Pubblicato Domenica, 28 Giugno 2020
Scritto da Nicola Dell'Arena

IL CALORE DEI RICORDI

LA  MIA SCUOLA: TRE PROFESSORI

ll professore Giuseppe Assogna è stato tanto tempo con noi e ci ha insegnato disegno tecnico e tecnologia meccanica.

Era tra i più anziani per anni di insegnamento. Assogna aveva il titolo di perito industriale e non si è mai laureato. In aula era bravo e divertente. Ci sono numerosi episodi che si possono raccontare ma ne riporto solamente due.

In quegli anni andava di moda (non solo come giovami e acerbi studenti) parlare della terra se fosse rotonda o meno. Sulla forma della terra il professore ci diceva sempre che era fatta a cuore di pera, poiché era schiacciata ai poli. Se fosse una battuta o ci credesse veramente non sono mai riuscito a capirlo. A casa, con mia sorella Lina, commentavamo sempre la frase e rimanevamo sempre della nostra idea che la terra fosse sferica.

Un giorno,suona la campanella per la ricreazione, e lui se ne esce con una “buona stozza” e tutti a ridere a crepapelle.

Terza avviamento. Nuova materia, nuova avventura. Si tratta di Fisica e precisamente della Meccanica dei solidi. Nuova avventura che porto per tutta la vita.

Il professore era un uomo sui 40 anni, non era di Atri e non ricordo il nome. Era bravo, gentile e buono, si è arrabbiato poche volte nel corso dell’anno.

Due aneddoti sulla fisica li posso raccontare. 

Compito in classe. Ad un certo punto ci areniamo tutti. Il professore capì la situazione, venne da me e mi suggerì la soluzione, dicendo anche di non dare a nessuno la soluzione  altrimenti mi avrebbe bocciato. La soluzione era che bisognava dividere per 60 visto che c’erano in ballo i gradi.

Immediatamente il problema fu risolto. A fianco c’era Pietro D’Andreamatteo al quale diedi la soluzione con l’avvertenza di non darla a nessuno. Cosa vana, Pietro passò la soluzione a Tulli  e Mazzocchitti che stavano dietro a noi. Alla correzione del compito presi un bel 4, su un compito perfetto e senza errori, mente gli altri 3 presero un bel 6.

Giugno 1960, esame finale di terza avviamento, mattinata con la prova scritta di Fisica. Alle 9,15 ero in piazza Duomo da mia madre, la quale appena mi vide mi apostrofò: “Non sei andato a fare l’esame?”. Con tutta calma, risposi: “Sono andato ed ho già finito”.

Scrutinio finale: dalla bocciatura annunciata dal professore ad un bel 9. Da far notare che a quel tempo il 9 era una rarità, un oggetto misterioso e strano.

Prima avviamento, musica. Una ora a settimana e solo il primo anno. La professoressa era la Balducci e abitava alla prima casa di via S. Agostino con il balcone che dava su piazza Duomo. Non ci sono stati eventi particolari da memorizzare per il poco tempo che sono stato insieme con la Balducci.

La musica e il cinema non sono mai stati il mio pezzo forte. Un anno delle elementari, Glauco Marconi organizzò delle ore di canto. Spinto da mia madre, anche perché il pomeriggio alla fine delle prove c’era la merenda, andai. Le prove si tenevano in uno sgabuzzino dalla parte posteriore della scuola. Al primo canto Glauco, con il dito alzato come ammonimento, disse: “Tu vai fuori”. Avevo stonato e mi cacciò e da allora il mio rapporto con il canto e la musica è stato sempre pessimo.

Adesso mi dà un enorme fastidio vedere personaggi che cantano una canzone strapagati e che ci fanno pure la morale di dubbio gusto.

Nicola Dell’Arena