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XXVIII° CAMPO ARALDINI IN ASSISI: L'ABRUZZO C'ERA!

IN 400 PER UNA BELLA ESPERIENZA

Dal 10 al 14 luglio 2019 si è svolto in Assisi, il XXVIII° campo nazionale dei piccoli francescani, gli Araldini, perché come Francesco, Araldi del Gran Re. Quasi 400 erano i bambini, provenienti soprattutto dall’Italia Meridionale, per consolidata tradizione. La sola Campania ha 40 fraternità, affidate alla guida spirituale e carismatica delle tre famiglie del Primo Ordine Francescano.

Quest’anno una piccola rappresentanza dalla Lombardia, con gli Araldini di Crema, accompagnati da Fra Massimiliano da Pisogne, e sostenuti dalla Prof.ssa Monica Pallamolla Di Pietro, laica francescana di Serracapriola, terra di grandi memorie serafiche.

L’Abruzzo era presente con le fraternità di Pescara S. Antonio, Pescara Colli, Silvi, Chieti, Brecciarola, Ortona e Giulianova. Assente il gruppo di Penne, legato alla locale comunità dei Cappuccini. Il tema di quest’anno “Tu sei bellezza” collegato al tema della morte, con vibranti testimonianze.

Itinerario francescano di quest’anno, il Santuario di S. Damiano, con il pellegrinaggio a piedi, partendo dal Santuario di Rivotorto, dove si stavano celebrando le esequie di un parrocchiano. Il cammino, intervallato da tappe con riflessioni, è stato preparato dalle fraternità dell’Umbria, dove gli Araldini hanno un grande centro nella Parrocchia di S. Giuseppe a Terni, dei Frati Minori Conventuali. I gruppi sono presenti anche a Spoleto (Cappuccini) e S. Maria degli Angeli (Minori).

Il tema della morte è stato sviluppato con le visite a tre tombe nella città di Assisi: S. Francesco e S. Chiara nelle omonime Basiliche e il sacello di Carlo Acutis, un ragazzo di 15 anni, innamorato dell’Eucarestia e portato via da un male ribelle a tutti i tentativi della scienza. Carlo era un ragazzo amante della vita e generoso verso tutti.

Originario di Milano, come si evince dal pannello marmoreo della tomba (spiccano il Duomo e la Parrocchia di S. Maria Segreta), i genitori diversi anni dopo la morte, proposero a P. Carlo Chistolini, Parroco di S. Maria Maggiore in Assisi, l’intitolazione del locale oratorio a Carlo. Il giovane cappuccino umbro, poi missionario in Amazzonia, accolse l’idea e con l’oratorio, la Chiesa è diventato luogo per conoscere il giovanissimo testimone della fede. Un ragazzo come S. Domenico Savio, i pastorinhos di Fatima e S. Gabriele dell’Addolorata, peraltro nato in Assisi, dove il papà (anzi il babbo come si dice in Umbria) era governatore pontificio. Per questo fu battezzato con il nome di Francesco, allo stesso fonte del Santo Poverello, di S. Chiara e di Federico II, nella Cattedrale di S. Rufino.

La Chiesa di S. Maria Maggiore, antica Cattedrale di Assisi, è anche, per volere dell’Arcivescovo Domenico Sorrentino, Santuario della Spogliazione, perché sul sagrato Francesco, davanti al papà Pietro e al Vescovo Guido, rinunciò agli averi.

Nel rimanente tempo prima di cena, la visita alla Basilica di S. Chiara e al Crocifisso di S. Damiano. Turisti e pellegrini si fondevano nella Messa vespertina con il Vangelo del Buon Samaritano, presieduta dal Guardiano P. Gian Carlo Rosati, una delle tante voci ecclesiali della radio, negli anni ’90 missionario in Argentina dove conobbe l’allora Arcivescovo della capitale, Jorge Mario Bergoglio, primo Papa della storia con il nome di Francesco.

La giornata conclusiva, si è svolta, e non poteva essere altrimenti, nella Basilica Inferiore di S. Francesco con la S. Messa presieduta da P. Felice Autieri, Minore Conventuale, storico della Chiesa. Hanno concelebrato i francescani delle tre famiglie presenti al campo. Nella celebrazione sono stati ricordati i defunti, Lorenzo e Francesco, protagonisti dei campi degli Araldini e Antonella, animatrice pugliese colpita da terribile malattia. I canti, attinti dal repertorio ecclesiale e francescano, sono stati eseguiti dal coro degli animatori, con all’organo Gianfranco Casula. Alla chitarra Vincenzo Parrella e Michele Soranno.

P. Felice ha ricordato che il campo comincia quando finisce. Dobbiamo applicare ogni giorno gli insegnamenti appresi nei luoghi francescani, dove il Signore quotidianamente ci pone, a scuola, a lavoro, nei luoghi di svago, in famiglia.

Il campo nazionale, come tutte le cose belle, è finito, nel meriggio di una domenica di luglio. Dal Tabor si scende a Emmaus. La tristezza della partenza è lenita dal prossimo appuntamento dei francescani, religiosi e secolari, con la Città Serafica: il Perdono d’Assisi. Si può lucrare dal mezzogiorno del primo agosto a tutto il due, festa di S. Maria degli Angeli. L’Abruzzo, da diversi anni, è in prima linea, perché apre le celebrazioni con la penitenziale e la S. Messa, nel primo pomeriggio.

Chi non potrà andare il primo agosto, avrà un altro appuntamento imminente –parliamo degli animatori- il fine settimana al Santuario della Verna, la fine di agosto. I luoghi francescani sono tanti, e importanti per il cammino umano e cristiano di tutti.

SANTINO VERNA