Pubblicato Venerdì, 12 Giugno 2020
Scritto da Mario Marchese

LETTERA APERTA ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’ DELLA
REGIONE ABRUZZO dr Nicoletta VERI’

QUALE FUTURO PER L'OSPEDALE DI ATRI? 

Le invio, ormai stanco delle mie battaglie per l’Ospedale di Atri, dal 1966, allorquando ne varcai la sede, con l’incarico di TSRM, e poi con responsabilità sindacali nella Commissione Interna, Consiglio dei delegati, e Segretario della CGIL-FP, nonché come Consigliere Comunale nel PCI, poi in Rifondazione e poi nei Comunisti Italiani per 35 anni, con un breve incarico di Sindaco (1997-2001) nel quale poi ricoprii la carica di Componente i Comitato Ristretto dei Sindaci dell’ASL di Teramo, direi, che molta acqua è passata sotto i ponti, troppe cose ho visto  e sentito, prima nel crescere, con l’allora AUTONOMIA Ospedaliera del Presidio Ospedaliero, poi seguita dalla nascita delle UU.LL.SS, e poi, disgraziatamente vedere reprimere, competenze ruoli così faticosamente e meritatamente acquisite da questo Presidio Ospedaliero, anche grazie alle professionalità ivi presenti, ma ed anche al sacrificio di operatori Sanitari e Tecnici, che vollero, d’accordo con le OOSS, che questo Ospedale divenisse un punto di riferimento per la Regione tutta, ma anche fuori Regione, e questo glielo posso proprio garantire in prima persona, fatti ed avvenimenti e riconoscimenti.

Purtroppo, la politica delle Regioni, dei suoi precedenti colleghi Assessori e Presidenti, oltre che maggioranze, hanno fatto “carne da macello degli Ospedali”, soprattutto di quelli che funzionavano al meglio, come è stato, e rimane ancora, nonostante tutto, il S. Liberatore di Atri.

Lei, oltre la sua conoscenza diretta, da cittadina Abruzzese, ha avuto modo di conoscere queste valenze, così come oggi, da Assessore alla Sanità ha avuto modo di comprendere, capire, toccare con mano la validità e la voglia istituzionale espressa dal Presidio Ospedaliero di Atri, che non è un Ospedale solo del territorio, di un’AREA VASTA di interesse di 18 Comuni, della Vallata Fino e della Vallata Vomano, nonché dei Comuni da Roseto a Montesilvano, per Città S. Angelo, Elice, quasi 150 mila ab, e d’Estate oltre un milione. Ed inoltre, punto anche di riferimento, se non di sfogo di prestazioni, per l’ASL di Pescara, per l’ASL di Chieti, ovvero dei due Ospedali Regionali, sicuramente estremamente intasati per l’utenza che hanno da assistere, e per le competenze che hanno, ed è per questo, a seguito anche di quanto espresso in questo periodo, di essersi prestato ad OSPEDALE tutto COVID19, ne ha attualmente compromesso la sua attività nel territorio, e si sta riprendendo direi, poco alla volta, Covid permettendo. Ed è per questo che, a seguito di queste scelte, quando tutti scappavano dall’organizzarsi in merito alle emergenze, Atri c’è stata, il S. Liberatore ha detto:  “SONO PRESENTE !!! “.

Ed ora? Assessore, che si fa? Abbiamo capito che “bisogna difendere l’Ospedale sotto casa?” Frase malsana di espressione di Presidenti ed Assessori, delle Giunte passate, da Del Turco a Chiodi, a D’Alfonso, che ripeto, hanno fatto “carne di porco” proprio di quei Ospedali che funzionavano, che erano d’esempio per il territorio, omogeneizzando a “ribasso”, la capacità e la valenza degli Ospedali, Atri per prima nell’ASL teramana, ed anche oltre.

Ed è per questo, che avendo ascoltato (nelle sue dirette televisive, cronache dei suoi collaboratori, sempre da Atri) per non dire anche: “impegni ed espressioni di solidarietà e di riconoscimenti verso Atri, ed il suo apparato professionale, e la sua serietà”, è che torno a chiedere alla SV:

QUALE FUTURO PER L’OSPEDALE DI ATRI?

