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Pubblicato Lunedì, 11 Febbraio 2019
Scritto da Santino Verna

Affettuoso ricordo

ANTONINO ANELLO NELLA PASQUA ETERNA

All’alba della festa della Madonna di Lourdes ha concluso la giornata terrena, il poeta Antonino Anello. Il Maestro Antonino Anello, perché è stato artista poliedrico. Valoroso ebanista, è stato cantore, autore di commedie, attore e regista e cultore di tradizioni popolari.

E’ stato il mio primo maestro di demologia. Quando lo avevamo in casa per i lavori alle persiane o altri manufatti lignei, gli stavo accanto, perché apprendevo da lui tanta vita popolare atriana e abruzzese, intervallata da tanti brani classici e folkloristici, con la voce di basso, sempre potente e ben curata. Una voce forgiata nei cori cittadini, in più di 90 anni di vita.

La lezione del Maestro Tonino si arricchiva con le bobine della nastroteca di Via De Amicis, dove per la verità, Atri non aveva un posto centrale. Più tardi, come dalla primaria si passa alla scuola media, scoprii su TVQ le “Storie del silenzio” di Emiliano Giancristofaro. La passione delle tradizioni popolari era ex-aequo con la storia dell’arte, ma poi quest’ultima ebbe la vittoria.

Mi è stato vicino, soprattutto quando morì mio nonno, 24 anni fa. All’epoca ero liceale a Pescara, e il sabato, tornavo più tardi a casa, perché viaggiavo in treno da Pescara a Pineto e in pullmann da Pineto ad Atri. Ma quest’ultima soluzione formava la differenza, perché non scendevo nei pressi della villa comunale, ma vicino al camposanto e alla casa di Tonino Anello. L’area di S. Ilario o Via Finocchi mi pesavano, invece Via Canale mi riempiva di serenità, con la chiesa di S. Giovanni che ha forgiato in qualche modo la mia spiritualità.

Il Maestro lo incontravo, ma al di fuori del percorso del sabato, intento nei lavori in bottega e la conversazione era d’obbligo. Era una bottega profumata di vernice, tappezzata dalle locandine del Teatro Minimo, fondato nel 1976 insieme ai figli attori e registi Alberto e Francesco, dove tantissimi atriani, allora ragazzi, si sono avvicinati al teatro, raggiungendo splendidi risultati.

Tonino era nato il 5 ottobre 1923 e tre anni dopo in quello stesso giorno nasceva al Cielo Bartolo Longo, il “segretario della Madonna”. Il commendatore avvocato di Latiano aveva in comune con il Maestro, la passione per il teatro e la musica. A Napoli applaudiva Scarpetta, a Francavilla Fontana fu adolescente bandista. Ma anche la determinazione, quando per un anno si nutrì soltanto di patate, per acquistare un pianoforte, perché la famiglia non voleva.

Bartolo Longo fu legato al Santuario di Lourdes, perché volle il marmo dei Pirenei per abbellire l’altar maggiore di Pompei, il trono della Regina del Rosario. Da anziano, quando scendeva in Basilica, accarezzava quei marmi per sentirsi vicino alla Madonna.

Tonino Anello come Bartolo Longo ha respirato i carismi di S. Francesco e S. Domenico, senza conflitti o competizioni. Portava il nome di un Santo domenicano, Antonino da Firenze, e festeggiava tre onomastici, con lo stile garbato e sobrio, perché al Vescovo predicatore, aggiungeva S. Antonio Abate e S. Antonio di Padova, sempre presenti nelle tradizioni popolari abruzzesi.

Le poesie di Anello sono una sgargiante storia di Atri in vernacolo e una carrellata di personaggi passati all’altra riva o ancora viventi, descritti con dovizia di particolari e con aneddoti difficilmente ricordati. E senza mai volgarità.

Mi mancherai tanto, Maestro Tonino. Mi rileggo ogni tanto le tue splendide poesie. Se avessi potuto spostare l’orologio del tempo, avrei diffuso i tuoi componimenti alla radio, come avveniva per Raffaele Fraticelli, il tuo omologo teatino. Perché le tue poesie, lette e interpretate da te stesso, alla radio acquistano un sapore più forte, più denso degli stetck a “Serata sotto le stelle”, dove eri la partecipazione straordinaria, il poeta più atteso.

Alla radio hanno una meraviglia maggiore, perché nel dormiveglia, in viaggio o nelle incombenze quotidiane, la scatola sonora è una serena compagnia. E non solo con le poesie in dialetto, le commedie e le canzonette abruzzese, da te Maestro scritte e cantate.

Ma anche quella dolce prece meridiana di autunno e primavera, dove tu sei presente con tutti gli angeli del Cielo che ci proteggono. Vincolo di comunione che unisce agli angeli.

SANTINO VERNA