Pubblicato Giovedì, 26 Marzo 2020
Scritto da Mario Marchese

DIBATTITO APERTO

CONSIDERAZIONI ULTERIORI SUL COVID19 ED OSPEDALI DEDICATI

Voglio tornare sul problema nell’avvenuta scelta dell’Ospedale di Atri come COVID19 nell’ambito dell’ASL di Teramo. Scelta, da quello che se ne sa, e se ne capisce dagli avvenimenti, è stato deciso, non già... con DECRETO del Presidente della Giunta Regionale, o dell’Assessore alla Sanità della Regione Abruzzo, dr Nicoletta VERI’, ma, dal Direttore Generale (anche ff), che nella propria AUTONOMIA, così come affermava ieri, in TV Telemax, la stessa Assessore (trasmissione in diretta o meno), è stata solo competenza e scelta delle ASL.

Quindi, caro Consigliere Di Matteo della Lega, “NON” c’è nessun impegno dovuto da parte della Regione Abruzzo, del Presidente, dell’Assessore, della maggioranza, nei confronti di Atri e del suo Presidio Ospedaliero per la disponibilità data ad essere sede del COVID19 in provincia di Teramo, nell’ambito dell’ASL di Teramo, ovvero dei 4 Ospedali in essa organizzati, e cioè: Teramo, Atri, Giulianova, S. Omero.

Sacrificio effettuato senza garanzie adeguate, e soprattutto senza nessun impegno da parte di nessuno in merito ad eventuali esigenze di Atri per il prossimo futuro.

Oltre questo, appare evidente,  che non c’è stato nessun coinvolgimento a tale decisione da parte della città, degli operatori, delle sue legittime istituzioni, cioè: Giunta, Sindaco, Consiglio Comunale (Partiti OOSS) e soprattutto l’Ospedale, con i suoi organi istituzionali di riferimento: Direttore Sanitario, OOSS, Consiglio dei Sanitari, e soprattutto il Sindaco di Atri.

Lo ha deciso il ff M. Di Giosia, sentendo, non si sa chi, e cosa, a Teramo, forse il Presidente-Sindaco di Teramo D’Alberto, ma non certamente gli atriani. E soprattutto questa decisione è stata presa senza valutare una possibile “ipotesi alternativa”, o “strategica per il territorio e per il malato”, che dalle parti coinvolte poteva forse venire, cioè da parte del Signor Sindaco di Atri, Prof. Piergiorgio Ferretti, dalle istituzioni atriane poste nel Consiglio Comunale, dai partiti, nonché dal Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero di Atri. Vero Direttore? Che in merito non ha profferito nessuna parola, non ha fiatato, né prima e né dopo? Abbiamo sentito solo quella del Sindaco FERRETTI, che “bontà sua”, rimase basito, ovvero, a detta di lui: “è stato un fulmine a ciel sereno”. Quindi, non l’ha deciso lui, lo ha subito da Teramo, dal DG M. Di Giosia ed altri? E questo lo abbiamo capito…….

Ma chi è Di Giosia per decidere una scelta “tecnica” e “politica?” Per decidere tutto questo? Su tutti e per tutti? Oppure, ed invece, li ha sentiti, ed allora “ognuno fa oggi lo gnorri dopo che hanno gettato il sasso, e……. nascondono la mano?” A tutt’oggi non ci è dato di sapere, caro Signor Sindaco dell’accaduto, che per lei sembra poco, ma poco non è, ed i cittadini di Atri, man mano si stanno accorgendo cosa significa ed ha significato questa scelta, questa disponibilità data senza riflettere minimamente, se era necessario, oppure se strategicamente era meglio  che fosse prima “Teramo e Giulianova”, e poi anche Atri e S. Omero? Perchè Teramo? Perche Teramo ha tutte le specialistiche ed in primis il Reparto Isolamento, oltre che aver attivato una struttura a padiglione del Pisichiatrico, che sta a parte, e non è coinvolgente tutto l’Ospedale come ad Atri è avvenuto. Lo stesso per Giulianova, che ha la struttura Ospedaliera in due Padiglioni, quello EST e l’altro a distanza di 80-100 metri, Ovest. Quindi, l’ala Est, come si sente dire, poteva essere “disarmata” dei compiti  aziendali, e predisposti per il COVID 19, ed il resto dell’Ospedale funzionare al meglio per i compiti d’istituto, che non si sarebbero interrotti, così, come è invece avvenuto, direi COMPLETAMENTE per Atri.

