LA "CASA MAMBELLI" VA VALORIZZATA

IDEE E PROPOSTE

Egregi signori, ho qualche anno addietro, allorquando la famiglia “Mambelli di Atri”, ebbe ad avere l’idea di promuovere la visita al pubblico del proprio palazzo, di quanto è rimasto dell’arredo , degli utensili, degli scritti, della biblioteca, del nostro concittadino, filosofo, “ARIODANTE MAMBELLI”. Abitazione  posta in Via Cardinale Cicada, contraddistinto da un idoneo portone, e nella cui facciata si pone una epigrafe illustrante la storia, e le qualità del nostro insigne concittadino, ad esso espresse da un altro illustre, Don: Prof. Luigi Illuminati di Atri.

Ebbene in quella occasione, visita, ebbi ad essere impressionato dal materiale  posto alla visione, oltre che la bellezza “consunta” dell’abitazione, della sua biblioteca etc. e che mi posi la volontà di coinvolgere l’Amministrazione Astolfi per agire  al fine di trovare una idonea soluzione e proposta per andare incontro alle volontà, direi, di benpensanti, mecenati, dei giovani famigliari, che appaiono estremamente disponibili a rendere la stessa sede-casa, per mostre e convegni, o centro di studi, oppure per visite periodiche nel quale si ricorda la figura del MABELLI. Ma per fare tutto questo, nella realtà, ha un costo, che di certo non può la famiglia porre a proprie spese. In primis, la tutela del palazzo, con interventi di  manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre che avere la tutela anche del patrimonio librario e della rarissima corrispondenza con i massimi esponenti dell’Italia Risorgimentale. Un epistolario, che il Mambelli ebbe sia con Giuseppe  Garibaldi, che con Giuseppe Mazzini ed altri, oltre che, una indimenticabile amicizia con il  concittadino garibaldino, Pietro Baiocchi, l’unico dei MILLE partito da Quarto di abruzzesi. Poi, morto alle porte di Palermo.

Cosa fare? L’allora Sindaco Astolfi 1°, non rispose alla predetta, evidenziando, come in seguito ad altre proposte istitutive museali e culturali, un certo ostracismo operativo e  di convincimenti culturali: Della cosa cercai di coinvolgere anche il suo Assessore alla Cultura, allora, la dr Angela De Lauretis, ma anche la stessa era lontana da queste sensibilità, preferendo altre visibilità. E così, nonostante la sollecitazione,  tutto è rimasto così, ferma alle mie proposte ed intenzioni in 10 anni di amministrazione Astolfi. Ora c’è la continuità amministrativa, ma con un diverso Sindaco ed Assessore alla Cultura, il Prof. Piergiorgio Ferretti (Sindaco) ed il dr Domenico Felicione (Assessore), si dimostreranno più sensibili, accorti, volenterosi, mecenati...non so proprio per la cronaca erano anche  amministratori per 10anni nella precedente Giunta di Astolfi, quindi non sprovvisti di responsabilità per il silenzio maturato, ma voglio dare loro  originalità, e con la presente li coinvolgerò di nuovo e nelle loro nuove veti (si fa per dire).

Ora, la stessa famiglia, si sta ponendo in ulteriore disponibilità, avendo trovato altre soluzioni abitative, e quindi si sentono di mettere più spesso a disposizione della cittadinanza, dei turisti, la casa natia del Mambelli: nonno o bisnonno di nipoti e pronipoti di Ariodante  Mambelli.

Cosa si può fare? Egregio  Signor Sindaco Ferretti,Egregio Assessore  Felicione? So che non vi manca no gli agganci per  portare avanti questo tema in sedi appropriate, come la Regione Abruzzo, la Fondazione Tercas, il Ministero dei Beni Culturali etc. per rendere credibile l’azione e la volontà politica del “fare”. Ma ci dovete credere all’epilogo, al progetto, altrimenti sono solo chiacchiere morte di una buona volontà fatta di chiacchiere morte.

