Pubblicato Venerdì, 29 Maggio 2020
Scritto da Nicola Dell'Arena

Opinioni \ Riflessioni

MAGISTRATURA E DEMOCRAZIA

Il caos Palamara è il caos giustizia. Si scrivo caos e non caso. Scrivo caos perchè quello che è uscito fuori attiene al grande tema della democrazia e libertà italiana. Democrazia e libertà minata negli ultimi 30 anni dai giudici di sinistra. Un teorema a cui ho sempre creduto e che in questi giorni sta venendo fuori.

Sono state sganciate sulla scena politica italiana delle bombe di grande potenza.

Le intercettazioni di Palamara sono di una pericolosità estrema  ma anche di una semplice  realtà. Palamara dice che Salvini “va attaccato anche se ha ragione sul tema dei migranti”. Non bisogna  dimenticare che il primo a lanciare questa assurda ed inesistente, anche secondo i giudici intercettati, accusa di sequestro di persona fu Giovanni Legnini, allora vice presidente del CSM e ora commissario per la ricostruzione ad Amatrice.

Il PD individua in Berlusconi un nemico pericoloso e subito i giudici vanno all’attacco. Il PD individua in Salvini l’uomo pericoloso per la loro vittoria e sono partiti all’attacco con tutti i mezzi: giornalisti, TV, giudici (vi ricordate dei rubli di Putin), con i peggiori epiteti, insulti e ingiurie.

Dalle intercettazioni di Palamara escono fuori che: 1) alcuni giornalisti scrivono, naturalmente contro il centro destra, tra cui il puro Travaglio sotto dettatura dei giudici; 2) anche questa volta il Presidente Mattarella viene toccato con i suoi consiglieri giuridici; 3) Zingaretti abbia chiesto aiuto per Mafia Capitale.

Le intercettazioni di Palamara svelano che Palamara e Legnini hanno agito di comune accordo, dietro pressione del PD, per accusare ingiustamente Salvini. Questo per Dell’Arena si chiama complotto e visto che i  due facevano parte del CSM, organo dello stato, ed hanno investito altri giudici tra cui Padronaggio, che subito ha  risposto all’appello, si chiama colpo di stato.

Non bastava Palamara ci si mette pure De Magistris, altro magistrato. Domenica 24 maggio da Giletti sgancia due bombe: una contro Napolitano e l’altra con il M5s. Dice chiaro e tondo che sono stati Napolitano e Mancini a farlo fuori e l’accusa contro di lui fu preparato da Basentini, guarda caso quello che ha scarcerato oltre 500 tra mafiosi e alta delinquenza. Fa capire che Napolitano e Mancini stanno dentro nel rapporto stato-mafia segretato da Napolitano. Fa capire che Napolitano sta dietro alla mancata nomina di De Matteo. Dice chiaro e tondo che quando indagava su Berlusconi lo applaudivano ma quando inizia ad indagare su quelli di sinistra lo hanno fatto fuori.

Del M5s dice chiaro e tondo che ha abbandonato completamente l’onestà e la legalità prima con la mancata nomina di De Matteo e poi con altre azioni. Del M5s non aggiungo nulla visto che ho scritto tanto sulla conversione, in negativo, del loro programma.

Due fatti: una intercettazione (e qui si può dire chi di intercettazione ferisce di intercettazione perisce); un togliersi un sassolino dalla scarpa (come direbbe Cossiga che tra l’altro in una intervista degli anni 90 maltratta brutalmente Palamara). Entrambi i fatti hanno fatto uscire finalmente allo scoperto che ogni volta che il centro destra va al governo bisogna abbatterlo a tutti i costi e con tutti i mezzi. A tutti i costi con la figuraccia, per non dire di peggio, e il caos della giustizia e della magistratura. Con tutti i mezzi, giornali e giornalisti, magistratura, televisione (a proposito avete visto qualcosa sui TG) e capi di stato.

Nicola Dell’Arena