Pubblicato Venerdì, 13 Marzo 2020
Scritto da Mario Marchese

NON SO A CHI POSSA INTERESSARE, MA FACCIO QUALCHE SINCERA  RIFLESSIONE

SANITA' PUBBLICA, SANITA' PRIVATA

Ad esempio, mi viene da pensare (credo però che sia venuto a mente a molti tale pensiero, o mi sbaglio?),

ma siccome non ho letto delle eventuali recensioni di merito o in merito, quindi, la dico la mia:

- E’ vero, o non è vero che, a fronteggiare gran parte, se non il 100%, dell’emergenza da infezione da

  Covid19, sono state le strutture  e personale pubblico? Del  Servizio Sanitario Nazionale Italiano?

- E’ vero, o non è vero che, per cause diverse, le Regioni hanno ridotto, irresponsabilmente in questi anni,

  assieme ai loro governi nazionali, l’organico di Medici, ed infermieri, nonché posti letto di reparti, anche di

  Terapia Intensiva?

- E’ vero, o non è vero che, alla situazione di carenza di specialisti oggi, nelle strutture pubbliche, che

   mancano per la volontà a mantenere il numero chiuso  dei specializzandi nelle varie specialistiche come:

  Anestesisti, chirurghi, ed altri, oggi che scarseggiano nelle strutture pubbliche, nel mente in quelle private ci

  sono, perché, a pensionamento avvenuto, i medesimi si lasciano “convenzionare” nelle medesime? Invece

  che rimanere operativi in quelle pubbliche? Perchè, se non possono lavorare più in quelle Pubbliche, mi si

  spieghi il perché dovrebbero poter lavorare ancora in quelle private, peraltro pagato con soldi del Pubblico

  per le convenzioni in atto con le Regioni tutte?

- E’ vero, o non è vero che, il personale Pubblico, negli Ospedali pubblici, stanno lavorando in totale

  emergenza e difficoltà, anche per ricoprire turni di lavoro e per cambi dovuti? E sono li ad operare a loro

  personale rischio?

- E’ vero, o non è vero che, che gli infermieri pubblici prendono lo stesso stipendio ed hanno gli stessi diritti

  degli infermieri privati? Per i medici, il loro contratto è professionale, cioè da liberi professionisti,

  quindi……è  diverso.

- E’ vero, o non è vero che, nelle strutture private, si sono ben guardati di avere, e nemmeno obbligati ad

  averli da parte delle autorità dovute: Stato e Regioni, dicevo, ad avere le strutture di Pronto Soccorso, e di

  Unità di Rianimazione o Terapie intensive? Solo forse per rari casi si hanno le relative Rianimazioni, ma

  per il Pronto soccorso nulla di nulla, ci mancherebbe...già!!

- E’ vero, o non è vero che, tale personale infermieristico del settore privato risulta non posto a contatto o

  rischio, così come lo sono quelli delle realtà pubbliche, proprio in virtù che non hanno né il Pronto

  Soccorso, né le Rianimazioni o Terapie Intensive,  e nemmeno i reparti di Isolamento?

- E’ vero, o non è vero che, le strutture private sono in totale convenzione, sia per le indagini diagnostiche e

  strumentali, che per l’assistenza, e le attività croniche e riabilitative nonchè chirurgiche a carico delle

  rispettive Regioni?

- Ed allora, se così è, cioè è nella verità delle cose, cioè è.  “ravvisabile un indiretto ruolo pubblico nelle

  loro attività e garanzie professionali e tecniche assistenziali”, sia per gli infermieri che per i medici,

  nonché di quello Tecnico Sanitario. Ed allora, se così è, perché non intervenire con un Decreto apposito,

  d’urgenza, per necessità pubblica, o con atti Ministeriali di governo, requisire queste strutture, queste

  attività strutturali, e soprattutto questo personale Infermieristico, tecnico e medico, per dare “imput” e   

  “sostituzioni” ed “incrementi”alle attività  pubbliche? Alle strutture pubbliche, ai reparti che stanno

  collassando, direi pubblici? Altrimenti, alla scadenza delle relative convenzioni con le varie Regioni, con

  questi soldi ci si assumono personale ed apparecchiature e medici per il pubblico, lasciando il settore

  privato a languire nelle loro scelte. Dico e propongo questo perché, con quelle risorse finanziarie, si vanno

  ad incrementare, a parità di spesa, le strutture pubbliche che garantiscono e debbono garantire il tutto, e

  loro, invece no, compreso le situazioni di urgenza ed emergenza?

E’ questo il percorso che consiglio, altrimenti le realtà dei privati, garantiscono, (come lo è per davvero), meno, ma molto meno, della SANITA’ PUBBLICA, pur essendo mantenuti per il 99%, se non il 100%, da convenzioni pubbliche nelle loro attività, e budget di bilancio. Ed il tutto a scapito del funzionamento ed operatività  del budget del settore pubblico (basta vedere cosa avviene nella Regione Abruzzo per rendersene conto).

E’ questa un’ avvenuta operatività data, pretesa, concessa, a VOCE ALTA, in particolare in questo momento di estremo bisogno e necessità, per l’assistenza pubblica sanitaria, a cui il settore PRIVATO non partecipa affatto, anzi vi “LUCRA sopra”, stante che, le attività di routine, che il pubblico, in condizione normale può garantire, stante la situazione attuale non lo può fare, ed il privato, invece: “offre”, anche il NON necessario alle esigenze, “poppando risorse” alle strutture ed istituzioni pubbliche, per garantire quasi nulla, se non le esigenze indotte da una sanità, direi gratuita o mezzo gratuita, per milioni e milioni di persone. Attività pubblica, ripeto, attualmente in gran parte compromessa da questa emergenza-urgenza (interventi, assistenza ai cronici, prestazioni strumentali diagnostiche etc.) e quindi le stesse, si sono dirottate verso il PRIVATO (nonostante tutto quanto detto) che nel merito fa, e continua a fare: “affari d’oro”, direi, con questa emergenza, ed il personale pubblico pur con aumenti di spesa, dirottato però verso il privato, non se ne avvantaggia minimamente, anzi, continua la sua odissea, le propria difficoltà, i propri rischi, il proprio crescente carico di lavoro, nel mentre, invece al privato questo non avviene, se non per guadagnare di più. Ditemi VOI !!

Bel modo di gestire la sanità pubblica, carissime  REGIONI d’Italia, e lo abbiamo visto, ora soprattutto, ed anche ieri, in specie da parte di chi, come il sottoscritto, è stato pubblico dipendente ed un Ospedaliero pubblico al S. Liberatore di Atri, nel glorioso periodo della sua autonomia gestionale e programmatica.

Altri tempi!!! Ma queste considerazioni, per le strutture e per i professionisti posti ed operanti nel privato valgono sempre, non si possono disconoscere, ed andrebbero, ripeto in questi frangenti, recuperati ad un USO PUBBLICO, in strutture pubbliche, come in questo caso di estrema urgenza e particolarità, cioè la Pandemia in atto. Sbaglierò, ma la vedo così la questione.

Mario Marchese, Comitato Difesa Ospedale Atri