Pubblicato Sabato, 21 Dicembre 2019
Scritto da Nicola Dell'Arena

Opinioni \ Riflessioni

GRAN BRETAGNA: VITTORIA DEI SOVRANISTI

Giovedì 12 dicembre l’Inghilterra ha votato per un secondo referendum sull’uscita dall’Europa. In realtà erano elezioni per il rinnovo della Camera ma sono state elezioni pro o contro la Brexit.

Durante il referendum ci sono stati i professionisti delle catastrofi che avevano previsto le peggiori su Londra nel caso della vittoria di coloro che  volevano uscire. Nulla è successo anzi l’economia inglese è migliorata.

I risultati delle elezioni? Ha stravinto il partito conservatore di Boris Johnson che ha ottenuto la  maggioranza assoluta con 360 seggi. Rispetto al referendum sono aumentati gli elettori che vogliono uscire dall’Europa.

Un caso a parte è il risultato della Scozia, hanno vinto gli indipendentisti che hanno preso quasi tutti i seggi scozzesi.  Gli scozzesi hanno votato con la pancia e non con la testa. Mi spiego meglio. Gli scozzesi hanno tutto da perdere e nulla da guadagnare con l’uscita dall’Europa. La scozia è considerata, al pari del nostro sud, una regione povera all’interno dell’Inghilterra e pertanto dall’Europa arrivano tanti contributi.

Ad oggi non si può capire cosa comporta dal punto di vista economico per la Scozia l’uscita dall’Europa s se l’Inghilterra si farà carico del problema. Questa votazione potrebbe risvegliare lo spirito, ora assopito, di autonomia e indipendenza della Scozia.

A proposito del mal di pancia riporto cosa ha detto Giovanni Orsina Direttore della Luiss School of Government “l’errore è sempre quello di pensare che queste ribellioni populiste provengano dalla pancia e non dalla testa. Insomma, esplosioni emotive prive di ragioni, e per questo destinate a sgonfiarsi rapidamente”. Praticamente coloro che dipingono i populisti e sovranisti che non capiscono nulla o ignoranti sbagliano.

Alcuni commentatori hanno detto che questo voto inglese rilancia il populismo in tutta Europa. Per me è tutto da vedere perché gli inglesi sono stati sempre europeisti tiepidi e perché le cose non si ripetono automaticamente negli altri paesi.

Boris Johnson  ha annunciato che il 31 gennaio ci sarà l’uscita dall’Europa con o senza accordo con la UE. Senza accordo significa due cose: 1) che l’Inghilterra non pagherà neanche un euro all’Europa; 2) che non ci sarà nessun accordo sui lavoratori europei che si trovano in Inghilterra per cui tutto può accadere.

Boris Johnson ha,inoltre, annunciato che nel futuro sarà accettata solo lavoratori qualificati (medici, ingegneri, etc) e la  manodopera non qualificata sarà rifiutata. Nasce il problema dei lavoratori italiani non qualificati. Sembra che Johnson dica “prima gli inglesi” e nessuno dice niente, anzi hanno stravinto le elezioni e la sinistra inglese che ha votato contro l’accordo con la UE è stata sonoramente sconfitta. Quest’ultima posizione porterà a far riflettere tutti i paesi europei che non possono più utilizzare lo sbocco inglese.

Adesso tocca  all’Italia. Ci sono sondaggi fatti da organismi europei, e non italiani, che dicono che il primo paese a lasciare l’Europa dopo l’Inghilterra sia l’Italia. Gli euroscettici italiani si attestano tra il 52 e 55%. Anche qui le cose non sono facilmente esportabili. L’Italia è stato sempre un paese che crede nell’Europa, anzi è stato uno dei paesi fondatori. Vedremo cosa succederà.

Nicola Dell’Arena