Pubblicato Venerdì, 23 Marzo 2018

LETTERA APERTA AL SENATORE LUCIANO D'ALFONSO
PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE

E' URGENTE RIPRISTINARE IL PUNTO NASCITA,
OSTETRICIA E GINECOLOGIA DI ATRI!

Egregio Signor Presidente,

nell’augurarLe  buon lavoro per il suo nuovo incarico politico di Senatore della nostra Repubblica, in rappresentanza del nostro Abruzzo, le “consiglierei”, prima di intraprendere questo suo nuovo percorso politico, di valutare due questioni, riferito a Lei, al suo ruolo, ed al suo Partito, il PD, che di certo, alle prossime elezioni Regionali potrebbero regalare questa gestione della Regione, al centro destra o al M5S (della 1° ipotesi mi preoccupo molto di più, rispetto alla 2° ipotesi  esposta).

Ma questi sono problemi politici e  degli elettori abruzzesi nel prossimo venturo.

Quello che le volevo indicare, seppure velleitariamente,  ma certamente possibile al suo ruolo  ancora oggi rivestito, che è ancora Presidente della nostra Regione, è quello di “reintervenire” nel settore sanitario, negli Ospedali abruzzesi, in particolare sui Punti Nascita soppressi, ingiustamente ed ingiustificatamente, almeno per quello di Atri.

Soppressi con propri suoi “DECRETI da Commissario ad Acta per la Sanità abruzzese”. Decreti, per la verità  che sono valsi per altri 3 nel mentre, per il 4°, quello di Sulmona, no. Come mai? Non vale, o non è valso il suo Decreto per quella ASL, per quell’ Ospedale?  Asl che non lo ha rispettato e nemmeno sarà rispettato in questi mesi, prima delle regionali prossime, con un “ovvio silenzio assenso”, per tali posizione da parte della Regione e dell’Assessorato di riferimento nonché del Direttore Generale interessato allo scopo. Ed inoltre, visto che i PUNTI NASCITA di Pescara e di Chieti, strutture che hanno accolto, quasi totalmente, statistiche alla mano, i parti che si facevano ad Atri (530  l’anno) oltre quelli  di Penne, (280 l’anno), quindi quasi 800-900 parti potenziali, che oltre a quelli di Ortona (250), spartiti, forse,  tra Sulmona e Chieti, stabilendo, comunque una forte ripercussione e disfunzione organizzativa, nonchè di  mancanza , o di aggravata “INSICUREZZA”, per le strutture accoglienti per queste  prestazioni colpevolmente indotte, cioè  a Chieti e Pescara.

Perchè, le propongo, in piena INTESA con i Direttori Generali delle ASL interessate (Chieti-Pescara ed anche Teramo), non si addiviene invece ad un ripensamento, direi anche a costo zero, pro-tempore, e RIAPRIRE il Punto Nascita di Atri, oltre che Ostetricia e Ginecologia? Peraltro, in passato, “fiore all’occhiello nel territorio dell’Area Vasta?”.

Questo atto, “sgraverebbero” Chieti e Pescara di una incombenza non dovuta, ne aumenterebbe la sicurezza per le mamme e per i bambini, e direi anche i costi di gestione sarebbero tutelati al massimo, in quanto che il personale è stato “mobilitato” nell’ambito  dei due punti nascita di Teramo e S. Omero, o stanno in soprannumero in altre realtà, giacché, i flussi dei cittadini interessati,  (mamme) non hanno seguito le volontà politiche ma altri parametri ed interessi, come si era detto e dimostrato  nel corso degli avvenimenti da parte di questo COMITATO (per lo più inascoltati dalla  cieca politica).

Questo sgraverebbero inoltre, i Reparti delle UUOOC di  Pescara e Chieti in Ostetricia e Ginecologia e Punti Nascita, di incombenze non dovute, stante la organizzazione, la ricettività, non adeguatamente  supportata da provvedimenti amministrativi (come al solito, si sopprime e non si pensa poi alle conseguenze logistiche e pratiche). Questa decisione, è possibile, visto quanto avvenuto, aumenterebbe e darebbe la famosa “sicurezza” alla madre ed al bambino, e rimetterebbe al centro strategico di un ampio territorio, di un’area VASTA, il S. Liberatore di Atri. Area Vasta che comprende  i Comuni partenti da Giulianova, Roseto, Silvi e Pineto, Montesilvano, Città S.A. ed Elice,  nonchè tutti i Comuni della Vallata Vomano e della Vallata Fino e di quella Vestina, che sicuramente farebbe , come per tanti aspetti, riferimento ancora ad Atri (come nel caso dell’UTIC). Aree, oggi privi di riferimento strategico e di sicurezza materno infantile, altro che aumento di questa  fantomatica sicurezza, come asserito, senza prove, dalla direzione dell’Assessorato in primis da Paolucci, come invece, la Legge Fazio ha sempre  convenuto, nei suoi parametri, peraltro rispettati, che  quello di Atri era uno dei Punti Nascita più sicuri d’Abruzzo. Dati statistici alla mano.

Comunque soppresso, per volontà politiche, ma non di legge, o per la sicurezza tanto sbandierata per giustificare scelte politiche errate a danno di Atri e del suo Nosocomio.

