Pubblicato Lunedì, 30 Dicembre 2013
Scritto da Luciano Brandimarte

UN GRIDO D’ALLARME: SENZA TURISMO ATRI MUORE

LE PAROLE ( E LE LEGGI! ) SONO TANTE, LE RISORSE INSESISTENTI

Questo è un periodo in cui, in genere, si rivede un po' di gente in giro per Atri. Anche quest'anno è stato così, ma in maniera meno evidente degli anni precedenti. Sicuramente c'entra la crisi economica che stiamo attraversando. Come potrebbe essere diversamente, oramai tutto è attribuibile a lei. Ma proprio la situazione di crisi ci dovrebbe indurre a fare delle riflessioni e ad organizzarci al meglio per il futuro e per essere pronti a cogliere anche il più piccolo dei segnali di ripresa.

Proviamo a parlare di turismo, visto che la situazione di Atri è, a dir poco, scoraggiante.

L'unico Albergo è praticamente chiuso nel periodo invernale. Apre solo in occasione di qualche manifestazione o festa particolare. Non potrebbe essere diversamente vista la scarsissima affluenza di ospiti e gli elevati costi di gestione. Se poi si pensa anche ai vari oneri fissi cui deve far fronte, quali ad esempio IMU, TARSU e sigle varie che vanno e vengono, viene il mal di testa.

Vi sono diversi Bed & Breakfast, quattro o forse di più nel Centro Storico ed almeno tre nella immediata periferia. Anche questi operano nella totale individualità e senza alcun coordinamento, se non quello derivante dai buoni rapporti interpersonali dei gestori.

Eppure di turismo in questi ultimi tempi si è parlato molto, sia a livello locale, che comprensoriale che regionale. Ma il problema è proprio questo: si è solo parlato. E si è fatto poco e male.

Cominciamo dal livello Regionale. Ad agosto 2013, il giorno 9, la Regione Abruzzo approva la legge che porta il titolo: “Recupero e restauro dei borghi antichi e centri storici minori della Regione Abruzzo attraverso la valorizzazione del modello abruzzese di ospitalità diffusa. Disciplina dell'albergo diffuso.”

Se si scorre il testo fra finalità (art. 1), definizione di albergo diffuso (art. 2), interventi ed attività ammessi (art. 3), elementi caratterizzanti la localizzazione dell'albergo diffuso (art. 4), le politiche di incentivazione alla realizzazione ed alla gestione degli alberghi diffusi (art. 5), le procedure (art. 6), il Regolamento attuativo (art. 7) sembra di trovarsi in un contesto ideale. Tutto è pensato a favore della realizzazione, in quasi tutti i Centri Storici di alberghi diffusi, peccato, però, che in chiusura vi è l'art. 9 che recita: “Dall'applicazione della presente legge non devono discendere nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica regionale”.

Di fatto è come dire: sarebbe bello fare gli alberghi diffusi e sapremmo anche come farlo, ma noi non possiamo. Se ci pensate voi (operatori privati) va bene.

Successivamente, a Novembre 2013, la Direzione sviluppo economico e del turismo della Regione Abruzzo pubblica un “ Avviso pubblico per la realizzazione e il finanziamento a fondo perduto di iniziative legate all'incentivazione e sviluppo dei servizi turistici : OBIETTIVOTURISMO” che prevede la possibilità di dare finanziamenti a fondo perduto fino a 50.000 euro.

Viene subito da pensare che con questa occasione si possa dar seguito alle buone intenzioni della Legge Regionale sullo sviluppo degli alberghi diffusi mettendo, per esempio, a sistema l'insieme dei B&B esistenti, eventualmente anche con altri che si volessero aggiungere, in un Centro Storico come Atri  per creare un unico punto di gestione dell'offerta, delle prenotazioni ed eventualmente anche dei servizi comuni.

Ciò, però, non sarà possibile perchè i  Bed & Breakfast non sono delle “aziende”, nel senso che la legge non prevede che  debbano avere partita IVA ed essere iscritti alla Camera di Commercio come appunto le aziende. Il bando Regionale, invece riserva i finanziamenti alle “aziende” iscritte alla Camera di Commercio, escludendo così tutti i B&B.

A rendere ancora più paradossale la cosa c'è la affermazione, fra le finalità e gli obiettivi dell'avviso pubblico della Regione, che lo stesso avviso pubblico è finalizzato ad incentivare la crescita e la modernizzazione dei servizi turisti mediante il nuovo modello “fortemente innovativo di governance turistica regionale” che è dato dalle D.M.C. (Destination Management Company).

E della DMC operante nel nostro territorio sono soci anche diversi B&B di Atri che non si sono visti tutelare nel loro ruolo di operatori turistici veramente diffusi sul territorio.

Proseguendo nel nostro percorso ci soffermiamo ora sul livello locale.

La strumentazione urbanistica, recentemente approvata dal Comune di Atri, si occupa con il Piano Particolareggiato del Centro Storico dell'ipotesi di albergo a ospitalità diffusa. Anzi ne fa uno degli obiettivi strategici del recupero e riusi del Centro Storico. Anche qui siamo solo a buoni propositi.

Se non ci sono incentivi, se non ci sono premialità a livello urbanistico è molto difficile  poter dare seguito a queste belle idee dell'albergo diffuso e si rischia di fare solo retorica.

D'altra parte per portare turisti ad Atri non possono bastare alcune iniziative, seppure lodevoli, di qualche Assessore o di qualche Associazione culturale. E' necessario creare una identità atriana, un marchio atriano, un “brand” come si dice oggi.

Luciano Brandimarte