Pubblicato Mercoledì, 29 Novembre 2017

L'INTERVENTO DEL COORDINATORE REGIONALE DI "FORZA ITALIA"

“Le intercettazioni sul Caso-Rigopiano dimostrano
l’inadeguatezza e le zone d’ombra nella gestione
dell’emergenzae dei livelli istituzionali e dirigenziali”

«Dopo il dolore immediato per le 29 vittime dell’Hotel Rigopiano, quello prolungato per una verità a pezzi che stenta a uscire dalle tante, troppe zone d’ombra».

 Il coordinatore regionale di Forza Italia, Nazario Pagano, interviene sulla «progressiva diffusione dei contenuti delle intercettazioni telefoniche che aggiunge ulteriori e dolorosi elementi a una ricostruzione lacunosa, dai contorni incerti e inquietanti, dove dominano la superficialità e il pressapochismo, oltre alla totale inadeguatezza degli uomini chiamati ai vertici delle istituzioni e degli organismi che dovevano gestire l’emergenza e far marciare al meglio i soccorsi. Così non è stato. Ce lo confermano le intercettazioni telefoniche che hanno riportato all’attenzione nazionale il disastro dello scorso gennaio, e che non fanno sconti davvero a nessuno».

 Pagano ricorda che proprio allora, esauriti tutti gli sforzi per salvare le vite delle persone intrappolate nell’albergo sepolto dalla valanga, aveva esortato a «una riflessione sugli aspetti e sulle manchevolezze della gestione della macchina dei soccorsi su un’emergenza che era stata preannunciata e alla quale si doveva far fronte con lucidità e funzionalità. Cose che sono invece mancate. Ma quel che più amareggia è lo sconcertante rimpallo di responsabilità tra persone e istituzioni  al quale abbiamo assistito, nel clamore mediatico e anche nel non disinteressato tentativo di distogliere l’attenzione dalle questioni principali. La gestione dell’emergenza è stata pessima, vergognoso il quadro fornito all’esterno dal sistema-Abruzzo, e tragico è il suo bilancio (…). Un terzo della regione senza energia elettrica, niente acqua e niente riscaldamento per giorni e giorni nelle zone più periferiche, strade sepolte dalla neve perché i mezzi o non c’erano, o non sono stati fatti uscire in tempo o perché inservibili, o sono stati dirottati altrove. (…) L’Abruzzo ha pagato un prezzo spropositato (…). Ma non si può solo dare colpa alla Natura e dimenticare gli errori degli uomini. Chi doveva gestire tutto questo? E perché è stato fatto così male? ».

 Parole che sono state confermate dagli atti della Procura di Pescara, che ne validano il senso. Un quadro che viene disegnato in via incidentale dalle intercettazioni telefoniche all’epoca disposte per un’altra inchiesta, e che oggi svelano aspetti preoccupanti, e in alcuni casi agghiaccianti, sul quel che si faceva e non si faceva nelle convulse ore del dramma di Rigopiano, sul dilettantismo, sulle indecisioni e sulle scelte.

 «Abbiamo assistito a una vergognosa ricorsa a sgravarsi di responsabilità lungo tutta la catena istituzionale e dirigenziale – insiste Pagano – anche per scelte di arretratezza politica e di tragico provincialismo, come il dirottamento di turbine e spazzaneve altrove piuttosto che a Farindola».

 «Questa vicenda – aggiunge il coordinatore regionale di Forza Italia – è stata costellata di orrori e di errori. Su tutto la Procura dovrà fare piena luce su ogni aspetto, individuando precise responsabilità. Il giudizio sull’accaduto non può essere in balia del facile giustizialismo su una tastiera di computer».