Pubblicato Sabato, 06 Giugno 2020
Scritto da Nicola Dell'Arena

Opinioni \Riflessioni

IL CAOS PALAMARA 

Domenica 29 maggio, nella trasmissione Non è l’Arena, Giletti intervista Luca Palamara. Come accade in questi casi le domande saranno state concordate. Dalla lunga intervista ci sono alcune domande e risposte che per me sono inquietanti.

Giletti gli domanda “Lei è il male assoluto? Si sente di essere il male assoluto? Identificarlo con il male assoluto fa comodo a qualcuno?”. La risposta di Palamara è stata che “In questo momento fa comodo a qualcuno identificarlo con il male assoluto”, ma non fa nessun nome di persona e poi continua nel dire che il suo compito nel CSM “era quello di mediare tra le correnti che non ho inventato io”. Il male sono le correnti in cui Palamara ha sguazzato.

Sono d’accordo con Palamara che lui non è il male assoluto e quello che dirò, sono sicuro che dispiacerà a qualche ex democristiano. Il male è l’ideologia gramsciana che sta dietro a tutte le cose che sono accadute negli ultimi 30 anni nella magistratura italiana. Il male sta nel fatto che il giudice, prima di essere giudice, deve essere il politico che deve condannare il nemico a prescindere se abbia ragione. E con questo male che sono arrivati ad inventarsi delle accuse assurde per far fuori il nemico vincente. Tutto questo è inquietante e pericoloso.

Giletti chiede “Il trojan glielo hanno messo a lei perché ha spostato l’asse della centralità del sistema della magistratura verso destra?”. All’inizio Palamara no risponde e cerca si sviare sulla domanda ma poi incalzato da Giletti afferma “Nell’ultimo periodo, di Roma come membro del CSM, indubbiamente c’era stato uno spostamento verso destra”. Ed ancora “Io non dico” che l’hanno messo per questo motivo e Giletti di rimando “Sono io che penso male?”.

Il discorso finisce qui. Ed io che sono un po’ malandrino dico che se fosse vero quello che ha detto Giletti, non confermato esplicitamente ma neanche smentito da Palamara, la cosa è gravissima. Ci sono giudici deputati a far rispettare la verità assoluta e cioè che nella magistratura non ci deve essere posto per quelli che non sono di sinistra a dispetto e contro la maggioranza degli italiani che sono di centro destra. Ancora una volta il giudice applica il teorema gramsciano.

Giletti chiede spiegazioni delle frasi dure contro Salvini e Palamara risponde “capisco che una espressione impropria abbia in quel momento determinato…”. Ed ancora “non c’era volontà di offendere Salvini” e sul termine va attaccato dice “Sintetizza un dibattito e che non è una frase da ricondurre ad un magistrato perché è decontestualizzato”.

Praticamente Palamara offre a Salvini delle scuse, da molti giornali definite deboli, e che Salvini ha fatto sapere di non accettare. Ogni volta che c’è un grande errore si usa il verbo decontestualizzare per dire che non ha sbagliato e che non rappresenta l’esatto pensiero di quello che si voleva dire. 

Giletti chiede ancora “ il problema è Salvini o il modo di agire sulla immigrazione di Salvini”. E Palamara risponde che la magistratura è stata costretta a reagire per tutelare un magistrato, si riferisce a Patronaggio. Secondo me su questa parte di intervista, su Salvini, Palamara ci ha raccontato un sacco di bugie.

Nicola Dell’Arena