I 90 ANNI DI FAUSTO CELESTINI CAPO REDATTORE DELLA RAI

UNA VOCE STORICA DELLA EMITTETENTE REGIONALE

Novanta candeline per Oddone Fausto Celestini, Capo Redattore a riposo della RAI di Pescara. Nato a Viterbo, proveniente dalla carta stampata, giornalista dal 1954, è pescarese a tutti gli effetti, perché da piu’ di mezzo secolo vive nella città dannunziana. Il suo primo nome evoca il Medioevo tanto sottolineato nella sua Viterbo e qualche collega, scherzosamente, scioglieva le sue iniziali OFC, in “Ordine Frati Conventuali”.

Il dottor Celestini è ricordato per due passioni: l’automobilismo e la gastronomia. La prima, era condivisa con il collega romano Francesco Saverio Garaguso, per alcuni mesi responsabile della redazione di Pescara, prima del definitivo rientro nella capitale. La gastronomia trovava un terreno fertile nella sede di Via De Amicis, perché ben collegata con le tradizioni popolari. Insieme agli amici, Celestini, in un giorno della settimana organizzava il raduno con la cena, dove le portate diventavano le suppellettili di un rito. Per i maccheroni alla chitarra, deve essere lui a formare le porzioni, perché gli spaghetti vanno ben amalgamati con il sugo. Un piatto che sintetizza l’Abruzzo: se la pasta è tipica dell’Abruzzo Citeriore, l’aggiunta delle polpettine è teramana. Il giornalista viterbese non accetta per nessun motivo il Mac Donald.

Un atteso momento calendariale, le virtu’ del primo maggio. Il dottor Celestini andava sempre nel Teramano per gustare la pietanza del Calendimaggio, rivalutata dal suo carissimo amico e pilastro della RAI di Pescara, Fernando Aurini, padre di Berardo, attuale conduttore del TGR Abruzzo. Ovviamente le virtù a base di carne, perché quelle ittiche non appartengono alla tradizione. La degustazione durava un’intera giornata, perché il pranzo doveva e deve essere un momento di fraternità e amicizia. Le virtù erano l’unico piatto del giorno, perché pasto completo.

Esperto enologo, una sera fu invitato da amici a Giulianova. Il padrone del ristorante gli portò un ottimo vino e il dottor Celestini stilò subito la carta d’identità del nettare di Bacco. I commensali pensarono che il proprietario e il direttore della RAI di Pescara si erano messi d’accordo, invece, quest’ultimo tra teoria e pratica conosceva la storia e le proprietà dei vini. Era un momento di grande emozione, quando cantava i vini laziali, perché non si fermava all’arida descrizione organolettica, ma farciva il discorso, da autentico giornalista, con aneddoti e leggende.

Nel 1987 dopo una lunga e feconda carriera giornalistica, la nomina a Capo Redattore. Subentrò al Dottor Giuseppe Mori, collocato in pensione per raggiunti limiti di età, anche se non beneficiò del meritato riposo, perché pochi mesi dopo, passò all’altra riva. Fausto Celestini era stato Vice-Capo Redattore del barbato giornalista di Empoli. Per la RAI di Pescara significava una nuova stagione, con l’entrata in funzione del turno antelucano che scombussolò l’ambiente lavorativo. A differenza del predecessore, ha potuto seguire soltanto una visita ufficiale di S.Giovanni Paolo II, in Abruzzo, nella veste di Capo-Redattore, e quella volta fu sul Gran Sasso, il 20 giugno 1993, quando la diretta esordì con il canto “Nel Signore esultate o Santi”, cavallo di battaglia di P. Pasquale Giamberardini.

Tra le partecipazioni straordinarie di Fausto Celestini alle kermesse enogastronomiche di grande levatura, il menu’ di S. Antonio Abate, a Villa S. Maria, preparato dagli allievi della celebre scuola di cucina. Era il 1990 e l’evento, non solo culinario, divenne un documentario di Emiliano Giancristofaro, pilastro della RAI abruzzese della prima ora, rielaborato poi in “Storie del silenzio: cronache di vita popolare abruzzese” con la puntata “Una salsiccia per musa”.

La legge dell’età ha costretto Fausto Celestini al pensionamento, all’età di 65 anni. Rivolse il saluto di congedo ai telespettatori, nella seconda edizione del 10 novembre 1993. Gli abruzzesi ebbero la possibilità di vederlo dal vivo. Gli subentrò, come Capo Redattore interinale, Mario Colangeli, anche se qualche mese dopo arrivò da Bari, Elio Savonarola. Il 27 marzo 1994 aveva segnato l’ascesa di Silvio Berlusconi e per la RAI significava una nuova pagina. “Come va la politica, va la RAI”, sentenziava stringatamente Giovanni Verna, Vice Capo Redattore di Fausto Celestini e poi suo successore. Per tanti anni il dottor Celestini ha abitato nei pressi della sede di Via De Amicis, accanto all’amico Matteo Di Matteo, originario di Fano Adriano, con la passione dell’allestimento del presepe. Tanti anni fa ricevette un premio a Greccio. Poi, il trasferimento in Via Cavour, vicino alla chiesa della Madonna del Rosario.

Al dottor Fausto Celestini inviamo i migliori auguri per la cifra tonda. Tutti ricordiamo con nostalgia la felice rubrica gastronomica, portata in tutte le case degli abruzzesi, attraverso la radio, con il sottofondo del brano popolare “Quande la fije mè faceve le sagne”, dove la madre elogia la figlia per la preparazione di un piatto semplice e gustoso, come la buona gente d’Abruzzo.

SANTINO VERNA