MODESTIA E SEMPLICITA' DI UN GRANDE MUSICISTA

DA ELICE A PARIGI: LA STORIA DEL FISARMONICISTA ACHILLE PELLEGRINI

Gli specialisti l'avrebbero chiamata una Masterclass, quella che ieri sera il grande fisarmonicista italo-francese Achille Pellegrini ha regalato al Coro Di Jorio e agli appassionati di musica di Atri nella bella sala prove di Largo Rodolfo Zanni. Doveva essere solo un incontro tra amici, un’oretta di musica dedicata alle canzoni francesi ever green, trasformatasi per magia in una lezione di  improvvisazione jazz, di swing e tecnica virtuosistica per fisarmonicisti. Una sorpresa per tutti.

Il nome di Achille Pellegrini era conosciuto nella provincia teramana negli anni '50: accompagnava alla buona i primi cori abruzzesi, compresi quello di Atri e di Elice, per i quali compose “Lu cistarelle” un simpatico motivetto che diventò un successo regionale, in quegli anni tristi del dopoguerra. Poi per sessant’anni niente, sembrava sparito nel nulla (in Italia solo pochi concerti negli anni '70). Dove s'era cacciato Achille Pellegrini? Era in Francia, a Parigi, dove giunse a 18 anni con la sua fisarmonica e una valigia di cartone. Più volte respinto alla frontiera, alla fine riuscì a superarla a piedi, di notte, per i sentieri di montagna. Finalmente a Parigi. Studio, voglia di arrivare, difficoltà di ogni genere. Era abituato a tirare dritto, lui che da bambino aveva aiutato il papà nel duro lavoro di muratore. E tirò dritto anche a Parigi, con l’obiettivo certamente non facile di affermarsi con la sua fisarmonica, in una città dove i fisarmonicisti bravi certamente non mancavano. Qualche anno di stenti e finalmente il primi ingaggi e i primi timidi successi. Già negli anni ‘60 Achille era il musicista più richiesto nei locali storici che tutto il mondo conosce ancora oggi (Moulin Rouge, solo per dirne uno) e a fianco di artisti da copertina (Dalida, Ives Montand, Edith Piaf, Juliette Greco, e qui mi fermo). Un miracolo musicale! E poi concerti in ogni angolo del mondo. 55 dischi LP, oltre 800 brani incisi, anche con pseudonimi, per sviare le esclusive delle case discografiche. Eppure di questi successi d’oltralpe che Achille mieteva senza soste nessuno sapeva niente, se non qualche vicino di casa. Queste cose le ha raccontate a me giorni fa nella sua piccola casa “paterna” di Elice, dove trascorre indisturbato le sue vacanze estive, e le ha raccontate, nel dialetto di Elice di quegli anni lontani, anche ieri sera, nella sala del Coro Di Jorio. "Non farmi parlare, non so parlare bene l'italiano". Invece ci ha raccontato la sua vita benissimo, con una lucidità impressionante, per un giovanotto di 86 anni. Tra una canzone francese e un valzer musette, ieri sera Achille ci ha parlato dei successi, le storie, le ombre e le luci della sua vita trascorsa lontano, con la modestia e semplicità della gente buona. Ecco, modestia e semplicità: due cose rare che forse nemmeno una Masterclass sarebbe riuscita a regalarci.

Grazie Maestro Achille Pellegrini. Alla prossima!

Concezio Leonzi