Pubblicato Mercoledì, 11 Settembre 2019
Scritto da Santino Verna

VIAGGIO NELLA VITA CONSACRATA (4)

I CHIERICI REGOLARI

I Gesuiti, i Teatini, i Camilliani, i Somaschi, i Barnabiti:
diverse sperienze d vita religiosa

La forma religiosa più tipica dell’epoca moderna (intesa a partire dalla scoperta dell’America) sono i chierici regolari, ovvero religiosi, per lo più sacerdoti, viventi in comune, con la professione dei voti, impegnati in azione apostoliche richieste dai tempi, come l’insegnamento, la direzione spirituale, le confessioni e le missioni “ad gentes”.

I chierici regolari più famosi, anche perché è la famiglia religiosa più numerosa, è la Compagnia di Gesù, tornata all’attenzione nel 2013, con l’elezione di Papa Francesco. Popolarmente detti “gesuiti”, nacquero alla vigilia del Concilio di Trento (1545-65) per sostenere e difendere la Chiesa Cattolica, con l’Occidente diviso dalla Riforma.

S. Ignazio, durante la convalescenza era stato attratto dalla lettura della vita di S. Francesco. Tuttavia non volle entrare nell’Ordine Serafico, ma volle una “Compagnia” (locuzione ripescata nel frasario militare) alle dirette dipendenze del Sommo Pontefice. I Gesuiti, oltre ai tre voti classici, emettono quello di obbedienza al Papa. L’obbedienza è ignazianamente intesa “perinde ac cadaver” (alla stregua di un cadavere), perché un defunto non può ribellarsi al Superiore.

Inizialmente i figli di S.Ignazio avevano tra le mansioni, l’assistenza agli infermi. Non per nulla S. Luigi Gonzaga, uno dei gesuiti più famosi della storia, molto venerato nell’ambito dell’AC, contrasse a Roma la peste, durante il servizio nei lazzaretti. Gli impegni accademici e missionari, affievolirono non poco questa mansione. La scoperta dell’America aveva aperto nuove frontiere per l’evangelizzazione e i Gesuiti sono sempre stati in prima linea. Ma non solo nel Nuovo Continente, perché si sono spinti fino all’Estremo Oriente con S. Francesco Saverio, patrono delle missioni e Matteo Ricci.

Sempre attenti ai segni dei tempi, i Gesuiti nell’era contemporanea sperimentano il mondo delle comunicazioni sociali, innanzitutto con “Civiltà Cattolica” e poi con Radio Vaticana, nata all’indomani dei Patti Lateranensi. Nel 1952, con l’avvento del piccolo schermo, in Italia, lavorano per la trasmissione della S. Messa domenicale in TV, con P. Antonio Covi e P. Nazareno Taddei.

Non dimenticando mai lo studio e la ricerca, con la Pontificia Università Gregoriana, dove si sono formati e si formano insigni esponenti della Compagnia, ma anche sacerdoti diocesani e appartenenti a tanti Ordini e Congregazioni religiose.

Si chiamano propriamente “Chierici Regolari”, i Teatini, famiglia fondata dal Vescovo Gian Pietro Carafa, poi Papa con il nome di Pio IV e S. Gaetano Thiene. L’intento dei fondatori era tornare alla vita degli apostoli, con la comunione delle sostanze e una conduzione meno segnata dalla sontuosità del Rinascimento. Si chiamarono con il demotico di Chieti, perché S. Gaetano non volle, per umiltà dare il suo nome alla nascente famiglia regolare, e si dovette ricorrere al cognome umanistico del Vescovo Carafa, detto “Theatinus”, perché per molti anni ebbe la sede di Chieti.

Altri chierici regolari, peraltro chietini anche loro, i Ministri degli Infermi, fondati da S. Camillo de Lellis, proveniente pure lui dall’esperienza francescana, attraverso la dimora nei Cappuccini di Manfredonia. Ma dovette lasciare per motivi di salute. Volle una famiglia dedita interamente agli infermi, anche a costo di contrarre malattia. Nel XVI secolo la professione infermieristica era affidata il più delle volte a gente poco motivata, non di rado con anni di carcere all’attivo, e l’ammalato non veniva curato molto bene. S. Camillo vedeva in ognuno di essi, il Signore Crocifisso e baciandone il capo, sentiva quello del Divin Maestro coronato di spine.

A Milano, nascono i Chierici Regolari di S. Paolo, popolarmente detti “Barnabiti”, perché dimoravano presso la Chiesa del collaboratore di S. Paolo, nella città manzoniana. Il legame con S. Barnaba ribadiva il desiderio di ritornare ai primi anni della Chiesa. Dediti ai collegi, ai giovani, ai poveri e all’insegnamento, i Barnabiti promossero, nel clima della Riforma Cattolica, le “Sacre Quarant’Ore”, tradizione nata nel XIII sec. a Zara, per santificare il Carnevale, e distogliere i fedeli dai divertimenti pericolosi, come le risse negli ultimi giorni che precedevano il Mercoledì delle Ceneri.

Analoghi ai Barnabiti sono i Chierici Regolari Somaschi, dalla casa di Somasca, nel comune di Vercurago, nei pressi di uno stabile identificato nel castello dell’Innominato manzoniano. Fondati da S. Girolamo Emiliani (o Miani), veneziano, il loro “carisma” è l’assistenza degli orfani. A Milano, sono famosi i “Martinitt” che prendono nome dal Collegio di S. Martino.

Caratteristica dei Chierici Regolari è la dimora nelle residenze in luogo dei conventi. Sono palazzi confondibili con stabili privati. Per le esigenze apostoliche non hanno l’obbligo del coro, quindi non si radunano per le preghiere nel corso della giornata. Non hanno abito specifico. S. Ignazio adottò la tonaca dei preti per la Compagnia. Vi sono certamente piccole differenze, come la croce rossa cucita sul panno dell’abito, per i Camilliani.

Le chiese dei Chierici Regolari sono abitualmente a navata unica, con cappelle laterali in sostituzione delle navate minori o navatelle, per favorire l’acustica e quindi la predicazione. E’ presente un pulpito ligneo, a metà dell’aula, ormai al posto dell’ambone. Il prototipo è la chiesa del SS. Nome di Gesù all’Argentina (nome completo della chiesa del Gesù) e ne seguono le linee, nella città eterna, quella di S. Carlo ai Catinari dei Barnabiti e della Maddalena dei Camilliani, per rimanere nella vicinanza della piazza, dove era la sede della DC.

SANTINO VERNA