Pubblicato Venerdì, 12 Ottobre 2018
Scritto da Nicola Dell'Arena

SUL FILO DELLA MEMORIA

LA MIA CAPO D’ATRI: GUIDETTI

Quante volte sono stato nelle sale superiori e quante volte nel giardino? Per le sale superiori il ricordo è sbiadito e penso che ci sia salito non più di due volte e solo nella cucina. Nel giardino ci sono stato tante volte per due motivi: 1)  andare a riprendere la palla; 2) a cogliere l’alloro, per la grigliata di pesce.

Il giardino Guidetti era ed è il giardino privato più grande di Atri. Era formato da un corridoio centrale con alla fine, vicino alla finestra che si affaccia su largo S. Spirito, c’era un pozzo, circondato da alberi di alloro che servivano a nasconderlo alla vista. Ai lati del corridoio c’erano 6 rettangoli, 3 per ciascun lato, separati da basse siepi, tutti sistemati con vari tipi di fiori. Lungo i corridoi c’erano delle panchine per sedersi.

La famiglia Guidetti era molto riservata e schiva. Essa era formata da padre, madre e 2 figlie, di cui ricordo solo il nome della piccola Maria Pia. Le ho viste pochissime volte, quando si affacciavano alla finestra, e perché erano studentesse e stavano nella dotta Bologna. Le loro sembianze come quella della madre non le ricordo come la memoria non mi aiuta nel dire se l’avessi vista qualche volta.

Il signor Guidetti era un tipo elegante, brizzolato ed alto, lo vedevamo spesso quando prendeva la macchina per andare dai contadini o qualche visita a Teramo o Pescara. 

Il nome di Maria Pia lo ricordo perché per mesi mia sorella Lina non parlava d’altro che del favoloso matrimonio di Maria Pia con il dottor Pierangeli di Pescara. Mia sorella già da fanciulla era estasiata e innamorata dei matrimoni fiabeschi e principeschi, una passione che le è rimasta per tutta la vita. Nessuno di noi era stato a vedere il matrimonio nella cattedrale di S. Cetteo, ma tutta la favola era basata sui racconti degli atriani che avevano partecipato alle nozze.

Pierangeli era un giovane dottore che per gli atriani aveva già acquistato la fama di essere bravo e valente,  e così erano in tanti che scendevano a Pescara per farsi curare da lui.

Dopo questo matrimonio e con l’inizio della crisi della campagna la famiglia Guidetti stava più a Pescara che ad Atri fino al definitivo trasferimento a Pescara agli inizi degli anni 60.

La famiglia Guidetti non era molto espansiva con i vicini. Nonostante le ricchezze, né io ma neanche gli altri ragazzi,  abbiamo ricevuto qualcosa da mangiare o qualche lira. L’unica cosa buona è che non faceva pagare l’affitto di casa per il semplice motivo che un suo antenato aveva lasciato questa eredità (se si può chiamare eredità).

Un fatterello mi piace raccontarlo. Un giorno giocando a via Picena il formaggino Nutella di un ragazzo, tirato in alto per gioco, andò a finire sul balcone del portone principale del palazzo Guidetti. I lati del portone erano fatti di forma tale che permetteva di arrampicarsi anche se stretto. Saliì, con un po’ di difficoltà sul  balcone e recuperai il formaggino per la felicità del ragazzo.

I Guidetti oramai erano a Pescara, e per questo motivo fu necessario salire sul balcone, e credo che di questa azione i Guidetti non abbiano saputo niente anche perché era a conoscenza di pochissime persone.

Da quando tempo esiste il palazzo non lo so. Vedendo lo stile della facciata del portone principale credo che si possa ascriverlo tra il 1600 e 1700. Credo che la parte inferiore ci fosse già prima.

Non esagero nel dire che la famiglia Guidetti, negli anni 50, fosse la più ricca di Atri.

Nicola Dell’Arena