Pubblicato Giovedì, 09 Gennaio 2014
Scritto da Santino Verna

CHIESE E DEVOZIONI POPOLARI AD ATRI

S. GABRIELE, UNA CHIESA, IL SANTO E IL SUO POPOLO

Nel rione S. Antonio, sorge la chiesa parrocchiale di S. Gabriele dell’Addolorata, la cui costruzione ebbe inizio nel 1953, quando cominciava l’espansione di quella che sarebbe diventata la periferia Sud di Atri. Allora c’erano poche case e la chiesa sembrava troppo grande. Fu eretta sui terreni della famiglia Cichetti, la cui casa avita è nei pressi del monastero di S. Chiara. A destra doveva sorgere il campanile, mai realizzato e sostituito dai dischi che diffondono, con il suono registrato dei sacri bronzi, melodie secondo i tempi liturgici o i momenti della vita.

Voluta dal Servo di Dio Mons. Amilcare Battistelli (in relig. Stanislao dello Spirito Santo), la chiesa fu intitolata al patrono d’Abruzzo, confratello del secondo Vescovo di Teramo e Atri in ordine di tempo. Un atriano diceva che la chiesa doveva avere il titolo di S. Antonio, come il diruto sacro tempio che denominò il rione, ma tutti furono felici di S. Gabriele.

Progettata dall’ing. Fernando Colleluori, l’edificio riecheggia la cappella dell’urna di S. Gabriele nell’omonimo Santuario alle falde del Gigante che dorme. Un tempo aveva il timpano curvilineo, dal1989 hala facciata a coronamento orizzontale, tipica del romanico abruzzese come la Basilica di S. Maria in Collemaggio a L’Aquila e la Concattedrale di Atri, per fare gli esempi più famosi, ma anche del neoromanico come la Cattedrale di S. Cetteo e la Chiesa dello Spirito Santo a Pescara. E, un esempio più vicino a noi, la chiesa dell’Immacolata a Borgo S. Maria, nel comune di Pineto, visibile dall’autostrada, inaugurata nel 1982 prima di diventare parrocchia. La cupola di S. Gabriele è l’elemento che ricorda in un batter d’occhio il Santuario del Gran Sasso, dove gli atriani vanno sempre con gioia, alcuni anche a piedi, nelle principali feste dell’anno, per la benedizione dell’automobile, per il sacramento della Riconciliazione e a 100 giorni dall’esame di maturità, consuetudine poi adottata da altri Santuari. Il 12 agosto 2013 il Santuario di S. Gabriele, grazie soprattutto ad Ettore Cicconi, è stato coinvolto nell’iter della fiaccola della Perdonanza, accesa sul sagrato di Collemaggio. Il giorno seguente è stata accolta ad Atri, prima nella chiesa delle clarisse e poi in Cattedrale, dove si è compiuto il rito della rimozione dell’ostacolo.

L’interno, con il deambulatorio anulare, è illuminato dalle vetrate di scuola atriana con i Santi della città e della diocesi e della congregazione passionista: S. Paolo della Croce, S. Gabriele dell’Addolorata (purtroppo non c’è più), S. Gemma Galgani e S. Maria Goretti, ovviamente non appartenente alla famiglia passionista, ma ad essa legata per via del Santuario affidato ai “frati di S. Gabriele”. La canonizzazione della ragazza della palude fu molto sentita ad Atri, con un sontuoso addobbo in Cattedrale. Successivamente sono stati organizzati diversi pellegrinaggi a Nettuno e vibrante organizzatore era il Cav. Salvatore Manco, morto nel 2002, primo centenario della morte della Santa bambina.

Il fonte battesimale attuale fu donato dal Prof. Enzo Fanini, Primario della Divisione di Chirurgia dell’ospedale di Atri e fondatore del nuovo nosocomio atriano, parrocchiano di S. Gabriele, poco prima di trasferirsi a Francavilla al mare. Quello precedente, esile e convenzionale, si trovava all’ingresso della chiesa. Il simulacro di S. Gabriele fu donato dai coniugi Fernando Mattucci e Olga Claudiani. La bussola in ferro battuto è opera di artigiani di Guardiagrele.