Ecco, più volte mi sono permesso di sollecitare competenze, e richieste alla SS.VV , Presidente della Giunta, Consiglieri Regionali tutti, per questo Ospedale, per ridarle  ulteriore lustro, e competenze, che la legge non condanna, non esclude nelle competenze delle ULSS di dare, senza togliere gran che a quello di preminenza, cioè l’Ospedale di Teramo, che per alcune questioni potrebbe ancora continuare a fare quello che faceva prima, ma per altre, potrebbe essere anche delegate ad altri Presidi, capacità, volontà, non sicuramente attaccati all’Ospedale DEA di 2° Livello. Insomma, ho sostenuto sempre, che non è necessario che tutto deve stare a Teramo per forza, creando in loco difficoltà di gestione e di competenze e di logistica per gli utenti. E mi spiego:

 “Oltre alle UU.OO Complesse che Atri ha, oltre alle UU.OO Dipartimentali che Atri attualmente è riuscito a riavere; oltre alle UU.OO Semplici che attualmente esprime, perché NON riattivare qualcosa di diverso, che già aveva Atri? “

E mi spiego ancora:

°Perchè non riattivare una UU.OO Dipartimentale di Ostetricia e Ginecologia con un Punto Nascite? Aiutando così le attività dei Punti Nascita di Chieti e Pescara che letteralmente scoppiano, mettendo in crisi proprio la sicurezza della mamma e del bambino, proprio quelle cose che alcuni volevano garantire accentrando a Teramo, a Chieti e Pescara? Così, tanto per parlare del territorio? Anche vedendo, verificando, che il 95% dei parti di questo territorio,  invece  che andare a Teramo, o S. Omero, vanno a Pescara e Chieti, compromettendone, come dicevo, sicurezza e certezze. E quindi, il Punto Nascite di Atri rimetterebbe equilibrio, ed al centro, la sicurezza territoriale  per la mamma e per il bambino, stante anche che nessun Ospedale ha lo Sten e lo Stam 24, su 24 ore. E questo darebbe rispetto alla Legge Fazio del 2010, da sempre  sostenuta da questo COMITATO (anche perché in Atri, allora, i parametri  di “sicurezza come Punto Nascite”, erano al di sotto della media nazionale e soprattutto di quella regionale, sia in Parti Cesarei che di nati morti. Quindi...fu un vero e proprio delitto quello di chiuderlo.

°Perchè non attivare una struttura Polispecialistica Chirurgica che racchiuda le UU.OO Dipartimentale di Oculistica, e conseguenziasse la presenza della Otorino, della Maxillo Facciale (con specialità di chirurgia facciale estetica, come la rinoplastica? Far muovere con convenzioni i medici, mettendo loro a disposizione Sale Operatorie e personale di assistenza e fare mobilità attiva invece che quella passiva?

Struttura questa, posta sempre sullo stesso piano di riferimento ed assistito dallo stesso personale?

Perchè non riattivare l’UTIC, togliendolo a Giulianova e ricreare in Atri un punto di riferimento  per “l’emergenza cardiologica territoriale” in collaborazione con quello di Pescara, Chieti e Teramo? Togliendo l’Utic di Giulianova, che si trova ad appena 3 minuti, dall’Ospedale di Teramo, con un’altra Utic, l’Emodinamica e la Cardiochirurgia? A  chi e cosa serve  quello di Giulianova, se non per scelte, scellerate della politica?

°Perchè non riattivare la Medicina Nucleare in Atri, giacché è con il Rya, l’unica sede idonea delle due (Teramo l’altra) allora esistente, quella di Atri, poi chiusa, per non acquisire una nuova Gamma Camera (di poco costo)?

Perchè non attrezzare adeguatamente la UU.OO Dipartimentale di Oculistica, con pl  ed attrezzature  per  la  miopia del cristallino in collaborazione con  l’Ospedale ed ASL di Chieti? Più volte, l’Ospedale di Atri (allora ULSS) ha lavorato in collaborazione, come oggi, con quello di Chieti, vedi Allergologia, vedi Anatomia Patologica, vedi oncologia etc.

°Perchè non attrezzare adeguatamente e dare dei pl dedicati, anche se posti in altri distretti, le attività della UU.OO Dipartimentale di UROLOGIA? Sviluppandone  in attrezzature e compiti?

