Opinioni \ Riflessioni

TARANTO E LA LEZIONE DI REALISMO POLITICO

Ex ILVA, cronaca di una chiusura annunciata che potrebbe finire come cronaca di un suicidio annunciato, tanto per copiare il titolo di un romanzo di Gabriel Garcia Marquez.

Che la chiusura era prevedibile e annunciata si capiva già nel 2012 quanto i giudici di Bari hanno sequestrato senza  facoltà d’uso gli impianti per disastro ambientale e rischiavano il carcere . Allora erano proprietari la famiglia Riva che seguito di questo sequestro si sono ritirati dall’ILVA. Con questo primo atto si è dimostrato che non esiste un punto di equilibrio tra tutela della salute e tutela del posto di lavoro.

Cambiano i proprietari, arrivano gli indiani, finisce ILVA e nasce Ancelor Mittal. Ma i nostri ambientalisti non cambiano e così il 13 dicembre del 2015 la magistratura, a seguito della morte di un dipendente per un incidente, stabilisce che bisogna chiudere un altoforno. La chiusura è prevista entro la fine di questo anno.

Anche questo secondo atto dimostra che non esiste un punto di equilibrio tra ambiente, costi e posto di lavoro. Nel frattempo gli ambientalisti più duri arrivano al governo e approvano un bel decreto: tolgono lo scudo penale per gli amministratori dell’acciaieria. La frittata è fatta, il piatto è servito: al posto delle lodi, le carceri e le manette.

I proprietari non ci stanno e annunciano la chiusura degli impianti. Apriti cielo! Parte il balletto vergognoso della  politica.

Apre le danze Zingaretti, che ha perso una occasione per stare zitto. La mattina afferma che il problema è stato creato dal precedente governo e il pomeriggio viene smentito dai fatti. Esce fuori che il famigerato decreto proposto dal M5s è stato approvato sia da lui che da Renzi. Inoltre, nella foga anti Salvini non si accorge che nel passato governo, sull’argomento hanno fatto tutto Di Maio e Conte.

Prosegue Calenda, che come ministro ha consegnato l’ILVA agli indiani. Addossa la colpa a Di Maio che come ministro del lavoro ha sbagliato tutto nell’accordo del 2018 mentre il suo accordo era una meraviglia.

Alla fine arriva Renzi che dopo la frittata propone di rimettere lo scudo penale. Ma io che sono fessacchiotto e ingenuo mi chiedo, ma quando hanno approvato il decreto Renzi e Zingaretti cosa pensavano, cosa stavano facendo, hanno pesato le conseguenze della decisione che stavano approvando. Ho paura che anche queste siano lacrime di coccodrillo.

L’ultima parte la lascio a Barbara Lezzi, l’ex ministro grillina, tutta ambiente e solo ambiente. Nella fase concitata per trovare una soluzione lei ha costretto tutto il M5s a boicottare la rimessa dello scudo penale pena la crisi di governo ed  inoltre è per la chiusura dell’impianto.

Di fronte a questa situazione mi viene un dubbio e vado a vedere l’osservatorio sui tumori, pubblicato dal ministero, e leggo che in Puglia (non la sola provincia di Taranto) per il 2019 prevede il 21% di tutti i tipi di tumori. In altre regioni la percentuale è maggiore ed in alcune è più bassa. Per la chiusura dell’impianto basato sulla tutela della salute mi lascia qualche dubbio.

E così dalla cronaca di una chiusura annunciata prevedo una cronaca di suicidio annunciato per il M5s.

Nicola Dell’Arena