A questo valgono le mie considerazioni già fatte nella già lettera inviata alle parti, a far data 16-Marzo-2020, cioè che sarebbe stato meglio, più strategico utilizzare per il COVID19, il “Padiglione Est” del Presidio Ospedaliero di Giulianova, ripeto, a 5 minuti da Teramo, e per qualsiasi evenienza strategica per  questi e per gli ammalati.  Così come si affermava nell’articolo apparso sul CENTRO del 22-Marzo-2020 del Direttore Generale M. Di Giosia, che in 2° battuta sarà utilizzato proprio l’Ala EST del Presidio Ospedaliero di Giulianova.

Quindi, di fatto dando ragione alle argomentazioni del sottoscritto, e non per “campanilismo negativo”, ma per ovvie ragioni tecniche  che l’Ospedale di Atri fa. Prestazioni che non potrà più fare per due-tre mesi, e che Giulianova,  non potrà fare in surplus, come lo ha dimostrato nella normale attività portata avanti negli anni, figuratevi se caricandosi di tutte le necessità che assolveva il Presidio Ospedaliero di Atri potrà mantenerne la produttiva e l’efficienza nelle risposte ai cittadini.

Quindi questa scelta, ripeto,  se fosse rimasto in piedi Atri come Presidio operativo e Giulianova (o parte di esso) come COVID19, avrebbe lasciato il Presidio Ospedaliero di ATRI a fare tutto, sia quello che già faceva  in  proprio, e quello che si impediva di fare a Giulianova, o, ed anche a Teramo, nella piena soddisfazione di un ampio territorio di pertinenza dell’ASL teramana.

Basta vedere le statistiche di lavoro e di prestazioni che fa Atri, rispetto a Teramo e Giulianova,  di Pronto Soccorso  ed altro, con metà personale addetto  rispetto a quelle realtà.

Ed, intanto, come si è voluto dimostrare, sempre, ed anche questa volta, per l’Ospedale di Giulianova, così come per quello di Ortona, sono scesi  in campo quelli del piddi, a porre veti e posizioni (vedi Ortona), e per Giulianova, finanche la CIMO, il Sindacato dei medici, che nel pieno silenzio, dei Confederali (ovviamente  silenti in queste posizioni), che sono sempre pronti a tutelare le realtà di Teramo-Giulianova e di S. Omero, non mai quello di Atri (salvo posizioni tardive ed in seconda battuta, alla politichese piddina, della realtà locale della CGIL, con sterili e  sempre non ascoltati comunicati tardivi e non preventivi  sulle questioni, e soprattutto non proporsi con progetti alternativi a quanto si sta decidendo o si è deciso, quanto mai ??? Già...ci mancherebbe, e poi il famoso asse Teramo-Giulianova, direi: politico sindacale, che dice? Quale posizione può scatenare contro Atri?).

Per Giulianova è sceso la CIMO ed ha detto subito di NO, e solo a quanto si ipotizzava prossimamente, ed in 2° battuta rispetto ad Atri, fatta dal Direttore Generale Di Giosia.  Giammai !!!

Figuratevi cosa avrebbero detto e fatto questi, in caso di scelta prioritaria per l’ASL teramana in primis di Giulianova.

           Già…. lo immaginavo tutto questo, cioè: Teramo SI, Atri SI, Giulianova e  S. Omero NO.

Altro che guerre di campanile, oggi siamo “a guerre da VIRUS indotti dalle parti”.

