Pubblicato Domenica, 10 Maggio 2020
Scritto da Nicola Dell'Arena

Opinioni / Riflessioni

IL CASO BONAFEDE 

Il ministro Bonafede è stato baciato dalla sfortuna (un po’ di ironia non fa male). In poco tempo tre fatti lo hanno investito in pieno. Tutto è iniziato con la rivolta nelle carceri con la scusa ridicola del coronavirus. Già questa rivolta è un insuccesso. Alcuni pericolosi detenuti sono scappati ma grazie al grande lavoro delle forze dell’ordine sono stati subito riacciuffati. La delinquenza organizzata chiede gli arresti domiciliari per non essere contagiati (per me si evita di più in carcere il contagio che andando in giro). Il ministro concede gli arresti domiciliari, ne sono 44 tra i quali i Casamonica a Roma.

Questo fatto degli arresti domiciliari alla delinquenza organizzata, che si trovavano detenuti sotto il regime del 41bis e Alta Sicurezza, è gravissimo e da solo merita le dimissioni. Non solo Bonafede non le ha dato ma neanche ha fatto finta di darle e poi farsele respingere. Alla fine arriva le dimissioni di Francesco Basentini direttore del DAP (Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria). Così Bonafede scarica la responsabilità su un tecnico da lui nominato.

Massimo Giletti nella sua trasmissione “Non è l’Arena” si indigna per questo provvedimento e subito l’attaccano. La domenica successiva Giletti intervista il magistrato Nino Di Matteo. In diretta Di Matteo dice che Bonafede gli propose di fare il direttore del DAP ma quanto gli portò la risposta e che accettava il ministro gli disse che ci aveva ripensato e non se ne fece nulla. Fin qui nulla di grave, è un rapporto tra due persone, ma il motivo per cui non se ne fece nulla è pericolo, integrante e grave. Sempre Di Matteo dice che la mafia aveva fatto che non gradiva la sua nomina.

Cosa c’è di vero su questa dichiarazione l’ho sanno solo Bonafede e Di Matteo. In settimana arriva la risposta rabbiosa del Fatto Quotidiano. Travaglio pubblica una vignetta nella quale disegna Giletti che sparge merda.

Prima considerazione. Mi sa che Di Matteo avesse ragione.

Seconda considerazione. Oramai il Fatto Quotidiano e Travaglio sono diventati i guardiani della rivoluzione e forse più violenti di quelli di Khomeini

Terza considerazione. Di Matteo era un magistrato integerrimo, bravo, preparato, capace, antimafia, tutto legalità e onestà, e che aveva preparato alcuni punti del programma del M5s sulla giustizia. All’improvviso e per una semplice intervista diventa colui che sparge merda. Si l’intervista l’ha fatta Giletti ma le dichiarazioni le ha fatte Di Matteo, per cui se Giletti sparge merda la sparge anche Di Matteo.

Quarta considerazione. Il M5s in questi giorni ha perso anche la legalità.

Nel mese di dicembre 2019 il capo degli ispettori del ministero della giustizia, nominato da Bonafede, il giudice Andrea Nocera si dimette perché indagato per corruzione a Napoli. Sembra quasi che Bonafede abbia una particolare predilezione nello scegliere i suoi collaboratori.

L’opposizione propone un atto di sfiducia individuale a Bonafede che non porterà a nulla. Sarà sicuramente rigettata, perché Bonafede è un papavero del M5s e ci potrebbe essere un problema per il governo.

Le commissioni parlamentari servono per insabbiare il caso mentre la sfiducia individuale serve per far dire all’opposizione che ha fatto qualcosa. La nomina dei tecnici nei vari ministeri serve solo a far aumentare il debito pubblico.

Nicola Dell’Arena