LE INCOMPRENSIBILI SCELTE DEL PD

AD ATRI LA SINISTRA NON ESISTE PIU'!

Non si capisce perché il PD, che ultimamente ha spesso attaccato la giunta Astolfi con validi motivi, rompe con l’unica lista potenzialmente capace di mandare a casa il centro destra. Un lavoro sporco che tenta di disperdere voti e quindi favorire proprio il centro Destra. Un’altra cosa che non capisco: come mai l’Avv. Ugo Giuliani, sempre molto vicino alla sinistra, si stia prestando a questo giochetto che sicuramente non gli appartiene. Come sta accadendo a livello nazionale, anche ad Atri il PD rischia di asfaltarsi e molto probabilmente questo spiega il perché in 14 mesi due consiglieri comunali (donne) hanno cambiato casacca, passando dal PD al Centro Destra. Forse il Partito Democratico locale si sta allineando con quello nazionale, che non ha problemi ad allearsi con Berlusconi? Altra cosa ancora più grave riguarda la candidatura di Annamaria Aschieri, ex segretaria di Rifondazione Comunista locale ed esponente della CIGL, passata al PCI e candidatasi con la lista formata da Forza Italia, Fratelli D’Italia e Lega, candidatura sostenuta dal coordinatore del PCI di Atri Bruno D’Amario, che ha prima deciso  cosa fare e poi ha indetto una riunione per avvisare i tesserati, riunione a cui era stato invitato anche il sottoscritto senza capire se a titolo personale o se come Atri Rossa (per questo ho declinato l’invito). Quella del coordinatore di Atri Bruno D’Amario è l’ennesimo comportamento di un sedicente comunista, proveniente dalla borghesia locale con la gestione del partito alla stregua di movimento padronale da indirizzare verso chi ha il potere. Un comportamento che non ha nulla a che vedere con nessun partito comunista al mondo, tanto meno con il Marxismo che in passato ha sempre rivendicato. Ancora più grave l’assordante silenzio del PCI Regionale e Provinciale, che continua a far finta di nulla, mentre in passato per una situazione simile, ai tempi del PDCI, su segnalazione proprio di Bruno D’Amario furono presi dei provvedimenti contro l’ex sindaco Mario Marchese. Sono anche convinto che il coordinatore del PCI non conosca lo statuto del partito che rappresenta, o forse era distratto durante la presentazione del PCI, in cui il segretario nazionale, riferendosi proprio allo statuto escludeva  in maniera categorica qualsiasi alleanza con la sinistra riformista, figuriamoci con la destra. Se il coordinatore del PCI è responsabile dell’ennesima scelta padronale, la candidata Annamaria Aschieri non è da meno: solo per il fatto di avere accettato una candidatura del genere, ha dimostrato anche lei di non avere la percezione degli ideali del partito di cui lei è stata segretaria. Si può accettare che in un paese come Atri si sostenga dall’esterno una lista civica, ma non è accettabile sostenere nè dall’esterno nè tantomeno dall’interno una lista formata da partiti di centro destra e liberali. Da questa scelta si può percepire la fine che ha fatto Rifondazione, scomparsa completamente dalla scena politica atriana,  dopo che per anni aveva ripreso alla grande grazie a una valida classe dirigente capitanata dal Compagno Gianluigi Antonelli.  Un lavoro certosino  che aveva portato a diverse lotte, come quella sulla discarica, senza dimenticare il sostegno dato ai lavoratori della Torcitura di Atri del Gruppo Pompea, dove ero presente come lavoratore. Ad ogni incontro in Provincia l’unico partito presente a sostenere i lavoratori che stavano perdendo il lavoro era Rifondazione Comunista.

 Purtroppo oggi  quella sinistra o quella degli anni 90 non esiste più,  ridotta ai minimi storici grazie a scelte scellerate fatte da pseudo compagni pronti a schierarsi con le destre in nome della poltrona. Come Atri Rossa rilancio l’appello a quei veri compagni  di tornare a lottare  in difesa dei più deboli   come abbiamo sempre fatto, cercando di ricostruire un movimento per la Sinistra Marxista Leninista. Ci si chiede sempre  perché  la Sinistra continua a perdere consensi,, ma sono in pochi ad aver capito che  per ricostruire la sinistra in Italia bisogna ripartire proprio dai piccoli centri,  toccando con mano i veri problemi dei cittadini.

Sandro Spada