Pubblicato Domenica, 28 Giugno 2020
Scritto da Santino Verna

IL CARDINAL FAGIOLO A VENTI ANNI DALLA MORTE

NEL 2000 OSPITE DI ATRI PER L FESTA DI SANTA RITA

La festa dei SS. Pietro e Paolo, alla fine dell’anno pastorale e di quello scolastico, è tradizionalmente legata alle ordinazioni sacerdotali. La Chiesa esulta di gioia per nuovi pastori. E’ la festa del Papa, e in ognuno risveglia ricordi della fanciullezza o della vita. Ricordi anche di importanti figure della Chiesa, come il Cardinal Vincenzo Fagiolo. 

Il suo motto episcopale era “Plenitudo legis dilectio” (Rm 13,10). Ogni Vescovo, al momento dell’elezione sceglie un motto in latino, preso dalla Sacra Scrittura o dai Padri della Chiesa, non di rado con il riferimento al nome e cognome dell’interessato. Spesso è riferito al programma pastorale. Nella frase paolina di Mons. Fagiolo, il riferimento è all’attività di giurista del presule. Insegnante di diritto canonico, fu Presidente del Pontificio Consiglio per l’Interpretazione dei Testi Legislativi e della Commissione Disciplinare della Curia Romana.

Il Cardinal Fagiolo era nato a Segni, nel 1918. Compaesano dei porporati Pericle e Angelo Felici, di Segni era originario, anche se nato a Roma, Giulio Andreotti. Non di rado il porporato di Segni veniva considerato ciociaro, forse per l’influenza elettorale di Andreotti in quell’area laziale.

Formatosi al Seminario Romano Maggiore, Mons. Fagiolo fu ordinato sacerdote nel 1943, e incardinato nella diocesi di Roma. Svolse l’azione pastorale nella Parrocchia dei SS. Fabiano e Venanzo, la chiesa dei camerinesi nella capitale. Fu impegnato durante la guerra per la liberazione degli ebrei, in particolare di Micheal Tagliacozzo.

Docente all’Università Statale, nel 1971 San Paolo VI lo elesse Arcivescovo di Chieti e Amministratore Perpetuo di Vasto. Doveva accogliere il pastorale di Mons. Loris Capovilla, trasferito a Loreto, dopo quattro anni di fecondo ministero a Chieti. Il prelato laziale si conquistò l’affetto della vasta diocesi abruzzese, anche perché sapeva valorizzare la religiosità popolare.

Presidente della Conferenza dei Vescovi abruzzesi, nel 1973 ottenne dall’abbazia di Montecassino alcune parrocchie per l’arcidiocesi di Chieti. Vice- Presidente della CEI, presieduta dal Card. Alberto Anastasio Ballestrero, fu anche Presidente della Charitas italiana, mentre si spegneva l’incubo del terrorismo e incombevano tanti problemi, come il terremoto dell’Irpinia.

Valorizzò i mezzi di comunicazione sociale, e fu presente alla rubrica religiosa del TG3 Abruzzo con altri Vescovi della regione. In nazionale, fu presente in radio, nell’appuntamento mattutino dove hanno parlato anche Don Mario Picchi, Padre Gian Carlo Rosati e Don Camillo Pezzoli. Durante la presidenza della Charitas celebrava la S. Messa, trasmessa dalla TV di Stato, da una chiesa italiana scelta per l’occasione, e tra queste, per la Quaresima ’82, la Cattedrale di Chieti, con la regia di Don Carlo Baima, scomparso prematuramente in quell’anno, e poi di Don Franco Costa.

Nel 1982 ottenne da S. Giovanni Paolo II la restituzione della diocesi di Vasto, circoscrizione nata per elevare la Chiesa di Chieti, con la trasformazione in Cattedrale, della Chiesa di S. Agostino. Coronamento dell’episcopato in Abruzzo, la visita del Papa polacco a S. Salvo, per la festa di S. Giuseppe, con i lavoratori, nel 1983. E’ stata la seconda visita della storia di un Papa regnante alla Chiesa teatino-vastese, dopo quella di Alessandro III, nel 1177 a Vasto.

San Giovanni Paolo II poco dopo, chiamò Mons. Fagiolo a Roma, per ricoprire il ruolo di Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Gli subentrò, proveniente da Trivento, Mons. Antonio Valentini. Dopo tanto tempo tornava un abruzzese nella diocesi di Chieti, per giunto nato proprio nel territorio della Parrocchia di S. Antonio Abate.

Nel 1994, l’Arcivescovo Fagiolo veniva nominato Cardinale diacono di S. Teodoro. Per Chieti-Vasto fu un momento di grande gioia. Diversi si aspettavano questa promozione. L’Abruzzo, senza tradizionali sedi cardinalizie, a differenza di altre regioni italiane, aveva il suo porporato. E in questa veste, il Card. Fagiolo veniva invitato da diverse parrocchie, non solo della diocesi di Chieti-Vasto, ma di tutta la Conferenza comprendente le regioni civili di Abruzzo e Molise.

Il Venerdì Santo del 1995, tornò a Chieti, per la processione del Cristo morto. Nell’autunno seguente, presiedette a Pescara le celebrazioni per i 150 anni della nascita della Beata Eugenia Ravasco, fondatrice della congregazione, presente nella città adriatica, dal 1921. L’istituto di Pescara è secondo soltanto a Genova, sotto il profilo dimensionale. In quella visita si parlò di pluralismo e di scuola cattolica, mentre quest’ultima viveva ancora una stagione felice.

Nel 2000, quattro mesi prima della nascita al Cielo, fu la volta di Atri.  L’occasione fu la festa di S. Rita, dove non era mai venuto un porporato. Sempre il Vescovo diocesano o un altro successore degli Apostoli, e talvolta neanche il Vescovo. Il centenario della canonizzazione di S. Rita, doveva essere una festa speciale per Atri, dove la festa della “Santa degli impossibili” ha sempre coinvolto pellegrini, provenienti pure da altre regioni. Attratti anche dal variopinto programma ricreativo, con il comitato presieduto dal Cav. Antonio Concetti.

La S. Messa del Card. Fagiolo fu celebrata in Largo S. Spirito, e subito dopo, la processione per le vie principali di tutto il centro storico. Il porporato già aveva i segni della malattia e quando furono celebrate le esequie in S. Giustino, era presente una piccola ma significativa rappresentanza di Atri.

SANTINO VERNA