Ricordi d'infanzia

TRA BABBO NATALE E LA BEFANA

La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte. Così recita un antico e famoso proverbio che ci rappresenta la befana vecchia e povera ma molto buona con i bambini. Anche quest’anno la tradizione è stata rispettata: la befana è arrivata puntualmente. Negli anni 80, un certo Giulio Andreotti, ebbe una infelice idea per fare uscire l’Italia dalla crisi, tolse alcune feste infrasettimanali tra le quali la befana. Nacque così Babbo Natale la sera del 24 dicembre. Ma la tradizione è tradizione, molti cittadini si ribellarono e la festa della befana fu ripristinata con la conseguenza logica di avere due feste, unica al mondo, per fare i regali ai bimbi.

La befana della mia fanciullezza era molta diversa da quella di adesso. Spesso per regalo arrivava cenere e carbone, quelli veri non quelli finti e dolce di oggi. I nostri genitori non avevano soldi e così con la scusa che durante l’anno eri stato cattivo, quando mai, risparmiavano ma era anche da deterrente per far sì che nel nuovo anno facessi il buono e il bravo. Qualche volta arrivava mandarini e arance, che nel frattempo erano stati appesi come decorazione nell’albero al posto delle palle colorate. A 6 anni già sapevamo che la befana era fatta dai nostri genitori che compravano i regali.

I giocattoli erano quasi sempre gli stessi: la pistola o la spada per i maschi e la bambola per le donne. La mattina del 6 tutti in strada per far vedere cosa ci aveva portato la befana. Era una festa, che durava pochi giorni perché per il divertimento e i giochi i giocattoli della befana non servivano. Se per caso fosse arrivato cenere e carbone il broncio però c’era.

“Brusculn” era il soprannome, non ricordo il nome e il cognome, ed era un edicolante che vendeva anche i giocattoli. Il suo negozio si trovava a piazza Francesco Martella nel palazzo dell’avvocato Saverio Mattucci. La sera del 5 gennaio era sempre pieno di genitori che acquistavano i giocattoli. Praticamente posso dire che i giocattoli li ho acquistato io, la mamma mi  portava con se, altro che befana. Nel negozio di “Brusculn” ho comprato i primi fumetti di Akim, Capitan Miki e Black il macigno.

Quest’anno tra Babbo Natale e la Befana mi ha dato fastidio vedere bambini ricevere decine di giocattoli ed essere anche insoddisfatti. Inoltre mi ha dato fastidio mangiare tanta roba, quasi a crepare, la sera del 24, a Natale, la sera del 31 e a Capodanno. E la memoria vola al pezzetto di baccalà e carciofo fritti delle vigilie della mia fanciullezza e della successiva tombola a casa di qualcuno con l’immancabile e buonissimo “caggiuntt” e un buon bicchiere di vino per gli anziani.

Una cosa che non posso dimenticare e il Babbo Natale del bar di Giorgio “lu pulach”. Giorgio Sporys soprannominato “lu pulach”, perchè era un soldato polacco della seconda che si è sposato e rimasto ad Atri, ogni anno metteva, nella seconda vetrina ed in basso un piccolo Babbo Natale, vestito di rosso che ballava in modo strano al ritmo di una canzoncina. Ero affascinato ed ammaliato, e non so per quale motivo, da questo Babbo Natale e quando stavo lì rimanevo per diverso tempo a guardarlo.

Quest’anno la befana è stata particolarmente cara e non la scorderò per tutto il resto della mia vita. La sera del 5 mi ha portato e regalato un nipotino: Ascanio. Il Signore mi ha tolto una sorella carissima nata il 6 gennaio e mi ridà un nipotino che per poche ore non nasce il 6 gennaio. E’ stata una gioia immensa.

Nicola Dell’Arena