TERRA D’ABRUZZO
Nelle tue dolomie imponenti, lascia una grotta o una forra, ch’io possa poggiare stasera al tuo sonno i miei cupi pensieri. Nella tua roccia un riparo segreto tra i tuoi seni di valli profonde, regalami un solco, uno squarcio un sentiero dove canta il tuo tempo. Regalami un frammento della tua essenza, ch’io sia un brandello di roccia e tu scheggia della mia presenza. Madre, sii il mio mentore, radice della mia esistenza, approdo ad un punto fermo! Conducimi nelle tue mute parole lungo i sentieri da me sconosciuti lungo valli e silenti tratturi, sui lembi di terra dei padri del tempo. Rendimi incanto, fascino dei tuoi contrasti d’albe: mari calmi di boschi e di valli, rocce increspate di arcani trabocchi. Portami nelle parole taciute dei borghi nei luoghi impervi di ascesi e di supplica nel brulichio incessante di folle distratte. Io per te sarò menestrello, una pianta frugale, un’achillea nana che s’incaglia e s’inerpica per cantare dall’alto l’ebbrezza della tua bellezza. Sarò spasimo e assillo, la tua prima virgola scrocchio di un travagliato inverno. Il diletto che lambisce ogni tuo respiro! Madre, sii tu la mia forza, io un tuo grido d’infinito!
DE FELICIBUS FLOREDANA
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