Pubblicato Martedì, 28 Agosto 2018

Opinioni \ Riflessioni

SALVINI E L’ABRUZZO

Salvini ha detto che, alle prossime elezioni regionali, in Abruzzo correrà da solo, rompendo l’alleanza con Forza Italia. Fa bene o fa male? Per me fa benissimo.

Tajani, dopo la sua nomina a vice presidente di Forza Italia, ha impresso al partito uno spostamento verso l’opposizione e più vicino alle tesi del PD.

Decreto Dignità, bocciato completamente. Boeri si inventa 8.000 perdite di posti di lavoro, che diventano 80.000 per il PD e 130.000 per Tajani.

Il Decreto Dignità contiene  due clausole leggermente variate, rispetto al Job Act: 1) abbassamento da 36 a 24 mesi di lavoro a tempo determinato per assumere poi il personale a tempo indeterminato; 2) aumento dell'indennizzo per il licenziamento senza giusta causa.

Non credo che le due clausole possano far avvenire la tragedia annunciata dal PD, da Tajani e dal presidente della Confindustria (il renziano Boccia). Le clausole cambiate riguardano più gli aspetti psicologici di conduzione delle imprese che tecnici. Non esiste nessuna relazione matematica che ci dica quanti posti si perdono o quanti posti si guadagnano. 

Con il Job Act, Poletti, diceva che faceva aumentare di 2.000.000 i posti di lavoro e tutti vissero felici e contenti. Ad oggi non sappiamo con precisione cosa sia accaduto, si parla di 600.000 e con posti a tempo determinato. Adesso con il decreto fatto dai populisti incompetenti si perdono posti di lavoro. Se avessero reintrodotto l’articolo 18 (previsto nel programma del M5s ma non incluso nel contratto firmato con la Lega) anche se é solo un fattore psicologico, il pericolo sarebbe stato serio e veritiero.

L’imprenditore non potendo licenziare nei periodi di esubero preferisce non assumere il personale quando serve. In questo caso il personale a tempo determinato è di grande aiuto.

La mancata nomina del presidente della RAI ha aperto un canale di incomunicabilità tra Forza Italia e la Lega. Il nome di Marcello Foà, collaboratore de “Il Giornale” di Berlusconi, non è stato votato da Forza Italia per questione di metodo, almeno così è stato giustificato. Forza Italia ha dato uno schiaffo sia Foà, uomo nuovo e sembra moralmente a posto, che alla Lega. La frattura creata può risultare insanabile. Tajani è stato il più convinto a votare contro Marcello Foà mentre Burlusconi era favorevole. La votazione ha mandato su tutte le furie Salvini e l’intera Lega.

Una altra perla di saggezza, Tajani l’ha messo in campo nelle ultime elezioni di Roma. Invece di appoggiare la Meloni, come era naturale che fosse, preferì appoggiare Marchini e convinse Berlusconi. Forza Italia prese un 4%. Nonostante questo avviso Tajani non l’ha capito, o non vuole capire. Il popolo di centro destra non vota mai qualcuno che é mischiato con il PD. Il padre di Marchini come imprenditore edile si è arricchito con l’allora partito comunista.

E’ bastato solo questo per far scappare l’elettore da Forza Italia, per farlo votare alla Lega il 4 marzo e per fare aumentare i consensi alla Lega come dicono i sondaggi (Lega 32% e Forza Italia 5%).

Salvini fa bene a presentarsi da solo. Ogni tanto bisogna fare degli esperimenti e visto che in Abruzzo il centro destra unito difficilmente vincerà, fa bene a misurarsi, o come si dice in politica a pesarsi, da solo.

Il 27 agosto Gelmini lancia l’appello a Salvini “torna con noi e prendiamo il paese”. Appello arrivato, secondo me, fuori tempo massimo. Salvini, ora come ora, si prende il paese da solo e insieme al M5s arrivano ad oltre il 60%.

Nicola Dell’Arena