Pubblicato Lunedì, 07 Gennaio 2019
Scritto da Santino Verna

UNA NOVITA'

LA S. MESSA DA ATRI ANCHE IN RADIO

La S. Messa in diretta dalla Cattedrale di Atri, domenica 13 gennaio 2019, a partire dalle 10.55 su Rai 1 andrà in onda, contemporaneamente, anche in radio. Questa è una delle novità, rispetto alla prima S. Messa in nazionale dalla Basilica di S. Maria Assunta, di quasi dieci anni fa.

Quando nacque la radio, il 6 ottobre 1924, inserire la S.Messa fu quasi automatico, perché costituiva per gli italiani il momento clou della tarda mattinata della domenica. Con i mezzi di allora, si riuscì a trasmettere, per una piccola area della penisola, la S. Messa di mezzanotte dalla Cattedrale di S. Lorenzo a Genova, nel 1930, sei anni prima della nascita di Jorge Mario Bergoglio, i cui genitori partirono proprio dalla città della Lanterna, sbocco dei piemontesi, per raggiungere il Nuovo Mondo.

La Radio Vaticana, sin dall’inizio delle trasmissioni, il 12 febbraio 1931, con la benedizione di Pio XI e la presenza di Guglielmo Marconi, all’indomani dei Patti Lateranensi, inserì la S. Messa nel palinsesto. Non solo la domenica e i festivi di precetto, ma anche nei giorni feriali. E’ la S. Messa in latino, secondo il rito di S. Paolo VI, per testimoniare l’universalità della Chiesa. La domenica, le Sante Messe sono celebrate nelle lingue volgari, e a fortiori, è presente la celebrazione in italiano.

Fino al giugno 2016 Radio1, in collegamento con la Radio del Papa, trasmetteva alle 9.30 la Santa Messa. Tanti i sacerdoti che si sono alternati nel corso degli anni, con impegno mensile. Il celebrante, presiedeva e dettava l’omelia. I figli di S.Ignazio, responsabili della Radio Vaticana, hanno portato nel mondo la loro voce con la S. Messa in radio, da P. Pasquale Borgomeo a P. Giovanni Giorgianni, da P. Eugenio Matis a P. Lino Dan, per menzionarne alcuni.

Ma anche i figli di S. Francesco come P. Gianfranco Grieco, legato a tutto tondo alla S. Messa in diretta, perché talvolta voce fuori campo per la liturgia accanto allo speaker e per la brevissima esperienza su La7, erede di TmC. L’assistente internazionale della Milizia dell’Immacolata, P. Raffaele Di Muro, ha invece celebrato le ultime Messe radiotrasmesse tra Vaticano e RAI. Un altro figlio di S. Francesco, padre spirituale di Giorgio Chinaglia e ovviamente tifoso della Lazio, P. Antonio Lisandrini, docente all’Università di Urbino e anche lui impegnato nella S. Messa della RAI, prima di Don Attilio Monge. Non poteva mancare, P. Igino da Torrice, discepolo di P. Mariano, cappellano della RAI.

Nella schiera dei sacerdoti diocesani, vanno ricordati Mons. Gaetano Bonicelli, poi Vescovo di Albano, nel cui territorio esalò l’ultimo respiro S. Paolo VI, nella festa della Trasfigurazione e Mons. Decio Cipolloni, assistente ecclesiastico dell’Unitalsi. E poi tanti preti impegnati nei mass media come Don Virgilio Levi, Don Antonio Ammirati e Don Angelo Saporiti.

Hanno spazio anche le celebrazioni in rito orientale. Ricordiamo soltanto la Messa mensile in rito armeno, legata al primo regno cristiano della storia. Nel 1950 l’isola di S. Lazzaro degli Armeni, a Venezia, fu visitata dall’allora Nunzio in Francia, Angelo Giuseppe Roncalli. Nella piccola Armenia lagunare incontrò l’allora giovane direttore del settimanale diocesano, Don Loris Capovilla, responsabile della pagina veneziana di “Avvenire”. Tre anni dopo, Mons. Capovilla divenne segretario particolare del novello Patriarca, il futuro Giovanni XXIII, ora Santo. Arcivescovo di Chieti, e in omaggio al Papa buono, di Mesembria (con questa denominazione era Delegato Pontificio del Santuario di Loreto), mantenne fino all’ultimo respiro un buon rapporto con la stampa.

La Messa in rito armeno può durare anche tre ore, e per questo si contano sulla punta delle dita le Messe andate in onda sul piccolo schermo. La peculiarità di Venezia, con zattere e piattaforme, rende spinoso il collegamento da S. Lazzaro.

Il Pontificato di Francesco ha portato la diretta radio della S. Messa nelle “periferie”. Non più da un’angusta cappella all’ombra della Basilica di S. Pietro, con lo stesso celebrante per quattro o cinque domeniche di fila, più o meno gli stessi canti, un’assemblea omogenea. La perfetta dizione dei lettori, speaker radiofonici, rendeva comprensibile la Parola di Dio, ma rischiava di ingessare la trasmissione. Per allargare i confini, furono invitati a partecipare componenti di parrocchie romane o associazioni presenti nella capitale. Per la simultaneità con il piccolo schermo, è cambiato l’orario, non più alle 9.30, ma alle 10.55. Entrambe le trasmissioni sono inserite in contenitori religiosi, “Il cielo sopra S. Pietro” per la radio, “A sua immagine” per la TV. L’orario subisce variazioni, quando c’è la S.Messa del Papa.

Chi è in viaggio, pertanto, potrà ascoltare voci e canti di Atri. Tenterà di riconoscere i lettori e gli intenzionisti, dal timbro della voce. Sentirà la voce del Vescovo. Da più di un secolo, l’arrivo del Vescovo nella Cattedrale di Atri, è un momento di festa, perché la città degli Acquaviva, non è più la residenza abituale. E lo sarà ancora di più in questa domenica che conclude liturgicamente il ciclo natalizio.

SANTINO VERNA