Opinioni \ Riflessioni

L’ITALIA TRA RAZZISMO E GOLIARDIA

Questa volta non volevo scrivere nulla. Sono stato per tre giorni a pensare se scrivere qualcosa e alla fine non c’è l’ho fatta, tanta era la rabbia in corpo e lo sdegno che avevo. Sono stato a riflettere perché le cose che dovevo scrivere sono più pesanti e più dure delle precedenti e che non rientrano nel mio stile di vita.  

Parlo del caso di Moncalieri e dell’atleta Daisy Osakue, bersagliata dal lancio di uova.

Primo. Per me non c’è stato nessun lancio di uova ma tutta una messinscena targata PD (lei iscritta ai giovani democratici di Torino, il padre del PD e il proprietario della macchina consigliere comunale del PD) per incolpare il governo per primo e poi il fascio leghista, razzista e xenofobo Salvini. Sono stato troppo duro, irrealista e pieno di fantasia? I colpevoli hanno confessato.

Secondo. Ammesso che ci sia stato il lancio dell’uovo, lei non è s stata colpita nell’occhio.  Se non avesse visto i lanciatori poteva essere colpita solo nella schiena (o di dietro). Se avesse visto i lanciatori, una giovane atleta, agile e  scaltra poteva benissimo schivare l’uovo o fermarla con una mano per non farsi colpire il volto.

Terzo. La prima foto messa su facebook dice tutto. Lei appare con un occhio aperto e quello colpito semichiuso con a lato un fiume di lacrime. Mai visto, in vita mia, tante lacrime uscire da un occhio. Dalla foto si vede che non c’ è  nessun segno che dimostri che l’occhio sia stato colpito. Poveretta, è stata ingenua e stupida, poteva farsi immediatamente un selfie e far vedere l’occhio con il torlo dell’uovo che l’aveva colpito.

Quarto. L’intervista ai TG con l’occhio bendato. Lei dichiara con assoluta certezza, nonostante che le forze dell’ordine dicessero il contrario, che la trama era razzista. Nella zona ci sono tante prostitute, ha detto davanti ai microfoni, e cercavano uno di colore da colpire. L’insistenza dei TG sulla trama razzista nonostante che molti giornali usassero la cautela. Poi si scopre che le prostitute le gestiva il padre.

Quinto. Il miracolo della guarigione. Mercoledì 1 agosto Malagò annuncia che Daisy non può partecipare agli europei di atletica perché l’occhio colpito ha bisogno di una cura al cortisone. Il colpo è perfetto: così a causa del razzista Salvini l’Italia deve fare a meno di una campionessa. Malagò, non vedeva l’ora di rifarsi dopo l’umiliazione subita dalla Raggi per le olimpiadi di Roma e si tuffa nel caso (caos, per non dire di peggio). Giovedì 2 agosto le forze dell’ordine prendono i lanciatori, il razzismo non c’entra nulla. Uno è figlio di un consigliere comunale del PD, di un altro la mamma favoleggia per LIBERA contro tutte la mafie. La farsa si scopre e il dramma di una nazione diventa goliardia. Venerdì 3 agosto Daisy può partecipare ai giochi perché l’occhio è guarito. Il miracolo é avvenuto per intercessione della santa verità.

Adesso arriva il pezzo forte. Chiamatemi razzista, chiamatemi xenofobo, chiamatemi con gli aggettivi più spregevoli tanto non mi scalfite. Per come la penso io della vita questa non è degna di rappresentare l’Italia per due motivi: il primo riguarda lei, il secondo il padre. Lei, in questa vicenda, si comportata senza lealtà e sincerità (principi basilari per lo sport) dicendo e avvalorando bugie e falsità. La giornalista Laura Tecce, ha scoperto che il padre di Daisy, fa parte della mafia nigeriana, è stato condannato dalla magistratura italiana (non per sentito dire) per traffico di droga e sfruttamento della prostituzione ed io aggiungo anche se per adesso non è uscito fuori la tratta degli esseri umani. La giornalista è stata minacciata ma non essendo della mamma RAI nessuno si preoccupa. Orbene posso farmi rappresentare da una ragazza il cui padre non è limpido e chiaro, anche se come si dice la colpa dei padri non deve ricadere sui figli? Io dico e affermo di NO.

Nicola Dell’Arena