Speriamo che lo Stato si riprenda la gestione della sanità pubblica, e faccia gestire gli Ospedali nella loro Autonomia (di capaci o meno, controllati dagli Enti Locali territoriali di riferimento). Più o meno come avveniva una volta, con la Legge di Riforma Sanitaria L. n°833 del 1983, che istituisce, allora, il SSN-Servizio Sanitario Nazionale.

Oggi, invece cosa succede con la scelta fatta, imposta ad Atri? Che ha invece dovuto chiudere TUTTO, qualche cosa fa nell’ex poliambulatorio, ma nulla di importante e di complessivo, di risolutivo, direi “fumo agli occhi”, con qualche catetere da cambiare, con visite per  Diabetici ed Endocrinologia, e qualche analisi, di PT - PTTP.

Quindi Atri chiusa, Giulianova non sufficiente, come sempre a fare il suo, figuratevi quello che faceva Atri, Teramo che lavora a scappamento ridotto per avere tutte e due le realtà, e quelli che venivano ad Atri, dove debbono andare? Certo, sempre e dove si inducono ad andare, cioè dai privati del territorio, che sono ben lieti di dare risposte lucrose a queste esigenze, invece che essere esse stesse “REQUISITE e PRECETTATE” per avere questi luoghi come COVID19. Ma, figuratevi se, sia la Regione che le ASL, hanno profferito ipotesi del genere. Anzi,  tutti zitti, e muti, in merito, tanto le attività private del territorio del pescarese, del teramano, del chietino, ed anche dell’aquilano, gestiranno al meglio questa ipotesi di crisi ulteriore delle strutture pubbliche, ovviamente a tutto loro vantaggio, invece che essere requisiti allo scopo, precettati allo scopo. Il tutto porterà ad estreme conseguenze la sanità regionale, e teramana, già piena di acciacchi, con notevole mobilità passiva, che si accentuerà con impropri provvedimenti ed interventi da parte di tutte queste realtà private, che hanno visto come “manna dal cielo “ questa ipotesi di coinvolgimento  delle sole strutture pubbliche a  garantire questo obbiettivo di ricoveri per il COVID19, che poteva francamente trovare soluzione anche in queste realtà strutturali, adeguatamente preparate allo scopo, in pochi gg, così come hanno dimostrato di fare altre realtà e strutture recuperate allo scopo, che erano state abbandonate, dismesse, da una scellerata politica pro-privati di varie Regioni,  in molte parti d’Italia: (Vedi a Roma con il Forlanini; vedi a Napoli con l’Ospedale del Mare).

Altro che solidarietà di ATRI, che lo ha dimostrato, come sempre, senza fiatare, e nemmeno senza essere coinvolto, direi colpevolmente,  elle decisioni da prendere,  ma che strategicamente Giulianova avrebbe potuto meglio rispondere avendo Teramo a 5 minuti, così come per la ingiustificata doppia UTIC ad appena 5 minuti, e tolta ad Atri, allora, ma fatta rimanere politicamente a Giulianova. Ed a Atri tolta, soppressa, che dista a 40-50 minuti di tempo, molto al di fuori dei parametri salva vita verso Teramo o Pescara Chieti. Ma questo sono fatti vecchi, ferite vecchie, e a chi può interessare se non alla gente seria?? 

 

E, Lei, Direttore Generale, come ha potuto constatare, Egregio dr M. Di Giosia, Giulianova  le ha già risposto praticamente e politicamente, e direi anche sindacalmente in termini anche  significativi di NO alla sua ipotesi strategica, anche se: “in 2° battuta rispetto ad Atri”, cioè : “che non se ne parla !!”

Speriamo bene per il futuro, per i cittadini ammalati o meno, e per gli atriani così letteralmente esposti a difficoltà oggettive,oltre ad un eventuale esplosione dei contagi nel suo territorio. Cordiali saluti,

Mario Marchese, Comitato Difesa Ospedale Atri