Opinioni \Riflessioni
DUE DECISIONI STORICHE
Revoca si, solo revoca, revoca si, grida il M5s da due anni. Il governo chiede ad Atlantia (famiglia Benetton) di inviare un piano entro breve tempo. Il piano arriva, il presidente del consiglio Conte dichiara che “il piano è insoddisfacente” e il giorno dopo il titolo di Atlantia crolla in borsa.
Si arriva alla riunione del Consiglio dei Ministri del giorno 13 luglio dalle 11 di sera alla 5 del mattino seguente. La soluzione è il solito compromesso all’italiana che non scontenta nessuno ma accontenta tutti. Si vede che la notte porta consiglio.
La soluzione è complessa e articolata, frutto della mediazione, o forse scontro, all’interno del governo e con Atlantia. La soluzione é: i Benetton devono scendere al di sotto del 50% entro l’anno e nel corso degli anni devono arrivare al 10%.
Lo stato dovrà pagare il 51% ai Benetton e questo può far dire ai proprietari che non sono stati né revocati e né sconfitti, ma che ci hanno anche guadagnato parecchi soldini.
Il PD può dire di aver vinto, perché i Benetton sono sempre stati a loro fianco. Il PD può dire di aver sgonfiato una palla pericolosa a favore dei suoi sostenitori e di aver tolto brillantemente una mina vagante nel paese.
Recovery fund. Questa volta l’Europa ha battuto un colpo ed è un colpo che non batteva più da diversi anni. Conte dichiara “è una giornata storica per l’Europa e per l’Italia”. Non gli si può dar torto, ha ragione.
Ci sono state 4 giornate, dal 17 al 20 luglio, di riunione (la più lunga di tutta la storia dell’Europa Unita). A leggere i giornali sono state 4 giornate di litigi, parole grosse, pugni sul tavolo, insulti e ricatti. La situazione vedeva da una parte 4 paesi (che in Italia sono stati chiamati frugali) e dall’atra parte tutti gli altri paesi. Alla fine l’accordo è stato trovato su un semplice ed insignificante spostamento tra sussidi a fondo perduto e prestiti. Prima erano 500 e 250 miliardi adesso sono 390 e 360 tra sussidi e prestiti. L’Italia l’ha fatta da padrona 209 miliardi suddivisi tra 82 di sussidi e 127 di prestiti, si vede che gli altri paesi non avevano bisogno di tutte queste risorse.
Le condizioni, che mettono paura, ci dono o non ci sono? Sinceramente leggendo i giornali ci ho capito poco. Una cosa è certa: i soldi arriveranno nel 2021 a seguito di progetti valutati ed approvati prima e controllati dopo dall’Europa. Non si può scherzare.
Questa decisione potrebbe far riflettere gli euroscettici italiani? Penso proprio di si per una Europa che torna solidale.
Nicola Dell’Arena