessuali, zingari, malati di mente, disabili, oppositori politici, pertanto la sua liberazione ha assunto negli anni un forte valore simbolico. Con i Russi ormai alle calcagna, nel 1944  i Tedeschi avevano iniziato a sgomberarlo, tentando di cancellare le tracce dei crimini commessi con lo smantellamento delle camere a gas; era cominciato inoltre il trasferimento dei reclusi verso occidente, mentre i più deboli e i malati venivano uccisi o abbandonati nel campo, nella consapevolezza che sarebbero morti di lì a poco.

L’associazione “Deposito dei segni Onlus”, che collabora da anni con l’I.T.C. attraverso interessanti progetti di sensibilizzazione sui diritti civili, ha curato insieme all’ANPI-Pescara la proiezione del documentario storico “La liberazione di Auschwitz” (di Irmgard von zur Muhlen), che è stato girato da un cineoperatore al seguito delle truppe sovietiche. Esso testimonia senza filtri la liberazione del campo di Auschwitz, vero spartiacque nella storia contemporanea, ed è accompagnato dalle parole fedelmente tradotte di chi ha vissuto direttamente quei momenti. A colpire gli spettatori non sono state solo le immagini della struttura, filmata nelle sue varie parti con un’attenzione documentaristica, ma anche e soprattutto le testimonianze di ha vissuto in prima persona l’orrore nazista. Donne, uomini, perfino bambini sottoposti a torture senza fine hanno rievocato, anche solo attraverso i loro sguardi, l’inaudita violenza delle SS; terribili le immagini di autopsie effettuate sui neonati e le testimonianze di esperimenti disumani, raccolte da apposite commissioni di inchiesta e documentate da segni visibili sul corpo. L’obiettivo di tanta violenza? Annientare chi veniva considerato un elemento di contaminazione della razza ariana mediante una strategia accuratamente pianificata, attuando ciò che Primo Levi definisce “la demolizione di un uomo”.

La scelta di proiettare il filmato in versione integrale è stata forte, ma ha risposto ad un’esigenza ben precisa: testimoniare quanto accaduto durante la II guerra mondiale nel cuore dell’Europa che, investita dalla brutale follia nazista, era sprofondata nella sua notte più buia. Tutto questo per scongiurare che eventi del genere possano ripetersi, sebbene nel mondo vengano tuttora commesse numerose violazioni dei diritti umani, spesso a danno di intere popolazioni.

Ricordare e testimoniare quanto è accaduto non è solo un bisogno, ma rappresenta un vero obbligo morale. A nostro parere, pertanto, la “Giornata della memoria” non deve essere semplicemente ridotta ad un’occasione per commiserare il popolo ebraico e le sue sventure, ma deve costituire un’occasione di riflessione. Dobbiamo capire e far capire che la Shoah ha riguardato, e riguarda ancora, tutti noi, e costituisce una terribile frattura nella coscienza collettiva europea e mondiale. A tale proposito ci siano sempre di monito le parole di Primo Levi: “Meditate che questo è stato: / vi comando queste parole. / Scolpitele nel vostro cuore / […]Ripetele ai vostri figli.”

Prof.ssa Monica Angelici, I.T.C. “Adone Zoli”