Pubblicato Sabato, 16 Febbraio 2013
Scritto da Donpi

 



AFFETTO E RISPETTO PER BENEDETTO XVI

 

La scelta, libera e sofferta, del papa di rinunciare al servizio petrino, conferitogli otto anni fa dal Collegio Cardinalizio, ha sorpreso tutti e ha suscitato le più diverse reazioni.

Penso che l’atteggiamento giusto sia quello del rispetto, segnato dall’affetto umano ed ecclesiale, per una decisione alta e umile che segna una svolta nella vita della Chiesa.

Il Pontefice ha confessato di non avere più le forze per governare la barca di Pietro. La sua non è una fuga, ma un grande atto di amore, una decisione lungamente mediata, presa per il bene della comunità ecclesiale.

Forse ci voleva questo suo gesto dirompente per scoprire la grandezza umana di questo Papa, un grande teologo, fine e delicato, mai salottiero e amante dei circoli di potere, ma studioso attento e fortemente innamorato di Cristo.

Ora si aprono nuovi e impensabili scenari. C’è da costruire il futuro della Chiesa in tempi di grande crisi ideologica, di relativismo dilagante, di valori calpestati e un neolaicismo che, soprattutto nella vecchia Europa, rischia di emarginare la grande tradizione cristiana.

I Cardinali che, da metà marzo, si riuniranno in Conclave, hanno il compito di una scelta difficile. Non si tratta solo di assicurare una degna successione a Joseph Ratzinger, ma di individuare il timoniere che dovrà guidare la navicella ecclesiale tra le tempeste della storia per guidarla verso nuovi orizzonti.

“Non tenere, fu detto a Pietro sulla riva del lago di Genesaret, ti farò pescatore di uomini”. Allora ci accarezza il sogno di una Chiesa che sia pescatrice di umanità, capace di far scendere le sue reti nei fondali melmosi dell’uomo stanco e deluso per portare a galla la sua umanità più vera, la bellezza che Dio ha deposto in ognuno di noi.

Per i credenti c’è la certezza che “le porte degli inferi”, cioè le forze del male, non potranno mai prevalere, ma non l’assicurazione di una navigazione tranquilla e l’assenza di debolezze e fragilità. Lui assicura la vittoria finale, non quella delle quotidiane battaglie. Un Cardinale, che non entrerà in Conclave per limiti di età, ha detto di essere felice di non essere tra gli elettori del nuovo Papa annotando, con ironia, :”Dio scrive dritto sulle righe storte degli uomini…ma non vorrei essere io a tracciare la linea storta…!”.

C’è la consapevolezza della gravità del momento. Lo Spirito Santo non fa mancare il suo aiuto, ma non riduce gli uomini a manichini teleguidati annullando la libertà e soffocando l’intelligenza degli uomini.

I 117 grandi elettori chiamati ad eleggere il Vescovo di Roma, Pastore della Chiesa universale, saranno accompagnati dalla curiosità dei media e dalla preghiera dei fedeli confortati dalla certezza, come ha ricordato Benedetto XVI, chela Chiesaè di Cristo e “il Signore sarà vittorioso”.

La speranza non può mai disertare l’animo di chi crede e la fiducia nella intelligenza degli uomini non può mancare a chi guarda, con laico interesse, le vicende ecclesiali.

L’auspicio di un Papa forte, vigoroso, ricco di umanità, sensibile e attento a dramma degli uomini, servo della Parola e annunziatore di un messaggio di gioia per l’umanità, ci accomuna tutti.

Nel frattempo un’onda di calore e di affetto avvolge la esile e tenera figura del Santo Padre. “Resterò nascosto al mondo, ha detto parlando ai preti di Roma, ma sarò con voi con la mia preghiera”.

Gratitudine, emozione e commozione sono i sentimenti che lo accompagnano in questi ultimi giorni del suo Pontificato.

La sua decisione impone a tuttala Chiesauna sosta di riflessione e la consegna al futuro non nel segno del dramma ma di un rinnovato impegno a “costruire cieli nuovi e mondi nuovi”.