Pubblicato Martedì, 09 Aprile 2019
Scritto da Super User

UN APPELLO ALLA NUOVA GIUNTA REGIONALE

RIPRISTINATE IL PUNTO NASCITA DI ATRI!

Egregio Presidente, Assessore, Signori Consiglieri Regionali,

ho letto ed ascoltato il vostro programma, che si intende riprendere, a livello programmatico, la ristrutturazione territoriale dei Punti Nascita nelle varie ASL d’Abruzzo, oltre che, nei vari Presidi Ospedalieri, stante una situazione, che in Regione, ha determinato disfunzioni ed insicurezze sia per le mamme che per i bambini, oltre che sprechi di risorse e non rispetto di decisioni prese dall’allora Commissario ad Acta per la Sanità Luciano D’Alfonso, il tutto in dispregio della famosa “Legge Fazio del 2010 e dell’accordo Stato Regioni”dello stesso anno.

Presidi  Ospedalieri abruzzesi, che all’atto dei Decreti soppressivi dell’allora Commissario ad Acta , nonché Presidente della Regione Abruzzo,  Luciano D’Alfonso  emanati nel 2015, ebbe a sopprimere il Punto Nascita del S. Liberatore di Atri, ingiustamente ed ingiustificatamente, pur rientrando lo stesso, in tutti i 47 parametri previsti, dicevo, dalla Legge Fazio per ritenersi “sicuro” un punto Nascita, (sia per la mamma che per il bambino).

Era, il nostro, un punto nascita che esprimeva una media di oltre i 500 dell’ultimo quinquennio antecedente la soppressione, oltre che nell’anno 2015, di soppressione, aveva superato questo dato, con 530 parti. Statisticamente tutti nati vivi, e con una media di parti cesarei,  di molti punti al di sotto della media Regionale e di alcuni punti al di sotto di quella nazionale, quindi, di estrema sicurezza ed eccellenza nei risultati statistici.

Se, allora si fosse seguita la proposta, dopo la chiusura di Penne,  si sarebbe oltrepassato 700, senza contare che si stava attivando il Parto in Analgesia, si sarebbe andato anche oltre.

Ma non si volle questo progetto e questa strategia, si volle chiudere e basta, dando e determinando poi, con la soppressione di Ortona e la stessa  Penne, un intasamento dei Punti Nascita di Chieti e Pescara, veramente sull’orlo del collasso e della insicurezza, giacché, Atri, era, come lo è sempre stato, un punto di riferimento regionale anche per questo servizio per un’area di 18 Comuni, della Val Fino e della Val Vomano, compreso, Roseto, Silvi, Pineto e Montesilvano e Città S. Angelo ed Elice.

Quindi un’ ampia sicurezza territoriale  esprimeva questo servizio. Ma questa domanda  si è voluto interromperla. Una efficienza e che esisteva da decine e decine d’anni nel territorio  espresso, descritto, di quasi 180 mila abitanti.

Purtroppo, allora, non si volle aspettare gli effetti della chiusura di Penne, nonché le raccomandazioni in merito fatte dal nostro valente COMITATO, che cercò di contrastare queste decisioni, con due “manifestazioni locali e territoriali, nonché una raccolta di circa 21 mila firme”  portate poi all’attenzione  delle istanze istituzionali abruzzesi, ovviamente non ascoltate.

Così si decise, e così fu fatto dalla Giunta D’Alfonso.

Ora, c’è un’altra realtà politica, che pare  VOGLIA  ripristinare una modalità diversa di ascolto e di analisi, e senza andare  contro le leggi nazionali, nonchè le direttive  del Ministero in merito, e si possa ripristinare strategicamente il “Punto Nascita di Atri”, o meglio una riorganizzazione dei medesimi, tenendo conto di parametri e di bacini di utenza  così come già descritto nella presente, circa 180 mila ab. ed in estate, più di un milione di presenze.

Allora, a nulla valsero le opposizioni a D’Alfonso, fece quel decreto, sopprimendo assieme ad Atri anche Penne ed Ortona e Sulmona, solamente che, Sulmona, non so per quali volontà divine, è tutt’ora rimasto aperto, pur in costanza di appena 250 parti annui, o giù di li.

Riparlare di riapertura vorrebbe anche dire “sgravare” sia il Punto Nascita di Chieti che di Pescara, delle difficoltà e delle possibili NON sicurezze da poter garantire con questo afflusso, che per la cronaca, quasi il 95% delle partorienti del nostro territorio, si rivolgono  a queste realtà  che  invece :  a Teramo o S. Omero.

Pertanto, Egregio Signor  Presidente Marsilio, nonché  Dr Verì, Assessore alla Sanità,   chiedo umilmente di rivedere questo assetto territoriale, cercando di  riorganizzare  questa rete di risposta alle mamme ed ai bambini,  nonchè al bisogno della domanda strategicamente espressa, da più comunità del nostro territorio, così come ho inteso ed ascoltato nella vostra relazione programmatica esprimersi, salvo che non ci siano altri intendimenti, o decisioni.  Ovviamente, per fare questo, vanno coinvolte le ASL di Chieti e Pescara per capire a che punto organizzativo sono, e se gradirebbero una riapertura del Punto Nascita di Atri come momento di maggior sicurezza  e de responsabilizzazione delle medesime strutture, che sicuramente sono state messe  alla frusta, per non dire in enorme difficoltà e rischi, in questi anni di applicazione dei decreti soppressivi di D’Alfonso Commissario, e per questo anche coinvolgere le comunità di merito, Atri di certo.

La invito, Signor Presidente e Lei  Assessore alla Sanità a valutare questa richiesta, oltre che leggere l’ultima (allegata alla presente) allora inviate al Signor Ministro Giulia GRILLO ed al Presidente  ff della Regione Abruzzo, Giovanni LOLLI, al fine  di avere una ulteriore valutazione  del perché e del come viene  portata avanti questa nostra richiesta. Restando in attesa, cordiali saluti,

Mario Marchese (Già Sindaco di Atri), Responsabile Comitato Difesa Ospedale Atri

 

LETTERA  AL PRESIDENTE MARSILIO ED ASSESSORE  ALLA SANITA’  DR.VERI’ -PER RIPRISTINO PUNTO NASCITA PRESSO OSPEDALE S.LIBERATORE DI ATRI-ASL DI TERAMO-2019