  Io ritengo, intanto di promuovere, fare  una conferenza di Servizi che vadano a coinvolgere :

1-Le soprintendenze dei BBAASS  e dei beni  Librai ed Archivistici della Regione Abruzzo;

2-Il Presidente della  Regione Abruzzo;

3-L’Assessore alla Cultura della Regione Abruzzo;

4-La Fondazione Tercas;

5-Il Comune di Atri;

6-L’Associazione di Storia Patria della Regione Abruzzo;

7-La famiglia Mambelli interessata al progetto di utilizzo della stessa casa e di quanto in esso contenuto, a fini diversi: di visita, di studio, di  curiosità  didattica.

Intanto, si potrebbe, iniziare a stampare un catalogo, con tutte le foto inerente il palazzo, l’interno, le stanze, gli arazzi, i dipinti, i particolari dei mobili, i pavimenti, i vari oggetti del Mambelli usati, le foto, i diplomi e vari riconoscimenti, gli epistolari con Mazzini, Garibaldi e Baiocchi, nonché i libri, la biblioteca del medesimo, ed i suoi autografi scritti, anche  ivi presenti e posti all’attenzione del pubblico e dei visitatori.

Insomma un bel catalogo, presentato da un insigne storico Regionale di Storia Patria, o della Storia Risorgimentale Italiana, e presentarlo all’attenzione del pubblico atriano e soprattutto NON,  invitando le autorità giuste, anche fuori dalla Regione Abruzzo, che possano parlare della Storia e del Risorgimento Mazziniano e Garibaldino e Sabaudo, con spirito di conoscenza, possibilmente amante la nostra città di Atri.

Non si capisce il perché, andando per le fasi di un possibile finanziamento, ad esempio: l’ex Governatore D’Alfonso, abbia potuto finanziare, solo per Pescara: il Restauro del Teatro Michetti, il Museo del Mare e della Città della Musica, il Restauro dell’edifico del Circolo Canottieri “la Pescara” etc. 

Senza ricordare cercare altri interventi di tal genere fatti in Regione nelle  tante realtà di interesse simile a quanto in proposta, e che la Regione potesse  intervenire, anche direttamente sulla casa Mambelli previo passaggi statutari, di disponibilità, di un progetto da inventare e costituire, e che il Comune potrebbe dare, far partire come fase iniziale, assieme al Catalogo?

Io credo sia possibile, ed il “CATALOGO” sarebbe, come dicevo, il 1° passo, e nel contempo, proporre un progetto di restauro e fruizione  della “Casa Museo”, tramite l’assenso della proprietà a questo obbiettivo, e nella sua  gestione regolamentata di visitazione, determinando uno “Statuto della Fondazione” in essere, per poi, con la stessa muoversi in tutti i meandri del potere  politico amministrativo e regolamentare per proporre, le necessità prima postate all’attenzione delle SSLL. Compreso? Quindi, prima:

1°- Catalogo;

2°-Presentazione del Medesimo;

3°-Costituzione di una Fondazione di interesse con le istituzioni di cui sopra dentro;

4°-Progetto di recupero ed utilizzo della medesima struttura;

5°-Richiesta finanziamenti alla Regione Abruzzo ed alla Fondazione Tercas, per realizzare il progetto, sia

     di Restauro, che di interventi strutturali, nonché quello dell’ allestimento e recupero dei beni presso  la

     stessa custoditi, ovviamente il tutto fatto e portato avanti con l’ausilio  dei Beni Culturali librari (o da

     loro medesimi), che nel frattempo debbono far riconoscere di “interesso pubblico e storico”, la biblioteca, i manoscritti, gli epistolari, il materiale immobiliare ivi presente”.

 Insomma, bisogna crederci, lavorarci, per fare questo e portarlo avanti, caro  Signor Sindaco e, soprattutto, Caro Assessore Felicione, c’è solo bisogno di fare,  e realizzare, non credete? Cordiali saluti,

Mario Marchese (Sindaco emerito di Atri), Circolo della Sinistra Indipendente E. Berlinguer-Atri