Pubblicato Mercoledì, 25 Settembre 2019
Scritto da Mario Marchese

UNA MOSTRA CHE VA VISTA E COMPRESA

“LA GRANDE IMMAGINE” -  LA CINA DI MAO - ARAZZI - ANNI 60
AL MUSEO CAPITOLARE DI ATRI.

Ieri sera, 13-Settembre-2019, ore 18.00, c/o il Museo Capitolare di Atri, accanto/dentro, la Cattedrale dell’Assunta, è stata inaugurata una mostra: “LA GRANDE IMMAGINE”, riferita a disegni ed arazzi esposti raffiguranti  le immagini nelle “forme e della propaganda maoista”, di MAO-Tse-Tung (n. 1893-m. 1976), e soprattutto del decennio 1966-1976, della “Grande Rivoluzione Culturale” proletaria condotta  dal “grande timoniere”, quale si riteneva, e lo ritenevano miliardi di persone in tutto il mondo, a MAO-Tse-Tung.

Mostra a cura di  Astrid Narguet, Lucilla Stefoni e Filippo Lanci.

Il tutto in un contesto diverso, direi anche sacro, di un Museo Capitolare, non laico, ed assieme ad immagini sacre, statue e madonne, con reliquie di santi presenti da tutte le parti, ed ecco vedere, in mezzo a loro, le “Bandiere Rosse con Mao Tse Tung raffigurato”.

Che dire...è una novità, una sorpresa, una novità ed un coraggio del tempo che si apre alla storia, se storia è, o sono, anche quelle reliquie e quei busti raffiguranti santi  e madonne, del nostro valente e ricco Museo Capitolare di Atri.

E’ stata una presentazione ed illustrazione degli arazzi, e delle immagini in esse espresse, del periodo politico della Grande Rivoluzione Culturale in Cina. Arazzi del periodo 1966-1976, illustrati con maestria e conoscenza dei luoghi, della storia della Cina, e soprattutto di quel periodo storico, essendoci vissuta per 15 anni in Cina, certa dr Astrid Narguet, francese, ma che parlava brillantemente l’italiano con cultura e con capacità di sintesi non comune.

Il tutto legato, come è stato più volte affermato, al periodo missionario espresso dai Gesuiti, e che vidde in Atri, il maggior artefice della Compagnia del Gesù, Padre Claudio Acquaviva, Padre Generale dei Gesuiti, uno dei maggiori fautori  della parola e della evangelizzazione presso questo immenso continente o nazione.

Insomma: ATRI e CINA, è stato messo in parallelismo, ma saldamente illustrato e fatto comprendere all’ampio pubblico ivi presente. Entrare nel MUSEO  e vedere la “Bandiera Rossa con la faccia di MAO”, che esprime con un suo  immancabile e significativo gesto, ormai conosciuto ai più, “della vittoria”, ed il messaggio e l’indicazione della “Grande Marcia”, e di una “nuova frontiera”, per quel popolo immenso che è il popolo cinese. E’ stato veramente emozionante, compreso il sapere storia e realtà di quel periodo, del popolo cinese, che pur in difficoltà intellettuale (moltissimi non sapevano leggere e scrivere, quasi l’85%), fecero, come istituzioni di governo, grossi sacrifici per  indottrinare e dare  il sapere, a centinaia di milioni di persone. Così permettendo anche di poter capire e leggere, in breve tempo, il “famoso libretto ROSSO di Mao”.

E’ una mostra che va vista, riflettuta nel significato e nel messaggio che offre anche e soprattutto oggi alle generazioni, non solo nostalgiche di quelle idee e di quel periodo (come il sottoscritto), ma alle nuove generazioni, a cui tali avvenimenti appaiono lontani, lontanissimi, sicuramente non coinvolgenti, ma che ancora oggi, invece, coinvolgono, loro malgrado parte della generazione  di fine 900. E’ evidente che a queste generazioni di oggi, è mancata la conoscenza, oppure, si trovano nella superficialità nel conoscere ed analizzare quegli avvenimenti che hanno cambiato la storia per miliardi, e che ancora oggi la sta cambiando la storia moderna, con  la Cina che vola ad essere la 1° potenza Economica al Mondo.

Quanti passaggi ci sono stati, quanta strada è stata fata per arrivare a questo, e con un “Comunismo applicato”, anche se, sempre al centro  della gestione politica nazionale della Repubblica Cinese in termini ferrei ed il famoso “centralismo democratico”, ma nel contempo anche aperto e regolatore delle realtà del mercato, anche quello capitalistico. Un sistema  di Comunismo, ben diverso da quello Sovietico dell’ex URSS, e ben ancora diverso di quello applicato a Cuba o in Vietnam. Che ha mostrato, sicuramente successo, risollevando quella realtà politica ed economica, veramente di una società che era per l’85% contadina, povera, affamata, analfabeta, all’incontrario di oggi, che la percentuale si è capovolta e sono addetti alla industria, ed industria altamente qualificata, direi anche spaziale, in tutti i settori della modernità, avendo già i medesimi fatti scendere sulla luna un loro robot per esplorarla, e nel pieno silenzio dei mass media. Questa è la CINA d’oggi, non di ieri, oggi che investono  in nazioni povere dell’Africa, in cambio di materie prime, in servizi, strade, ponti, Ospedali etc. E’ un’altra realtà l’espansionismo cinese, è di rispetto, non  come con le cannoniere del capitalismo occidentale, di ieri, ma anche  di oggi, che si è affacciato, oppure ha cercato di esserlo, nei paesi arabi, e non, la dove hanno tentato di esportare la loro. “democrazia”,  con le bombe, e non con gli aiuti e gli esempi come hanno fatto, invece i cinesi (ed anche allora l’URSS).

Ma siamo oggi ad altre storie più recenti, o di altre aree, e di altre responsabilità che questi esempi si sono manifestati. La Cina ha saputo gestire il suo ruolo di “superpotenza economica”, e, direi anche militare, senza urtare nessuna posizione precostituita dei blocchi esistenti, con molta diplomazia e volontà di stare in pace, in ogni parte del pianeta pur condividendo le lotte di liberazione e le rivoluzioni locali.

Questo a differenza degli “USA e dell’occidente”, come si sono visti in questi decenni, con le “guerre sante”,  cosiddette democratiche, con milioni di morti, immani distruzioni e sofferenze,  e poi senza sanare le ferite di quelle realtà create, a guerre finite, anzi, anzi, creandone di nuove ed insanabili, che oggi coinvolgono anche l’Italia, con la famosa immigrazione da queste zone in cui l’Occidente ha posto il loro seme  delle imposizioni, delle loro regole, e dei loro, purtroppo, fallimenti politici e militari  in ogni dove, in Africa in particolare, ma anche nell’Asia e nell’America Latina. Ma questo è tutto altro discorso rispetto al messaggio che vuole dare questa mostra.  Andatela a vedere.    E’ una MOSTRA che va vista e compresa.

Mario Marchese

Circolo della Sinistra Indipendente E. Berlinguer-Atri

PS- Va ricordato, che negli anni 70, Atri ebbe  a “gemellarsi con la Cina”, tramite l’ambasciatore cinese che venne ad Atri, e questo su iniziativa di “Atri 8”, un giornale locale di interessante ispirazione sessantottesca, e l’iniziativa fu altrettanto curata dal compianto Prof. PZU, ovvero Pino Zanni Ulisse.