Pubblicato Martedì, 24 Dicembre 2013
Scritto da Direttore Paolo Pallini

Editoriale

NATALE, I NOSTRI AUGURI

 

Anche la nostra città si è vestita a festa: albero, luci, presepe, addobbi… Se ne avverte il bisogno, quasi per scacciare i cattivi pensieri, per allontanare l’atmosfera cupa che i numeri, impietosi, ci cuciono addosso generando melanconia e amarezza.

Le statistiche, sono lì a dirci che l’Italia è uno dei paesi più vecchi del mondo: nascono sempre meno bambini, siamo al secondo posto in Europa dopo la ricca Germania, aumentano il numero di matrimoni che falliscono, i disoccupati dono cresciuti di oltre un milione negli ultimi anni, ci sono addirittura 73mila famiglie che vivono in una roulotte…

Sono le cifre della crisi che morde la vita concreta di tante persone che ormai per sopravvivere bussano alle mense della Caritas.

La nostra Atri non sfugge a questo dramma che ha investito tutto il nostro paese.

Sarà un Natale duro per molti atriani che hanno perso il posto di lavoro, per tanti genitori angosciati per il futuro dei loro figli.

Abbiamo pubblicato, nella recente edizione cartacea, i dati che disegnano una città che inesorabilmente invecchia per la fuga dei giovani che vanno fuori, alla ricerca di una riposta al loro bisogno di vita, di orizzonti, di speranza.

Eppure abbiamo bisogno di “fare Natale”, di accendere luci e  recuperare antiche tradizioni che ci ridiano la gioia, l’atmosfera, i valori della festa più bella dell’anno.

Tante iniziative, anche grazie all’impegno della Pro loco, hanno affollato il calendario del mese di dicembre.

Sono segni di una volontà di reagire, di non appiattirsi nella melanconia della crisi, di guardare oltre per intravedere uno spiraglio luminoso in fondo a quel tunnel buio che vorremmo fosse già un ricordo.

Ci scambiamo gli auguri, lo facciamo anche noi al termine di un anno che ha visto crescere la presenza e l’attenzione verso il nostro periodico.

Ci rivolgiamo, idealmente, ai circa trentamila lettori che hanno visitato le pagine elettroniche di indialogo per dire loro, innanzitutto, grazie. Se dopo 18 mesi siamo ancora qui a scrivere, a pubblicare, ad informare, a raccogliere suggerimenti e dare voce ai protagonisti della vita atriana, lo dobbiamo soprattutto a voi che continuate a seguirci con costante attenzione.

La gratitudine si apre all’abbraccio augurale che vorremmo consegnare a ciascuno di voi con limpida bellezza di animo. E’ scontato augurarvi tutto il bene che desiderate, che custodite, come sogno caldo e amato, nel grembo del vostro cuore.  Soprattutto desideriamo augurarvi, come esorta Papa Francesco, di non lasciarvi rubare la speranza.

La sosta, sempre commovente e emozionante, davanti all’artistico Presepe di Piazza Duomo, vi aiuti a ritrovare la forza, la luce, il coraggio, la volontà di dare una mano alla’aurora perché finalmente, un chiarore amico spenga il buio gelido e nemico di ogni fertile attesa.

La nostra città è di tutti, forze politiche, maggioranza e opposizione, soggetti socialmente impegnati, associazioni culturali, uomini e donne che hanno fatto la storia di Atri e sono chiamati a scrivere una pagina nuova.

La rassegnazione, il pessimismo acuto, la stanchezza degli ideali, la fuga dall’impegno, la critica preconcetta e crudele non aiutano certo a disegnare il futuro.

Atri ha bisogno degli atriani, di persone che scendano dal balcone per sporcarsi le mani con il fango del quotidiano, con la fatica del fare, stimolati dalla fantasia creatrice di nuove e attese speranze.

Il nostro “Buon Natale” è, quindi, un augurio ad attingere dall’evento che celebriamo l’energia interiore che sconfigga la melanconia dello sconforto e della rinuncia e stimoli a vivere il presente con il sogno del domani che avrà i colori degli arcobaleni che portiamo dentro di noi.

Nel nostro piccolo, con i limiti delle nostre risorse e delle nostre capacità, noi vogliamo mettercela tutta.

Atri non ha soltanto un luminoso passato da custodire, ma anche un futuro da costruire.

Sereno Natale e prospero Anno nuovo a tutti voi e alle vostre famiglie, cari amici e lettori.

Insieme possiamo farcela.

Paolo Pallini