L'EPIDEMIA DI OGGI,LA FEDE DEL PASSATO:
quando il popolo chiedeva aiuto al cielo

MARIA SANTISSIMA SALUTE DEGLI INFERMI

Nelle litanie lauretane Maria Santissima viene invocata anche “Salus Infirmorum”, la cui traduzione letterale sarebbe “salvezza degli infermi”, anche se traduciamo “salute degli infermi”. I sodali della congrega e il popolo, radunato nella Chiesa del Suffragio, quando mio nonno era ragazzo, si segnavano come al Vangelo quando arrivavano a questo punto nel Santo Rosario. Invochiamo sempre la Madonna nelle avversità, materiali, fisiche e morali, soprattutto quando non vediamo soluzioni. A Fara S. Martino era vivo il ricordo della peste nel XVII secolo, quando i Cappuccini si prodigavano per gli infermi. Nell’odomastica paesana è ancora presente il “camposanto del colera”.

La memoria è stata in qualche modo cancellata, dopo la IIa guerra mondiale, quando nelle vicinanze furono costruite funzionali abitazioni e la scuola elementare con il campetto. Il quartiere all’ombra del cimitero del colera s’ingrandì a tal punto da valutare la possibilità di erigere una chiesa, non una nuova parrocchia, ma un sacro edificio per celebrazioni festive. Eponima sarebbe stata la Madonna del Carmelo, legata in qualche modo all’epidemia, per i soccorsi prestati agli infermi da un carmelitano farese, P. Elia Alleva.

La Madonna della Salute è venerata in tutto il mondo cattolico. Stilare una lista di tutte le Chiese della Madonna della Salute, e con esse immagini e capitelli, sarebbe un’ardua impresa. Ci limitiamo a ricordare le icone più famose, a Roma e a Venezia.

A Roma, la Madonna della Salute è venerata nella Chiesa della Maddalena. Fu S. Pio V, Pontefice dal 1566 al 1572 a volere l’immagine della Madonna della Consolazione ( “la Consolata”) per quella centralissima chiesa romana. Papa Ghisleri era devoto della Consolata, essendo piemontese di Bosco Marengo e la Consolatrice è patrona di Torino. Dopo la pia morte di S. Pio V, l’immagine passò ad una devota che la custodiva nella propria casa. Durante la malattia, chiamò un Padre Camilliano, per i conforti religiosi. Il sacerdote pensò di portare l’immagine in chiesa, per la venerazione dei fedeli e la donna consegnò senza riserve il quadro della Consolata. Appena fu collocato in chiesa, l’inferma guarì e il popolo cominciò a chiamare la Consolata, la “Madonna della Salute”. Nessun problema con le denominazioni, perché la Madonna è Consolatrice degli Afflitti (come si invoca sempre nelle Litanie), e quindi consola l’umanità in tutte le tribolazioni, comprese le pestilenze e il coronavirus.

Alla Madonna della Salute furono affezionati tanti Papi. L’immagine fu incoronata nel 1668 e nel 1868, rispettivamente da Clemente IX e dal Beato Pio IX. I Sommi Pontefici del passato non di rado si recavano a tributare l’omaggio dal Vaticano alla Chiesa della Maddalena, fino a Papa Mastai Ferretti, perché quando il Papa aveva il potere temporale, si muoveva più speditamente per Roma. Con la presa del 1870, il Pontefice rimase prigioniero in Vaticano, e per vedere il Papa presente tra i romani dobbiamo aspettare Pio XII, nella cruenta pagina dell’ultimo conflitto mondiale.

La Madonna della Salute, con l’intercessione presso il Signore, salvò Roma tre volte dal colera, nel XIX secolo. La devozione è stata diffusa in tutto il mondo dai Ministri degli Infermi, famiglia religiosa fondata da S. Camillo de Lellis.  Compatrono d’Abruzzo, per volere di S. Paolo VI, era nominato nel Memento della preghiera eucaristica dall’indimenticabile Arcivescovo Vincenzo D’Addario.

Venezia, custodisce la Basilica della Madonna della Salute, opera di Baldassarre Longhena, eretta per voto del Senato, nel XVII secolo. L’architetto veneziano che ha lasciato il segno del talento anche in Piazza S. Marco con le Procuratie, progettò l’edificio ottagonale nel 1631, anche se fu portato a compimento solo nel 1687. E’ un Santuario legato alla peste “manzoniana”, descritta nei “Promessi Sposi”. La custodia della Basilica fu affidata alla famiglia religiosa legata al Manzoni, i Somaschi, fondati dal veneziano S. Girolamo Emiliani (o Miani). Ogni anno si festeggia la Madonna della Salute, il 21 novembre, liturgicamente Presentazione di Maria SS. al Tempio, memoria di matrice orientale, risalente al VI secolo e per questo ben connessa alla storia della città lagunare. L’icona della Madonna della Salute, del resto, proviene dall’isola di Candia, dove i veneziani la sottrassero alla profanazione dei musulmani.

La festa della Madonna della Salute è stata solennizzata, nel XX secolo, dalla presenza e della preghiera di tre Patriarchi di Venezia poi divenuti Sommi Pontefici. Il primo Giuseppe Melchiorre Sarto, Papa con il nome di S. Pio X, il Pontefice dell’Eucarestia. Il secondo Angelo Giuseppe Roncalli, Papa e Santo con il nome di Giovanni XXIII, il Pontefice più amato, il Papa buono. Il terzo Albino Luciani, Papa con il nome di Giovanni Paolo I (assunse il primo nome di Giovanni, proprio per Papa Roncalli), il Pontefice dei 33 giorni, di cui è in corso la causa di beatificazione.

Annesso alla Basilica è il Seminario Patriarcale, con i chierici che assicurano il servizio liturgico della festa e di altri momenti importanti dell’anno. L’immagine della Madonna, sull’altar maggiore, infonde sicurezza, pace e gioia in tutti i devoti. Una chiesa non solo quindi luogo di turismo (fu una delle noti dolenti del Patriarca Luciani quando arrivò da Vittorio Veneto, nel 1969), ma di fede e di limpida devozione mariana.

SANTINO VERNA