Pubblicato Mercoledì, 14 Novembre 2018
Scritto da Nicola Dell'Arena

Opinioni \ Riflessioni

ROMA: ESEMPIO DI SPRECO DI DENARO

Il sindaco di Roma Raggi è stato assolto (scusate ma non c’è la faccio a utilizzare il boldrinismo per le figure istituzionali). Il sindaco è stato assolto perché i1 fatto non costituisce reato. E a sentire queste sentenze la rabbia aumenta.

Ci sono voluti 2 anni di inchieste, di audizioni, di udienze, sono state scritte migliaia di pagine, sono stati spesi migliaia di Euro, per dire alla fine che il fatto non era un reato. Ma non bastavano 5 minuti, dopo la presentazione della denuncia, per far dire ad un giudice che il fatto non era compreso tra quelli che la legge chiama reato?

Non entro nel merito della polemica scoppiata tra il M5s e i giornalisti.  La Repubblica, e non solo, dopo che per 2 anni ha infangato la Raggi a cominciare dalla famigerata polizza vita di Romeo, invece di chiedere scusa, come si fa tra gentiluomini, contrattacca di nuovo contro la Raggi scrivendo si è vero che è stata assolta ma la formula usata dal giudice dice che il fatto esiste. Ed io aggiungo SI il fatto esiste ma peccato, per Repubblica, non è un reato.

L’ultima volta che ho scritto sulla Raggi ho detto “da oggi in poi le colpe sono sue e non può addebitarle alle passate amministrazioni”. Non sono entusiasta dell’eliminazione del sindaco da parte della magistratura, per cose semplici e montate dai giornali. Preferisco che cada con il voto popolare su problemi non risolti. Roma ha dato alla Raggi il 70% per risolvere i seguenti problemi: 1) mobilità (ATAC); pulizia e decoro urbano (AMA); 3) alberi che cadono; 4) allagamento della città ogni volta che piove; 5) eliminazione delle buche; 6) pulizia delle caditoie. Tutti problemi ad oggi non risolti.

Il referendum sulla mobilità a Roma voluto dai radicali è stato un grande flop. Solo il 16,3% dei romani si sono recati alle urne e il 75% ha votato si. Alla fine il 12% sono stati d’accordo con la proposta.

Questi radicali non contenti dei risultati negativi raggiunti e per avere una visibilità politica hanno voluto questo inutile referendum.

Due schede con le quali si chiedeva la privatizzazione e l’introduzione della concorrenza nel trasporto pubblico di Roma. Elementi di liberalismo di cui sono favorevolissimo ma che nel trasporto delle grandi città non vanno bene. Bisogna riprivatizzare il trasporto pubblico regionale.

Per me questi non sono argomenti da referendum. Un partito lo mette nel suo programma e se vince lo realizza e poi i cittadini lo premia o lo punisce alla prossima elezione in base ai risultati raggiunti.

Questi radicali pur di dimostrare che esistono non si rendono conto dei soldi che ci hanno fatto spendere e sprecare denaro inutilmente per questo referendum. Mi chiedo quante buche si potevano sistemare, oppure quanti alberi pericolosi si potevano tagliare?

L’organizzatore del referendum, Magi, invece di riflettere sul KO ricevuto e staccare la spina, annuncia “ricorreremo al TAR perchè per questi referendum non è previsto il quorum”. Sarà vero o sarà falso?

Una cosa la devo dire. Questo non ha capito nulla e considera i cittadini dei meri polli e cretini. Non ha capito che se non ci fosse  stato il quorum tutti quelli che pensano di votare NO sarebbero andati

a votare e il risultato sarebbe stato la stessa bocciatura della proposta.

Questa volta Roma si è dimostrata un esempio pericoloso, da non imitare, di come sprecare denaro pubblico.

Nicola Dell’Arena