°Perchè non viene acquistato per Atri una RNM, da 4,5 Tesla, anche aperta, per le attività di rito, dato che  dei 4 Ospedali dell’ASL di Teramo, l’unico a non averlo è proprio Atri, promesso si da 20 anni a questa parte, ma mai acquistato, forse si vuole, o continuare a volere,  favorire, i  privati è del territorio dell’ASL, che di quella di Pescara? Altro che lotta alla “Mobilità passiva”. Egregio Assessore, altro è l’interesse politico pubblico nella gestione della sanità, e che lei potrebbe, se solo volesse, INVERTIRE la rotta sin qui intrapresa, dico che le varie COMUNITA’ gliene sarebbe orgogliosamente grata, gliene darebbe credito. Lo farà??

°Perchè non si assumono operatori sanitari, Medici, Tecnici, per l’Ospedale di Atri, oltre che Anestesisti, Pneumologi, Cardiologi, Internisti, Infermieri e Tecnici di Radiologia e di  Laboratorio, oltre che Terapisti della Riabilitazione, per l’attività Covid dedicata, anche nella parte dell’Ospedale, ala Nord?

Ecco, Egregio Assessore , cosa ATRI si aspetta da un suo intervento, decisionale e politico, cosa alcuni immediatamente possibili, anche con ordini di servizio, DETERMINE del Direttore Generale dell’ASL di Teramo, ed altri meno, da inserire in un Piano di riordino delle competenze dei Presidi Ospedalieri Regionali (Ospedale di 1° Livello ?), o delegato e  determinato, alle specifiche  responsabilità dei Direttori Generali, cioè, in poche parole:

“ LEI DIRETTORE GENERALE, BISOGNA CHE ……………PER IL S. LIBERATORE DI ATRI? ”

Lo hanno fatto, deciso, per togliere UUOO Complesse, dipartimentali o semplici, o degradando  alcune competenze nel presidio, sicuramente lo possono fare per rimetterle di nuovo le medesime, non Le pare Assessore?

Basta vedere, ad esempio.  il Punto Nascite di Sulmona, nonostante un “Decreto” di soppressione di un Commissario ad Acta Presidente della Regione Abruzzo, è ancora li.. da 6 anni.

Questo, a dimostrare che tutto può essere attivato, tutto può essere fatto, in particolare quanto questo giova al territorio, e non tocca  interessi alcuni, come il Punto Nascite e la Ostetricia e Ginecologia collegata (che comunque sono branche chirurgiche), o le varie specialistiche, oppure una RNM , oppure una Utic, una Medicina Nucleare, oppure attrezzature e competenze in Oculistica, e nelle varie Unità Operative. Basta solo politicamente volerlo. Non le pare Assessore?

Ecco, egregio Assessore, tutto è possibile fare, basta volerlo, basta solo volerlo, deciderlo, prima che gli avvenimenti possano riprendere  il “senso negativo nella gestione della sanità abruzzese”. 

Faccia un atto di coraggio, e non Atri solamente, ma tutto  il territorio dei Comuni  dell’AREA VASTA (come ha già avuto modo di verificare con il Covid19), ne trarrebbe beneficio, ad ogni livello, e senza dare, ripeto, tanti fastidi ad altri, anzi, tutt’altro, mi creda, è proprio così, basta chiederlo anche ai vari e diversi SINDACI e  Direttori Generali di Chieti, Pescara e Teramo, oppure alla stessa Direttrice Sanitaria ASL di Teramo, dr Maria Mattucci.

Quindi ricapitolando:

-Rideterminazione del Punto Nascite con Ostetricia e Ginecologia;

-Rideterminazione dell’UTIC;

-Rideterminazione della Medicina Nucleare;

-Rideterminazione competenze e pl di UO Dipartimentali  per la Oculistica ed Urologia;

-Rideterminazione ruolo della Gatroenterologia da un punto di vista Dipartimentale;

-Determinazione di una struttura Polispecialistica Chirurgica che vada a comprendere: Oculistica, Otorino, Maxillo Facciale;

-Acquisto di una RNM per la Radiologia.

Cordiali saluti,

Mario Marchese, Comitato Difesa Ospedale Atri dal 2006