Pubblicato Sabato, 20 Giugno 2020
Scritto da Alberto Sporys

L'ARTE DI IMMORTALARE IL TEMPO

Augusto, Vincenzo e Mario Carnicelli Fotografi nella storia di Atri 

Augusto Carnicelli (1899-1971), nato in Atri nel 1899 fotografo Atriano aveva il suo studio in c.so E. Adriano in Atri, con vetrina e stabilimento fotografico, anche su piazza del Commercio. Oltre a curare la fotografia e tutto quello a lei annessa, nel suo negozio vendeva grammofoni, fonografi e dischi, come trovato su un annuario del 1928-1929.

Il padre Francesco maestro ebanista era un socialista e dirigeva in Atri un giornale “La Voce socialista”. Augusto con un genitore cosi, seguì le orme del padre, aderendo alle sue idee.

Aveva però cambiato mestiere, perché a Milano, dov’era finito durante la Prima Guerra Mondiale, come uno degli ultimi ragazzi del’99, era entrato in un atelier di un fotografo e una volta tornato in Atri aveva aperto il suo Studio Fotografico.  Si era iscritto al PCI ed aveva partecipato alla Resistenza.

Bravissimo fotografo dei suoi scatti è rimasto pochissimo in Atri, perché poco prima della fine della IIª Guerra Mondiale, per motivi politici lasciò Atri, distrusse tutto il suo archivio fotografico, circa cinquant’anni di storia atriana, tutte foto impressionate su lastra di vetro e si trasferisce con una parte della sua attrezzatura, prima a Pisa dal fratello Bibì e poi definitivamente a Pistoia aprendo lo studio fotografico.

 Fece seguito l’arrivo dei due figli maggiori Vincenzo e Francesco, nel 1949 la moglie Antonietta  Restaneo e il piccolo Mario.

 Antonietta anch’essa comunista, in assenza del marito Augusto, per sopravvivere, divenne un’ottima fotografa ad Atri.

Fu una carissima amica di mia madre Santina, dopo tanti anni rimasta lontana da Atri, quando arrivai a Pistoia e andai a farle visita, la prima cosa che mi chiese fu di mia madre.

I figli Vincenzo e Mario seguirono la strada del padre, mentre Francesco diventa rappresentante di libri dell'UTET.

Francesco lo ricordano gli amici di vecchia data in Atri, come un bravissimo giocatore di biliardo al Circolo dell’Unione, unico locale in Atri ad avere il biliardo.

Vincenzo e Mario lavorarono con il padre per diversi anni, poi le strade si divisero, Vincenzo aprì sempre a Pistoia uno studio fotografico con reparto ottico, avendo frequentato la migliore scuola italiana di ottica a Fiesole e un capannone per fotografia industriale dove per anni ha fotografato mobili delle migliori marche che si costruivano a Quarrata, centro d’eccellenza in Toscana, del mobile e moda. Fine anni settanta per motivi di convenienza spostò il suo studio industriale definitivamente a Quarrata.

Negli anni sessanta, Vincenzo venne in Atri diverse volte con le sue attrezzature per fotografare in ambiente esterno atriano: Chiostro della Cattedrale, Villa Comunale e Porta s. Domenico le cucine componibili della ditta IEZZI.

Mario Carnicelli nato in Atri nel 1937 vive e lavora a Pistoia. Ha esercitato la sua attività in Galleria Nazionale come fotografo e negli anni sessanta con il boom della fotografia amatoriale ampliò il suo studio con vendita di materiale fotografico, anche d'importazione propria. Nel suo studio collaboravano al banco il padre Augusto e la moglie signora Nicla, in camera oscura la signora Novella e il sottoscritto nel periodo che sono stato suo allievo 1968-1970.                      

Nel 1966 Mario Carnicelli vinse il concorso fotografico Premio Nazionale per Fotografi Professionisti Ferrania, con una borsa di studio che gli permise di fotografare gli Stati Uniti tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta, visitando città come Detroit, San Francisco, Buffalo, New York e Chicago. Pubblica “L’America degli anni Sessanta” fotografata da Mario Carnicelli.

Negli anni settanta assorbe a Firenze in P.za Duomo lo studio fotografico del famoso ritrattista Lumachi, ritiratosi dopo la morte del figlio. Mario fa di quel locale un punto vendita di materiale fotografico con prezzi scontati e da molte parti d’Italia vanno a Firenze per acquistare apparecchi e materiale fotografico. Dopo pochi anni, essendo diventato troppo piccolo il locale, trasferisce il negozio di pochi metri in un grandissimo locale ad angolo tra P.za Duomo e via dei Martelli.

Ha lavorato come fotogiornalista freelance e inviato speciale con varie riviste e quotidiani tra i quali Popular Photography, Espresso, Panorama, Corriere della Sera, Il Giorno.

Ha esposto in varie mostre personali e collettive in Europa e Stati Uniti.

Nel 2014 a Pistoia a Palazzo Fabroni fu presentata una sua pubblicazione con foto “C’ERA TOGLIATTI” curato da Baerbel Reinhard e Marco Signorini.

Tornato negli anni parecchie volte in Atri, ha scattato in analogico con la sua CONTAX, migliaia di foto a personaggi noti e meno conosciuti del territorio atriano, immagini utili per una sua prossima pubblicazione.

Soggiornava nelle sue fughe estive con la moglie e la figlia a Pineto presso l’Hotel GARDEN, fino alla sua chiusura definitiva.

In una lunga intervista di Laura Leonelli pubblicata su “Domenica da Collezione” inserto de “Il Sole 24ORE” 3 novembre 2013, Mario Carnicelli ripercorre la storia della sua famiglia e decreta il suo successo con le prime foto in esclusiva del funerale di Palmiro Togliatti 25 agosto 1964.

Un’altra bellissima intervista di Enrico Miniati dell'11 dicembre 2019 lascia trasparire tutto quello che è stato ed è MARIO CARNICELLI: “l’ARTE DI IMMORTALARE IL TEMPO”.

Colgo l’occasione nel mio piccolo, dedicare come suo allievo qualche mia immagine di quando ero a Pistoia in Galleria Nazionale, alcune foto scattate durante i suoi fugaci ritorni in Atri e alcune scattate dal padre Augusto.

Se qualche notizia mi è sfuggita, mi scuso con Mario e con i lettori, ma gli anni ne sono passati tanti, e di acqua sotto Ponte Vecchio, ne è passata tantissima.

Un ringraziamento particolare va agli amici che mi hanno accompagnato in quest' avventura con le loro foto di famiglia e di archivio Massimo Spezialetti, Chiarina Martella, Ciccarelli Filippo, Massimo e Teresa Rapacchia e altri di cui non ricordo i nomi.

Grazie AUGUSTO, grazie VINCENO, Grazie MARIO.

LA FIABA CONTINUA.

Alberto Sporys