Pubblicato Martedì, 16 Gennaio 2018
Scritto da Santino Verna

IDA AMELII MARCONE

NELLA LUCE DEL CIELO

Ha concluso la giornata terrena, a 93 anni, la storica sacrista dell’oratorio della Trinità in Atri, Ida Amelii Marcone. Era nata nella città ducale da Donato e Laura Papagna. Il papà era di Atri, la mamma di Montesilvano e Ida era atriana a tutti gli effetti, con il suo gradevolissimo vernacolo, schietto e naturale, pieno di grinta e calore umano.

Frequentò le scuole in Atri e sposò il maestro fabbro Pierino Marcone. Terziaria francescana e componente del discretorio, è vissuta all’ombra della chiesa e del convento di S. Francesco, sotto la guida di P. Antonio Muccino e degli altri frati che nel corso degli anni si sono succeduti nella più bella chiesa di Atri dopo la Cattedrale. Maestra dell’ago e del filo, Ida era anche brava in cucina.

Con la soppressione del convento di S. Francesco, nel 1972 e la partenza dei frati tre anni dopo, Ida ha continuato il servizio nella chiesa delle clarisse, mettendosi a disposizione delle monache e, contemporaneamente, servendo le chiese di S. Spirito e S. Nicola. Ha confezionato la tunica di S. Rita, la cui annuale vestizione costituisce un momento di forte emozione per i devoti, anche con gli strascichi del sisma che ha comportato il trasferimento del simulacro in S. Nicola.

Nel 1990, prese le consegne di Emilia Sardella Orlandi, in precedenza esercente di un piccolo negozio di alimentari nel rione Capo d’Atri, ormai avanti negli anni, dell’oratorio della Trinità. La piccola chiesa, esclusa dalle guide turistiche, si vestiva a grande festa nei due appuntamenti annuali delle Quarant’Ore (venerdì, sabato e domenica dell’antica Settuagesima) e di S. Rocco. Erano gli anni in cui la festa del taumaturgo francese era assai sentita, perché la Porta Santa ancora riacquistava fama in Atri.

Fu componente del gruppo dei cenacoli mariani, e più volte la sua casa a Portico Capritti, ospitò il Rosario meditato con la Madonnina di Fatima, promosso da Suor Anna Cerqueti. Ida animava il Rosario in S. Nicola prima della celebrazione eucaristica, e ha compiuto fino alla fine questo soave servizio.

Nella sua seconda giovinezza, Ida, si è dedicata al teatro in vernacolo. Ricordiamo, nel 1995, “Chi sci ‘ccise la vecchiaie” con la solerte guida dei Verdecchia, Fausto, Mario e Gian Carlo, e la partecipazione di Maria Luisa Volpe Cellinese, piena di allegria, profondità e simpatia, amplificata dalla cadenza teatina che la rendeva commovente quando declamava Modesto Della Porta.

Ida, interpretava l’americana originaria di Atri, e aveva la spalla del cugino Armando, altro formidabile attore. Entrambi autentici atriani, sempre pieni di vita.

Ai figli e ai nipoti, Ida lascia un esempio di grande fede e profonda operosità. Se ne è andata, proprio nei giorni in cui avrebbe cominciato il giro delle case dei parenti e degli amici, per sensibilizzarli ai tre giorni con l’esposizione eucaristica nell’antica chiesa del quarto di Capo d’Atri. E la sua visita non era uno scarno e convenzionale annuncio di una delle tante tradizioni religiose di Atri, ma un ritemprante momento di amicizia, sì, proprio l’amicizia che ci rende più autentici e più profondi.

SANTINO VERNA