Pubblicato Giovedì, 19 Marzo 2020
Scritto da Nicola Dell'Arena

storie atriane

HOTEL DU PARC: LA NASCITA

Mio zio Attanasio Dell’Arena, era andato in pensione ed aveva qualche soldo da parte. Per amore di Atri, anche se abbia lavorato, dall’età di 14 anni, sempre in altre parti dell’Italia, le volle fare un dono ed insieme alle figlie Maria ed Adriana e ai generi Mariano Cafiero e Roberto Gava avanzò la proposta della costruzione dell’albergo.

Mio zio non voleva un albergo così grande e questo lo confidò, prima che aprisse a Giuliani Emilio. Giuliani era un cugino di mio padre nativo di Castilenti ma che viveva a Roma. Un giorno venne ad Atri e nel mentre visitavamo l’albergo (eravamo in tre) disse anch’io desidero costruire un albergo a  Castilenti ma non così grande. Allora mio zio si confidò e disse che era stata la volontà di Emilio Mattucci a volere un vero albergo per Atri altrimenti non avrebbe dato il permesso.

 Quel giorno capii il perché della lungaggine nell’iniziare la costruzione, i continui rinvii e il tempo perso per avere il contributo della Cassa del Mezzogiorno, nonostante che mio cugino (Roberto Gava) fosse il figlio di un importante ministro.

Finalmente inizia la costruzione nell’anno 1962. Arrivarono maestranze e architetto dal napoletano che finirono i lavori nel 1964. Prima della costruzione dell’albergo fu abbattuta la Chiesa di S. Leonardo (per non sbagliare ho chiesto informazione ad Anna Pepe che abitava davanti che mi ha confermato che l’abbattimento avvenne nel 1962). Durante l’abbattimento della chiesa vennero fuori delle tombe dei frati. Un frate uscì intatto con tutta la barba bianca ancora fluente.

Prima dell’apertura ufficiale ci fu una pre-inaugurazione. La Democrazia  Cristiana della provincia di Teramo doveva tenere il suo congresso e Emilio Mattucci ci tenne moltissimo affinchè si svolgesse ad Atri. Il congresso si svolse nella primavera del 1964. L’albergo era quasi finito ma non era pronto all’apertura e nonostante ciò fu aperto ed ospitò molti congressisti. Non fu una idea geniale e felice, molti congressisti rimasero scontenti e la pubblicità per l’albergo non fu una delle migliori.

Poi ci fu l’inaugurazione ufficiale nel mese di dicembre del 1964.

In fondo al salone centrale, al confine con la cucina, l’architetto mise un suo dipinto che era un omaggio all’Abruzzo intero e alla laboriosità del suo popolo ed in particolare alla donna.  L’architetto disegnò alcuni lavori e alcune scene di vita popolare e al centro campeggiava la donna abruzzese con la classica conca  sulla testa.

Il nome: è un omaggio ad Atri e alla villa. Fu scelto di comune accordo e scelsero di chiamarlo “Hotel du Parc” alla francese ed anche perché era più gentile al posto di Albergo della Villa.

Durante la sua gestione mio zio fece realizzare da Emidio Pavone (il più bravo fabbro di Atri di quel periodo) 2 sculture uguali in ferro battuto che fece mettere all’ingresso dell’albergo appena fatto i tre scalini. Ogni scultura era formata da un mappamondo con sopra una giovane abruzzese che reca sulla testa una conca. Nelle intenzioni di mio la scultura doveva simboleggiare il fatto che Atri è al centro del mondo e dovevano servire a dare il benvenuto ai turisti.

Lo scorso dicembre parlando con i proprietari, i quali non sapevano del significato, delle due sculture, mi dissero che li avevano conservate. Sarebbe proprio carino se li rimettesse all’ingresso per dare il benvenuto agli ospiti con una dolce ma tipica espressione abruzzese.

Antonio Pavone, grande pittore atriano, realizzò 2 sculture, tutte a punti e spigoli e titte contorte, che installò nelle vicinanze dell’albergo e che come mi raccontò, in un colloquio, era un omaggio ad Atri e alla sua natura. Alle due sculture aveva dato il nome di IRTA che praticamente significa  ATRI letto alla rovescio.

Una di queste si trova sul lato destro dell’ingresso e sembra che abbia voluto prendere il posto del crocifisso della chiesa di S. Leonardo.

Nicola Dell’Arena