Pubblicato Mercoledì, 18 Settembre 2019
Scritto da Santino Verna

GIORNI DI GRAZIA E DI GIOIA

PEREGRINATIO ANTONIANA AD ATRI

Tre giorni di grazia e di gioia ha vissuto Atri, con la visita delle reliquie di S. Antonio e di S. Francesco, in occasione dei 75 anni della fine dell’ultimo conflitto mondiale, con l’arrivo delle pattuglie liberatrici, proprio nel giorno di S. Antonio di Padova.

Dal 1981 le reliquie del Santo, girano per tutto il mondo, su richiesta delle parrocchie, per dar la possibilità ai devoti che non possono recarsi a Padova, di venerarne una parte dei resti. Quest’anno sono state portate anche alcune ceneri di S. Francesco, in ricordo dell’VIII centenario del passaggio di S. Antonio dagli Agostiniani all’Ordine dei Frati Minori.

In molti atriani era vivo il desiderio di avere ad Atri le reliquie di S. Antonio. Nel 2013, diversi cittadini, alla spicciolata, si recarono alla Chiesa di S. Antonio in Pescara, per venerarle, proprio nei giorni della Tredicina. Nel 2015 arrivò, in aprile, l’urna di S. Gabriele, per la terza volta nella storia di Atri, e questo alimentò il desiderio di una simile celebrazione, incentrata sul Santo di Padova.

Il ripristino della Cattedrale, dopo il terremoto, nella solennità dell’Assunta del 2018, ha dato il “la” per avanzare a Padova la richiesta delle reliquie, e la data più felice sarebbe stata il 13 giugno 2019. Il Parroco Don Giuseppe e i preziosi collaboratori, Antonella Pavone, Ettore Cicconi e Giulia Di Giacomantonio, insieme ad altri sodali hanno lavorato e insistito per avere le reliquie entro dicembre 2019, per rientrare nei tre quarti di secolo del miracolo.

Alle 16.15 del 16 settembre, le reliquie sono arrivate in Piazza duchi d’Acquaviva, con un cielo splendido, e una nutrita assemblea di devoti, provenienti da Atri e dintorni. L’autovettura di S. Antonio è stata posteggiata davanti all’ex-pretura e il prelevamento delle reliquie è stato accolto da un corale applauso, alla presenza del Sindaco Prof. Piergiorgio Ferretti e dell’Arciprete Don Giuseppe Bonomo.

Erano presenti gli altri due Parroci di Atri, Don Matteo Baiocco D’Angelo e Don Vincenzo Salladini, il Cappellano di S. Chiara Don Paolo Pallini e il Ministro Provinciale dei Minori Conventuali d’Abruzzo e Molise, P. Franco Rapacchiale. Da Padova sono giunti due frati, impegnati nella missione antoniana, P. Egidio Canil, già Vicario Custodiale del Sacro Convento, e Fra Marius, della Provincia di Romania, studente nella città del Santo. Nel corso di quasi 40 anni si sono avvicendati diversi frati in questo prestigioso e faticoso servizio: ricordiamo soltanto P. Olindo Baldassa, Rettore della Basilica del Santo e P. Luciano Marini, fino a due anni fa instancabile animatore delle celebrazioni con le reliquie.

Una brevissima processione, dalla piazza alla Chiesa delle Clarisse, ha dato la gioia di rivivere quella annuale del 13 giugno, con la statua di S. Antonio. Ma ancor più quella da S. Chiara alla Cattedrale, con la sosta davanti alla Chiesa di S. Francesco, cuore del culto antoniano ad Atri, con il sottofondo delle campane di S. Maria. Un’altra, inevitabile, sosta davanti alla Chiesa di S. Agostino, in ricordo della primitiva appartenenza del Santo dei miracoli.

La S. Messa in Cattedrale è stata presieduta da P. Egidio e concelebrata da Don Giuseppe e P. Franco, con il servizio liturgico dei ministranti della Concattedrale e l’animazione del coro “Don Giovanni D’Onofrio”, erede della schola-cantorum di S. Francesco. La corale ha eseguito, all’ingresso delle reliquie, il “Cantico di Frate Sole”, di P. Domenico Stella. Non poteva mancare, dopo la benedizione e il congedo, l’inno a S. Antonio, composto sempre da P. Stella, libera traduzione del “Si quaeris”.

All’ingresso del presbiterio era la statua di S. Antonio, questa volta con il prezioso giglio in mano, custodito in S. Francesco, e attualmente, in S. Reparata. Accanto erano le reliquie: il reliquiario “parlante” e quello classico con la costola fluttuante, parte del corpo che ha sentito il battito del cuore del Santo.

Alle 21, una veglia di preghiera, nella Chiesa dell’Addolorata a Treciminiere, appartenente alla Parrocchia di S. Maria nella Cattedrale, in festa per l’annuale festa mariana, la terza domenica di settembre. Gli abitanti della frazione accolgono sempre con generosità gli eventi ecclesiali.

Il giorno seguente, S. Antonio e S. Francesco hanno visitato casa di riposo e ospedale, rispettivamente la mattina e il pomeriggio, ancora con il tempo buono. Nella cappella dell’ospedale, l’accoglienza è stata guidata da P. Lorenzo Valentini. Poi, il ritorno in Cattedrale, per la S. Messa con l’affidamento dei bambini al Santo dei miracoli. E’ tradizione, il 13 giugno, la benedizione dei bambini. I canti che hanno animato la liturgia sono stati eseguiti dai “Pacinini”, diretti dal M° Chiara Leonzi.

Il 18 settembre, con la S. Messa di commiato, in Cattedrale, le reliquie hanno ripreso la via di Padova. In un giorno francescano, perché si ricorda S. Giuseppe da Copertino, fino al 1982, l’unico Conventuale canonizzato. Patrono degli studenti, e in particolar modo, degli esaminandi, è molto venerato nel Salento, soprattutto con la festa religiosa e popolare, nella cittadina natale.

Se è vero che la missione comincia quando finisce, la venuta delle reliquie di S. Francesco e di S. Antonio, come l’esposizione di quelle di S. Chiara, accanto agli altri due grandi dell’Ordine Serafico, ha donato linfa vitale alla città di Atri. Nella speranza che l’annuale festa del Santo torni ad essere, nella cittadina acquaviviana, l’alter ego di quella di S. Rita.

SANTINO VERNA