Pubblicato Venerdì, 07 Dicembre 2018
Scritto da Santino Verna

MEMORIA E TRADIZIONE

I “FAUGNI” AL TG3 ABRUZZO

Il TG3 Abruzzo, sulla terza rete, cominciò la sera di sabato 15 dicembre 1979. Se fosse iniziato la settimana prima, tra i servizi, cadeva a fagiolo la tradizione dei “faugni” o “fahegne” per dirla nell’atriano verace. Mesi di sperimentazione, con tutte le attrezzature, caratterizzarono la sede di Via De Amicis a Pescara e finalmente si arrivò a quella fatidica sera, con la comparsa di Giuseppe Mori, da poco Redattore Capo della sede regionale abruzzese della RAI.

I “faugni” in quegli anni non erano in perfetta salute. Si registravano ancora gli strascichi della contestazione e questo fenomeno si riverberava pure nelle tradizioni popolari. Ormai si era arrivati ad un’unica kermesse con i fuochi, alle prime luci dell’alba dell’Immacolata. Lo spostamento dalle 4 alle 5 dei “faugni”, e di conseguenza la S. Messa dalle 5 alle 6, non aveva arginato il problema.

L’avvento della televisione ha comportato un numero in più, nel giorno dell’Immacolata, ad Atri. Il TG3 ha il vantaggio di riprendere i fuochi, proprio nel giorno e nel momento della festa, per trasmetterli in differita, nella diretta del primo pomeriggio, e in quelle serali.

L’edizione 1983 fu particolare, per l’illuminazione della facciata della Cattedrale. Il giro dei “faugni” si teneva al contrario delle processioni religiose, perché queste escono dalla Cattedrale e imboccano subito Via Cardinal Cicada (giro lungo) o Via Ferrante (giro corto), mentre i fuochi dell’Immacolata, voltavano verso Corso Elio Adriano. In studio a Pescara, un giovanissimo Gianni Gaspari, prima di approdare a Roma, come inviato per il cinema.

La tradizione riprese nel tempo vigore, con l’aumento dei fasci di canne e la folta partecipazione degli atriani. Nel 1991, le telecamere del TG3 sono puntualmente presenti, prima delle 5 del mattino, in Piazza Duomo. Mio padre, Giovanni Verna, presente fino all’ultimo respiro ai “faugni” intervista Piergiorgio Cipollini, con lo sfondo della Cattedrale e lo storico atriano ripercorre sinteticamente la cronologia dei fuochi dell’Immacolata, partendo dai riti del solstizio invernale.

Il servizio sui “faugni” poteva lasciare l’amaro in bocca a qualcuno, perché veniva quasi disattenzionata la Cattedrale. Purtroppo sono i tempi televisivi. Eppure i fuochi dell’Immacolata sono in funzione della S.Messa antelucana. I contadini, tornando dalla campagna, quando mancava l’illuminazione elettrica, sfidavano il buio con i fasci di canne, uniti da legacci vegetali.

Eppure Giovanni Verna, con la regia e i suoi collaboratori tecnici di Via De Amicis, inserì brevemente le immagini dell’interno della Cattedrale. Non era gremita come ai tempi di mio nonno Santino, quando tutte e le tre navate pullulavano di fedeli. Qualcuno aveva ancora sonno, ma erano lontani i tempi della “nottata”, evoluzione delle serate tra amici, nei prefestivi d’inverno.

In quei servizi, ospitati nella nastroteca della redazione di Pescara, in attesa di catalogazione sistematica, si scorgono tanti atriani, ora con qualche anno in più, oppure passati all’altra riva. Atriani impegnati nell’organizzazione della festa, fieri di portare il “faogno”, oppure a mani libere, per scampanellare e talvolta dare calci alle saracinesche. Si prendeva di mira tutte le volte un cancello, all’ombra della chiesa di S. Chiara e tutti i passaggi davanti a quel manufatto, costituivano l’immediato abbinamento all’alba dell’Immacolata. Con molta gioia, per la spensieratezza del giorno festivo, ma anche con un pizzico di malinconia, per un anno ormai agli sgoccioli. Come si riscontra in un componimento in vernacolo di Antonino Anello, ma con riferimento al giorno di S. Lucia.

Poco dopo la sfilata, i tecnici con telecamera e bobina, prendevano la via di Pescara. I servizi erano montati nelle salette di montaggio, nel labirintico pianterreno della sede regionale. Come un gioco dell’oca che porta allo studio, sempre suscettibile di variazioni di arredamento, dove il giornalista conduce quotidianamente le edizioni del TG3.

Sottofondo del servizio, la marcia “Marisa” di Giustino D’Alessandro (1959), ben presto definita “dei faugni”, perché colonna sonora dei medesimi. La composizione è stata studiata e indagata dal Prof. Cav. Concezio Leonzi, direttore dell’archivio-museo “A. Di Jorio” e del coro, sempre con il nome del maestro di Atessa. Il docente atriano si confrontò egregiamente per la prima volta, con la marcia, nel 1974, quando era componente della bandicina di Atri, erede della felice formazione di un tempo, diretta da un allievo di Di Jorio, il Prof. Cav.Glauco Marcone.

Nei servizi televisivi, non c’era spazio per il “Tota Pulchra” di P. Alessandro Borroni, eseguito un tempo tutte le sere della novena, e ora, soltanto nei Secondi Vespri dell’Immacolata Concezione. E neppure, per quello del “Liber Usualis”, gregoriano, cantato, sempre nello stesso spazio liturgico, alla S. Messa delle 6.

SANTINO VERNA

FOTO ALBERTO SPORYS