Pubblicato Mercoledì, 02 Maggio 2012

 "CASOLI PINTA" Intervista al direttore artistico Renato Valerio

Una galleria d'arte a cielo aperto, una atmosfera umana e sociale indimenticabile

Quale e come è stato il suo primo approccio a Casoli Pinta?
Debbo riconoscere che   fui molto sorpreso dall'invito rivoltomi dall' Amministrazione del Comune di Atri.
Nato in una terra che detiene il primato storico delle esperienze e della Presidenza dei Paesi dipinti in Italia, l'idea di essere invitato a promuovere il varo di un nuovo villaggio artistico, che poteva rivelarsi una sorta di doppione di ciò che era ormai storicamente esistente in molte altre realtà sul territorio nazionale,  per la verità, non mi attirava molto. La voglia di declinare il mio coinvolgimento era molto grande.

Solo dopo diversi sopralluoghi effettuati in Casoli di Atri, e solamente dopo aver ricevuto dall' assessore Gianni Ferretti puntuali delucidazioni sulle finalità programmatiche intese come condensati  di riferimenti e valori, vale a dire la promozione della cultura del messaggio artistico come volano anche volto del recupero urbano del luogo e della ricettività turistica, mi fecero cambiare opinione. Puranche fra molte difficoltà oggettive che una simile impresa poteva così rappresentare,  mi  apparve in seguito,  un'avventura intrigante alla quale non potevo sottrarmi, e vi ho aderito con entusiasmo.

 Come è nata l’dea di Casoli Pinta specie nella sua caratteristica originale di “quadri da parete esterna” più che di veri e propri murales ?
L'ipotesi di realizzare dei murales direttamente sulle strutture parietali degli edifici all'epoca piuttosto sconnessi, e quindi non in grado di ubbidire ai dettami che potessero rispettare un intervento pittorico avvolgente come è prerogativa dei murales che chiamano in causa lavita  stessa delle strutture esistenti, non andava in direzione della loro completa simbiotica  valorizzazione estetico-artistica, con conseguente pregiudizio della buona riuscita del disegno globale soprattutto all'ordine della qualità dell'intervento pittorico, una  priorità questa che ho sempre ritenuta fondamentale.
Si può sostenere quindi che  l'idea della gestazione di un intervento teso allo scopo, che in concerto con le autorità locali ci eravamo prefissi, ci ha indotto alla svolta di configurare  la pratica pittorica attraverso l'applicazione di pannelli murali, soluzione questa, più consona ai fini di una duale valenza; in primis, avebbe consentito di perseguire un risultato più qualitativo e proprio attinente al modo espressivo individuale favorendo l'operatività creativa e la tecnica di ogni singolo artista, e in seconda prospettiva, avrebbe permesso di aprire l'orizzonte alla possibilità di poter rimuovere le opere stesse, potendole disporre anche in altra sede, tenedole così al possibile riparo dagli agenti atmosferici. L'operazione "Casoli Pinta" è germogliata, cresciuta e sviluppata, in maniera idealie in linea di questi principi, e si è così trasformata, non in una performance fine a se stessa, ma in una realtà con caratteristiche proprie di autentica galleria d'arte a cielo aperto e di sicuro riferimento.

 E’ soddisfatto dell’esperienza vissuta?
Ho avuto modo di significare in molte sedi italiane come l'esperienza vissuta durante i lustri d'operatività maturata  in "Casoli Atri", sia stata altamente gratificante sia sul piano squisitamente umano che artistico, questo, in virtù della perfetta armonia d'intenti profusa ed estrinsecata all'unisono in straordinaria concertazione, tra la grande famiglia degli artisti che qui hanno operato e gli abitanti casolani. Un'esperienza collettiva umama e sociale, per molti aspetti, indimenticabile.

 Ha avuto un peso nello scenario artistico dell’epoca la manifestazione di Casoli?
Credo in buona fede di poter sostenere che per la qualità del progetto "Casoli Pinta" e l' adesione allo stesso di artisti di sicura competenza e professionalità e ricchi di una propria straordinaria storia personale riconosciuta  a livello nazionale ed apprezzata in Europa e nel mondo,  sia certamente da considerare un fattore di riferimento anche nel futuro ai fini storiografici del settore delle arti visive italiano.
In tal senso mi è caro ricordare il ciclo della presidenza alla "Castellum Vetus " depositaria del progetto "Casoli Pinta" di Domenico Felicione che qui in sito in quel periodo, fece lievitare una ulteriore spinta qualitativa programmatica, riuscendo a coinvolgere fra i tanti pittori che qui hanno operato, artisti che oggi figurano negli annali delle Biennali di Venezia, Triennali di Milano, Quadriennali di Roma , quali Velasco, Pedretti, Madiai, Martinelli,Venditti, Tonelli, Bogani, Bottegal, De Micheli, solo per citarne alcuni,  che con le loro opere, hanno arricchito e storicizzato questa splendida realtà abruzzese.

A loro si devono aggiungere figure altrettanto prestigiose che hanno presenziato alla "Biennale di Casoli Pinta ", come Notari, Possenti, Ossola, Cazzaniga,Timoncini, Gasparini,Cargiolli, Falconi, che nello scenario artistico culturale nazionale occupano posizioni d'eccellenza, e che hanno sicuramente contribuito con la loro presenza, a far iscrivere Casoli di Atri, negli annali storici delle vicende artistiche contemporanee, quale punto di assoluto rispetto e valore.

 Pensa che oggi sia ancora riproponibile una siffatta iniziativa?
E' sempre possibile migliorare ciò che è stato fatto; ma  per il patrimonio di esperienze  e valori vividamente qui realizzati ed espressi nell'occasione dell'operazione  "Casoli Pinta",  per l'unicità di emozioni e i rapporti qui vissuti fra tutti coloro che hanno concorso al suo disegno esecutivo in comunione di intenti in tutti questi anni, ipotizzare una sua possibile eventuale riproposizione, ritengo sia francamente un evento inattuabile e irripetibile.

Prof,.Renato Valerio
Critico d'arte