Pubblicato Mercoledì, 25 Aprile 2018
Scritto da Santino Verna

PICCOLE STORIE ATRIANE

TRENTENNALE DI SERVIZIO LITURGICO PER IVAN SARDINI

La settimana del Buon Pastore in Atri, con la preghiera universale per le vocazioni, voluta dal Beato Paolo VI, presto Santo, proprio il Papa che elevò la Cattedrale atriana a Basilica Minore, nel 1964, ha regalato alla cittadina acquaviviana l’emozione per la celebrazione del trentennale di fedele servizio all’altare dell’amico Ivan Sardini, 38 anni, di Atri.

Era un bambino quando entrò nel nutritissimo gruppo dei chierichetti, della parrocchia di S. Maria nella Cattedrale, all’epoca sotto l’indimenticabile e sapiente guida di Don Giovanni D’Onofrio. Erano una sessantina i ragazzi che quotidianamente, ma soprattutto la domenica e i festivi di precetto, con un preciso ordine di turni, prestavano servizio all’altare. La prima divisa di Ivan fu la tarcisiana, approdata dal Belgio nell’ambito del rinnovamento liturgico. La prima comparsa in Atri fu nella chiesa di S. Francesco, quando c’erano ancora i figli del Santo Poverello, e soffiava il vento del Concilio Vaticano II.

Il servizio di Ivan, sempre pragmatico, puntuale e fedele, fu coordinato, insieme agli altri ministranti, dai responsabili Dott. Carmine Cellinese, Giuseppe Schiavone e Marco Lolli, sempre dietro le quinte a controllare, consigliare e correggere i chierichetti, e presenti in presbiterio, in camice con il cingolo rosso o del colore liturgico, nelle piu’ grandi occasioni dell’anno.

La pesante eredità del coordinamento è stata ereditata da Gian Piero Di Nardo Di Maio, coadiuvato da Mario Ferretti, dal 1996 all’organo con il coro parrocchiale e poi con la corale “G.D’Onofrio”, erede della schola-cantorum “S. Francesco”. Ivan è stato e continua ad essere un prezioso e solerte collaboratore di Gian Piero e tra i servizi liturgici piu’ entusiasmanti ricordiamo la S. Messa teletrasmessa su Rai1, domenica 20 dicembre 2009, nel primo anniversario del ripristino della Concattedrale dopo gli ultimi grandi restauri per riportare il sacro edificio ad una migliore lettura delle linee romanico-gotiche e per altri lavori.

I momenti vissuti con Ivan e il gruppo dei chierichetti sono tantissimi, tutti legati al multicolore mondo delle tradizioni atriane. Dalla processione del Cristo deposto, la sera del Venerdì Santo (nella foto) alla Porta Santa (Ivan ha vissuto tutte le fasi della maturazione dell’evento dell’indulgenza), dalla novena dell’Immacolata con il Tota Pulchra, eseguito ora soltanto l’ultima sera, vale a dire nei Secondi Vespri della prima festa mariana dell’anno liturgico, alla notte di Natale. Ma anche le esequie, con la croce in legno che apre la processione dalla Cattedrale al camposanto.

Era il 10 agosto 2000, quando in Cattedrale fu celebrata la S. Messa per i sodalizi degli abruzzesi di Roma e Padova. Presiedeva Mons. Francesco Di Felice, ed era presente Armando Traini. Essendo giorno feriale, anche se in piena novena dell’Assunta (sarebbe stato il primo anno della Porta Santa aperta dall’esterno con la presenza di Vescovo e Capitolo), Ivan era l’unico chierichetto, come al solito. L’assemblea era formata quasi solamente dai sodali, perché non era una Messa d’orario e non era stata annunciata da una messe di manifesti. Il celebrante stava per uscire dalla sacrestia, e Ivan si accorge in un batter d’occhio dei microfoni spenti. Subito li va ad accendere, nell’armadietto addossato all’ultimo pilastro sinistro, prima della cattedra. Il sottoscritto incrocia lo sguardo di Mons. Di Felice e automatico è il cenno di suonare la campana, forse l’oggetto liturgico della Cattedrale che piu’ mi attraeva. Mi precipito verso di essa e suono piu’ del previsto. Don Giovanni, dalla scrivania dell’ufficio parrocchiale, ormai minato irreversibilmente dalla glicemia (5 mesi e mezzo dopo sarebbe nato al Cielo), si accorse senz’altro che la campana non era stata suonata da Ivan, ma da qualcun altro. Ma quando lo rividi pochi giorni dopo, nessuna ramanzina. Evidentemente aveva letto in me la “crisi d’astinenza” da quella campana, e neppure Ivan mi disse con la calma e la diplomazia che gli sono propri: “Hai suonato troppo!”.

In questi ultimi anni, Ivan ha cominciato a servir Messa pure nella chiesa di S. Nicola, per via della sinergia tra le due parrocchie intramurali, voluta da Don Giuseppe Bonomo e Don Filippo Lanci. Un tempo i gruppi erano rigorosamente separati, e anche la chiesa di S. Giovanni aveva una compagine autonoma di ministranti, pur ricadendo nel piviere di S. Maria. Era anche vero che il fenomeno dello spopolamento era lontano, ma si sentiva forte il senso dell’appartenenza.

Ivan è tifoso del Milan, in bonaria rivalità con Giampiero, dell’Inter, e in questo esprimono la profonda atrianità: il tifo avviene per i club d’interesse nazionale e non per le provinciali. Quando il Pescara viene promosso in serie A, difficilmente nella sportivissima Atri, si attiva un carosello di automobili o si mettono bandiere biancazzurre alle finestre. E nemmeno la presenza del concittadino Paolo Rachini è stata sufficiente per organizzare un club di pescaresi nel paese dei calanchi. Si rinnova la rivalità tra Don Luigi Illuminati e Gabriele D’Annunzio.

Auguri Ivan per questo traguardo, certi che dal Cielo con i tuoi nonni e i tuoi cari, ti guarda la tua mamma Ottavia. Ogni bene a te, al tuo papà Sergio, alla tua sorella Angela, a tutti i tuoi parenti. E ora già pensiamo al quarantennale, e questa volta, con la Cattedrale riaperta.

SANTINO VERNA