Probabilmente, questa decisione in proposta, potrebbe essere presa per DECRETO, o lasciar prendere ai rispettivi Direttori Generali, anche in riunione congiunta per le valutazioni esposte alla SV, al fine di “giustificare”  questo “ripensamento strategico”, che sarebbe “salutato”, e glielo dico con estrema sincerità, e da “già Sindaco di Atri”, come un ATTO POSITIVO e di sicurezza , oltre che apprezzato enormemente da queste realtà, in occasione delle prossime Amministrative  locali, oltre che le prossime ed imminenti  Elezioni REGIONALI.

Diversamente, sarà una debacle per il PD, proprio ed anche perché tutti cavalcheranno questo, in particolare il Centro Destra, come lei ha abbastanza verificato nella sua esperienza di Presidente di questa Regione.

E’ fantasioso l’atto proposto? In contraddizione con le decisioni prese? Niente affatto, almeno credo. Sbagliare si, ma perseverare no, mai. Almeno su questo settore ed ambito, che è la sanità in Abruzzo.

Lo ebbi allora a proporre al suo Assessore Paolucci, con una identica lettera aperta, cioè quello di non sopprimere 4 Punti Nascita, ma quelli al di sotto di un certo numero, come Penne, e prima di tagliare Atri, dopo un anno, verificare se quei parti si fossero riversati su Atri, allora era inutile sopprimere Atri, che sarebbe passato a 800-900 l’anno, più di Teramo, e quindi, non si sarebbe determinato questo sconquasso territoriale, tanto è, che se fosse rimasto chiuso anche Sulmona, mi si spieghi cosa sarebbe avvenuto a Pescara e Chieti?

Un macello, una rivolta!!  Ecco perché, inspiegabilmente, non avete preteso questa chiusura, pur contravvenendo ad un Decreto, o meglio il relativo Direttore Generale dell’ASL di Chieti, non ha permesso questo, e si è assunto, giustamente le relative responsabilità, a cui, la politica, scegliendo male, gestiva anche peggio il problema.

Ed inoltre, a sostegno di questa proposta-ripensamento, c’è la sempre valutazione  che c’è una importanza territoriale, che interessa quasi 200 mila ab., la 5° provincia d’Abruzzo (come detto con i Comuni interessati).  Cosa questa, peraltro già studiata, come progetto fatto dal Centro Destra, durante  l’anno 2009-2010, in Atri, con ”Il PIANO STRATEGICO di ATRI”, che coinvolgeva tutti i Comuni anzi esposti, e cioè: Giulianova, Roseto, Pineto, Silvi, Montesilvano, Città S.A., Elice, i Comuni della Vallata Fino e della Vallata Vomano, oltre che di quei interessati  della Vallata Vestina, Penne compresa, che  hanno sempre visto Atri ed il suo Ospedale, un punto di riferimento per il 90% delle possibili prestazioni erogate in tanti decenni, e che voi avete interrotto creando  complessi flussi  di utenti, che si curano male, o per niente, o si riversano sulle strutture private che determinano ulteriori costi alla sanità pubblica, come del resto lei sa e conosce ancor meglio del sottoscritto, oppure è proprio questo che Lei vuole? Il PD vuole?No, non credo, sarebbe un suicidio politico.

Allora è un’altra questione, e se mi permette, già questo è entrato nell’immaginario collettivo, questo giudizio è ormai una convinzione. Pertanto, Le ripeto, un ripensamento strategico, coadiuvato da una decisione dei Direttori Generali coinvolti, oggettivamente ed obbiettivamente coinvolti, sarebbe giustificato e il benvenuto per l’equilibrio sanitario nel territorio. Questo è stato auspicato, con dichiarazioni espresse, dai Sindaci dei Comuni coinvolti con questo “progetto strategico”, e che, fino ad oggi, il centro destra atriano, non ne ha sfruttato appieno il riscontro elettorale, ma che, tra due mesi potrebbe avvenire un’altra ed ennesima volta a danno di Atri, nel rinnovo del Consiglio Comunale di Atri, e poi, a catena, in Regione, a Ottobre, o l’anno prossimo.

L’Ospedale S. Liberatore, di Atri, la sua storia, il suo ruolo nel territorio, va al di la delle amministrazioni, dei partiti, è una ISTITUZIONE di questo territorio, dei Comuni dell’area Vasta, quasi 200 mila ab. (le ripeto).

Ne tenga conto e valuti questa opportunità, assieme al suo Assessore Paolucci, prima che sia troppo tardi.

Diversamente, tutto questo, come è già è avvenuto, peserà ancora sul giudizio verso la Giunta Regionale da Lei Presieduta, e valutando anche, ed a sostegno di questo un  eventuale “ripensamento”,  sul quale si sono già espressi, in passato, in un modo o nell’altro, tutti i partiti, sindacati, movimenti, Comitati, Sindaci, Comunità intere, con petizioni popolari, e su questo con anche OdG, Mozioni, Risoluzioni, approvati o meno, ma che vedevano proprio le opposizioni porre questi argomenti, quindi, oggi, non potrebbero mai contraddirsi, dire di NO, smentire loro stessi e, le loro comunità.

Non crede?  Egregio Presidente? Non so se mi sono  lasciato capire, comunque,  in attesa di riscontro, cordiali saluti e Buon Lavoro da Senatore.

Mario Marchese, (Già Sindaco di Atri), Comitato Difesa Ospedale Atri dal 2006