PICCOLE STORIE ATRIANE

IL GRUPPO DEI MINISTRANTI DI SAN GABRIELE IN ATRI

La moderna parrocchia di S. Gabriele in Atri, istituita nel 1972 da Mons. Abele Conigli, ha sempre avuto un nutrito gruppo di chierichetti, quasi tutti provenienti dalla periferia Sud di Atri. Mentre nel piccolo clero della Cattedrale era normale l’accoglienza di ragazzi delle altre due parrocchie, desiderosi di indossare la tarcisiana nella Chiesa Madre della cittadina, a S. Gabriele difficilmente vi arrivava uno di S. Nicola o di S. Maria. Si ripeteva quello che fino alla prima metà del XX secolo, avveniva tra i quattro rioni intramurali della cittadina, soprattutto tra i due piu’ popolari: S. Croce e S. Giovanni, per gli atriani, rispettivamente Capo d’Atri e S. Domenico. Il rione S. Antonio era considerata “un’altra Atri”, con la chiesa del patrono d’Abruzzo meno suggestiva della Cattedrale romanico-gotica, delle chiese degli Ordini magistrali, di S. Nicola, la piu’ antica del centro storico.

A S. Gabriele, con la solerte guida di Graziano Cantarini, responsabile dei ministranti, in bacheca i chierichetti (inizialmente solo maschi), erano tutti per nome. E questo poteva esser letto come gesto di accoglienza e amicizia che trovava conferma in presbiterio.

Un altro motivo del desiderio di servire in Cattedrale, era la presenza del Vescovo. Proprio perché il successore degli apostoli in Atri arriva raramente, l’arrivo e la Messa del Vescovo erano (e sono) attesi sempre con fibrillazione e gioia. E poi, c’era la possibilità di accontentare due chierichetti in piu’, uno per la mitra, uno per il pastorale.

A S. Gabriele, durante il parrocato di Don Paolo Pallini, il Vescovo arrivava molto meno della Cattedrale, ma c’era una data fissa dell’anno con la presenza di un Vescovo straniero, per l’amministrazione delle Cresime. Era di solito una domenica di maggio o giugno, con le meravigliose giornate atriane, dove forte è la tentazione di scendere in spiaggia o salire in montagna. Poi, in altri momenti, veniva il Vescovo diocesano, ma sotto il profilo emotivo, i chierichetti erano piu’ elettrizzati per il pastore della Chiesa del silenzio (ancora crollava il muro di Berlino o era appena crollato), dell’Africa, dell’Asia o dell’America Latina, che per il Vescovo di Teramo-Atri.

Divisa dei chierichetti, la tunica rossa con la cotta bianca, sostituita piu’ tardi, per i grandi, dal camice con lo scollo che prevedeva l’amitto e il cingolo, mentre i piu’ piccoli avevano (e hanno ancora) l’alba, analoga alla veste di Prima Comunione.

Uno dei momenti piu’ significativi del servizio liturgico a S. Gabriele, come ricorda l’amico Graziano, la benedizione delle famiglie, nel tempo pasquale, perché avviene l’incontro con i parrocchiani del rione S. Antonio e delle aree rurali. Due chierichetti accompagnano il parroco, e la parrocchia in quei giorni di primavera riscopre la sua identità.

Tra gli aneddoti del gruppo chierichetti di S. Gabriele, un episodio avvenuto in una Messa feriale. Questa volta entrava in gioco un ragazzo della parrocchia di S. Maria, il cui annuale servizio all’altare fuori sede, erano tutte le Messe nell’arco della mattinata della festa di S. Rita, nella chiesa di S. Spirito. Tra una Messa e l’altra, andava dalla zia, nelle vicinanze, per salutare gli altri parenti e rifocillarsi. Siccome gli fu negato il servizio, dato il numero completo degli inservienti, il vivace ministrante minacciò di chiudere il responsabile (non era Graziano, ma un suo vice) nell’armadio dei paramenti sacri.

Un altro ragazzo, a lui vicino, questa volta della parrocchia di S. Nicola, chiese anche lui la possibilità di servire. Il responsabile, diplomaticamente gli disse “Domenica prossima”. Il chierichetto si dimenticò subito la promessa, ma non il desiderio di servir Messa a S. Gabriele.

Inaspettatamente, qualche anno dopo, gli veniva data la possibilità di servire nella moderna parrocchia di periferia. Per giunta nella festa liturgica di S. Gabriele, quell’anno coincidente con il martedì grasso. Diversi chierichetti erano impegnati con i divertimenti carnascialeschi e si erano assentati dalla parrocchia, nonostante la festa del Santo eponimo. A S. Maria difficilmente accade una cosa simile, nella solennità dell’Assunta. Forse in tempi non tanto lontani, quando la Porta Santa ancora riprendeva cittadinanza piena ad Atri, non c’era una grande rissa di chierichetti, ma ora il 15 agosto è atteso alla pari di Pasqua, Natale e altre occasioni uniche e rare.

Difficile ricordare tutti i chierichetti nella non lunga storia della parrocchia di S. Gabriele. Sul periodico ciclostilato di Don Paolo “Comunità in cammino” e’ possibile ricostruirne la storia, con la pazienza, la perseveranza e l’impegno di Graziano, Tommaso Marinelli, Nico Pardi, Lorenzo Literio e altri che, anche attraverso il servizio all’altare, hanno cementato il senso (e la fierezza) dell’appartenenza.

SANTINO VERNA