L’area presbiterale fu riorganizzata da P. Angelo Fiori, minore conventuale della provincia dei SS. Bernardino e Angelo (Abruzzo), già Ministro Provinciale e consulente artistico e architettonico di molti parroci. Il frate di origine laziale ha preso spunto dalle croci della Tomba di S. Francesco e dagli sgabelli della chiesa di S. Antonio a Pescara. Nel 2005 vi è stato messo il nuovo confessionale afonico, una via di mezzo tra quello tradizionale e quello delle penitenzierie dei Santuari, come a Lourdes, Padova, S. Gabriele etc. La soluzione è simile ai confessionali di Assisi (S. Francesco e S. Maria degli Angeli).

Nel 1972, con l’aumento della popolazione, soprattutto per via dell’ospedale provinciale e dell’indotto, divenne Vicaria Curata per volere di Padre Abele. In precedenza era officiata da Mons. Giuseppe Di Filippo, Rettore di S. Giovanni e Vicario- Generale di Atri. Promossa Parrocchia ne divenne primo Parroco Don Paolo Pallini che l’ha fatta nascere e maturare con sapienza e amore.

Il piviere comprende Viale Risorgimento, Viale Aldo Moro, parte di Via S. Ilario e le contrade rurali che fanno riferimento alla chiesa della Cona (Berrettino, Cavalieri, Conarotta, Montagnola etc.), territori staccati dalla Parrocchia di S. Maria.

La festa di S. Gabriele si è sempre fatta il 27 febbraio, data liturgica, con l’accensione dei lumini sui davanzali delle case del piviere, nella notte precedente che si conclude idealmente con la S. Messa delle 6.30 nell’ora in cui il giovane Santo incontrava sorella morte. Nella terza decade di agosto si tiene, invece, la festa popolare, con la cassa armonica in Piazza Mambelli e la processione. Il periodo non è stato fissato casualmente, ma si voleva ricordare un giorno fondamentale della vita di S. Gabriele: il 22 agosto 1856, per le vie di Spoleto dove viveva dall’infanzia, fu chiamato durante la processione della Sacra Icone, proprio dalla Madonna che lo invitava a lasciare il mondo, per entrare nella congregazione passionista.

Grazie a Don Paolo nella Parrocchia sono giunti, soprattutto in occasione delle Cresime, Vescovi provenienti da tutto il mondo. Il primo fu, nel 1982, Mons. Pavel Hnilica, SJ, consacrato Vescovo clandestinamente tre mesi dopo l’ordinazione sacerdotale per l’urgenza di avere altri preti. Amico del Beato Giovanni Paolo II, della Beata Teresa di Calcutta e di Chiara Lubich, il Vescovo titolare di Rusado, una delle minuscole città dell’Africa proconsolare, consacrò la Russia al Cuore Immacolata di Maria nel 1984, mentre il Papa polacco compiva il medesimo gesto in Piazza S. Pietro.

Quattro di questa lunga serie di Pastori sono diventati Cardinali. Uno di essi Card. Francesco Saverio Van Thuan, vietnamita con 13 anni di duro carcere alle spalle, è ora Servo di Dio. Mons. Mikael Al-Jamil ha siglato questa catena quasi trentennale con la sua visita ad Atri, divenendone simbolicamente cittadino. Pochi giorni dopo è nato al Cielo.

Organo di comunicazione della Parrocchia con riferimento all’intera città è stato il periodico “Comunità in cammino”, un prodotto “fatto in casa” dal Parroco, giornalista e redattore capo del settimanale diocesano “L’Araldo abruzzese” e dal nutrito gruppo di giovani e meno giovani.

Il mese di maggio è sempre stato curato, con la partecipazione dei ragazzi prima di andare a scuola. Il 31 maggio c’è la consegna alla Madonna dei fioretti, appuntati su un foglio e buttati in un braciere. Sale come incenso al Signore, per mezzo di Maria Santissima. E nel mezzo del cammino di questa meravigliosa pia pratica, la festa della Madonna di Fatima, con la processione aux-flambeux nella sera della vigilia e l’organizzazione della sottosezione Unitalsi che nella Parrocchia di S. Gabriele e con il Dott. Vittorino Teofili ha vissuto splendide pagine della sua non breve storia.

SANTINO VERNA