Pubblicato Mercoledì, 23 Maggio 2018
Scritto da Santino Verna

UN ARTISTA ATRIANO ADOTTATO DA PINETO: ARMANDO DEL ROCINO

LA MUSICA LA SUA PASSIONE

Nell’imminenza degli 80 anni, ricordiamo un musicista atriano adottato da Pineto, dove tuttora risiede: il maestro Armando Del Rocino (al centro nella foto). Proviene da una famiglia di artisti. Nato nel 1938 da Gino e Rachele Aielli, rispettivamente di Atri e di Pescara, il papà Gino e il fratello Antonino che portava il nome del nonno paterno, erano valorosi componenti della banda musicale cittadina, rispettivamente sax tenore e sax contralto.

Era naturale quindi la passione di Armando per la musica. Negli anni ’50 è componente dell’orchestra di “Siparietto”, lo spettacolo organizzato dai giovani di AC e dell’ASA, presso il Teatrino “Mandocchi”, quando la televisione era presente in pochissimi luoghi e il palinsesto molto scarno. Nel fratello minore del Comunale, Armando è accanto al papà e al fratello e ad altri musicisti atriani, come Nino Bindi alla batteria e Mario Anello alla fisarmonica. Per la parte dello show, Giovanni Verna, prima della lunga esperienza radiofonica e televisiva, Michele Cellinese, presentatore ufficiale e il Maestro Quinto Paolini, insegnante e artista poliedrico. Poi verranno Nino D’Alessio e Bruno Zenobio.

Per Armando, gli anni ’60 saranno colorati sempre di musica, con orchestre e cori, in primis “Los Trotamundos” con altri artisti atriani, come Aurelio Cantarini e Mario Ferretti. Dall’Hotel du Parc, il gruppo ha portato in vari luoghi il profumo di Atri.

Nel 1976 con il maestro Del Rocino a nasce a Pineto il coro “Gruppo Canti Ricerca Folk Pineto”. Il debutto, presso il Cineteatro “Ardente” di Pineto, il 19 marzo 1977, data non casuale, perché S. Giuseppe è patrono di Villa Ardente. Ironia della sorte, in quell’anno, per problemi di organizzazione economica, venivano soppresse, per volere del Beato Paolo VI (Santo il prossimo 14 ottobre, con il Beato Oscar Arnulfo Romero), alcune feste infrasettimanali in Italia (l’operazione fu compiuta dal futuro Senatore a vita Giulio Andreotti) e tra queste, quella del padre davidico di Gesu’, molto sentita ad Atri.

Il coro del Maestro Del Rocino s’inserì armoniosamente nella terza giovinezza del folklore abruzzese, quando ogni campanile aveva il suo gruppo folkloristico. Atri capoluogo, ne aveva due. Il palinsesto radiofonico non di rado mandava in onda canzonette abruzzesi, prima dell’exploit dell’etnomusicologia, rafforzata dai tanti insegnamenti universitari del campo demoetnoantropologico. Le prove trisettimanali non erano affatto un problema, prima dell’avvento del cellulare e del tablet.

Nel coro di Pineto c’erano due valenti fisarmonicisti, il Maresciallo Vincenzo Pallozzi Lavorante, dove la passione ceciliana era abbinata a quella sportiva e Nicola Di Ruscio. Tanti pinetesi hanno cantato nella compagine del Maestro Armando, e i rinforzi atriani sono stati una benedizione. A volte si è detto che Jesi sta alla scherma, come Atri sta al canto. Tra gli atriani in trasferta a Pineto, ricordiamo Gino Anello, tenore di spicco e protagonista nei diversi cori sacri e folkloristici della sua cittadina, Nicola Parente, tuttora instancabile cantore e attore dialettale, soprattutto sotto la guida di Mario e Gian Carlo Verdecchia e i nipoti del maestro Concettina, Giovanna e Pierluigi Centorame, la cui attività di recitazione è passata anche e soprattutto, attraverso il “Teatro Minimo”, la filodrammatica citttadina, dove l’attualità si alternava ai drammi sacri e storici, d’obbligo in Atri.

Il coro di Pineto ha un ricco repertorio abruzzese, dove è presente in prima linea, né può essere altrimenti, Antonio Di Jorio. La compagine poteva essere intitolata ad Aniello Polsi, allievo di Di Jorio, nativo di Mutignano, anche se gli studi e la professione lo portarono sin da giovanissimo, fuori dalla provincia di Teramo. Il repertorio ha anche canti di autori piu’ recenti. Poesie con la bellezza e l’attività del mare, i paesaggi d’Abruzzo, l’amore e la lontananza, il dramma e la commedia della vita.

Come il “cugino” atriano, il coro del Maestro Del Rocino ha eseguito musica sacra, e ha proposto, nelle feste mariane, il “Tota Pulchra” di P. Alessandro Borroni, teoricamente must dell’Immacolata in tutte le chiese dei Conventuali, custodi dell’esclusiva della prima solennità dell’anno liturgico. Un brano fortemente impegnativo, a Pineto ancora di piu’, perché, se nell’assemblea sbucava qualche atriano, non mancavano osservazioni e sottigliezze. Il coro di Pineto, pero’, è stato sempre all’altezza, conquistando elogi e premi in Italia e in Europa.

Il coro del Maestro Armando come diverse compagini abruzzesi ha vissuto la crisi dei cori folkloristici. A dispetto degli undici kilometri che separano Pineto da Atri, e lo storico rapporto tra la città ducale e il suo sbocco marino, a Pineto non si è riuscito a riformare il coro folkoristico. Nel 2009 è nato, con la direzione del Prof. Carlo Di Silvestre, allievo di Roberto Leydi, il Centro Etnomusicologico d’Abruzzo (C.E.d’A.) , nella restaurata Villa Filiani, ad un tiro di schioppo dalla stazione, eretta in funzione della residenza estiva della famiglia atriana, ma sono due cose diverse.

Al Maestro Armando Del Rocino auguriamo ogni bene, e tanti complimenti, perché costituisce l’imago brevis del mondo artistico atriano, pieno di musica, teatro e poesia, patrimonio che non possiamo dimenticare solo perché paga in differita. Per dirla con Mons. Giuseppe Cacciami, juventino doc come Armando e amico di Gian Piero Boniperti, “i soldi investiti per la cultura non sono mai soldi sprecati”.

SANTINO VERNA