Pubblicato Martedì, 31 Marzo 2020
Scritto da Santino Verna

UNA NUOVA CARRELLATA: I SANTI E LA PESTE

QUANDO IL POPOLO CHIEDEVA AIUTO AL CIELO...

La pandemia del coronavirus ha rispolverato il tema della peste, affrontato dai letterati di tutti i tempi. Nel Medioevo si pregava: “a peste, fame et bello, libera nos Domine”, ovvero la liberazione dai tre principali problemi della società: la pestilenza, la carestia e la guerra.

L’Abruzzo ha vissuto le tre piaghe nel corso della storia. Immagini votive dalle Cattedrali alle Chiese di campagna, raccontano l’intervento di Dio, per intercessione di Maria Santissima, di S. Giuseppe e dei Santi, contro le calamità del momento.

Riguardo la carestia, ricordiamo l’episodio avvenuto a Pollutri, quando per intercessione di S. Nicola di Mira, arrivò dal porto di Vasto, un bastimento di fave. Il miracolo è rievocato, ogni anno, la sera del 5 dicembre, vigilia della festa liturgica del Santo dell’Asia Minore, divenuto famoso in Occidente, soprattutto dal 1087, quando le spoglie arrivarono a Bari. Almeno fino al XIV secolo, la devozione a S. Nicola fu molto grande nel mondo allora conosciuto.

Mentre riguardo la guerra, abbiamo sotto gli occhi, l’intercessione di S. Antonio di Padova che segnò la fine dell’ultimo conflitto mondiale, ad Atri, il 13 giugno 1944. Il Santo era già molto venerato nella città ducale, almeno dalla metà del XIII secolo, per la presenza dei figli di S. Francesco.

Questa volta analizziamo la peste. Partendo con ordine, iniziamo con Maria Santissima, proseguendo con San Giuseppe, padre davidico di Gesù. Poi sarà la volta di San Michele Arcangelo, San Sebastiano, San Rocco e  Sant’Antonio di Padova.

Concludiamo con due Santi dell’era moderna (in senso manualistico), legati alla regione più colpita dal coronavirus, la Lombardia: S. Carlo e S. Luigi.  Il primo, pur se il comune di nascita da non molto tempo ricade nel Piemonte, fu Arcivescovo di Milano, e quasi il secondo fondatore della Chiesa ambrosiana. Il secondo, proveniente da una delle province più colpite, Brescia, apparteneva ad una delle famiglie più potenti della Lombardia. Entrambi hanno assistito gli appestati.

Santi lombardi, ma della Chiesa Universale, Carlo e Luigi, sono indirettamente legati ad Atri. Il culto di S. Carlo fu diffuso anche dalla famiglia Arlini, originaria di Pallanza, sul Lago Maggiore, nei pressi di Arona. S. Luigi, lontanamente imparentato con gli Acquaviva, fu confratello del Beato Rodolfo e di Claudio, tra i gesuiti più famosi della prima ora.

SANTINO VERNA