CHIUDONO ATTIVITA' COMMERCIALI E LA POPOLAZIONE DIMINUISCE

AMARA CONSTATAZIONE: ATRI MUORE!

Atri nel 2001 aveva 11.255 abitanti che sono diventati 11.326 nel 2008 (valore massimo negli anni osservati dal 2001 al 2016) per poi passare ai 10.720 nel dicembre 2016, con un calo di 606 abitanti in 8 anni avendo registrato, sostanzialmente, una costante diminuzione.

Per renderci conto di cosa sia successo, nello stesso periodo, in altri Comuni della Provincia di Teramo abbiamo analizzato i dati nei Comuni di Sant’Egidio alla Vibrata, Mosciano Sant’Angelo, Montorio al Vomano e Notaresco che sono riportati nella seguente tabella unitamente a quelli di Atri. I Comuni sono anche essi collinari e di varie dimensioni.

E’ del tutto evidente che Atri ha il segno negativo ed è in diminuzione di 535 unità dal 2001 al 2016 che rappresenta una percentuale del 4,75%.

Gli altri Comuni hanno tutti valori positivi con incrementi di popolazione anche oltre il 10% per Sant’Egidio e per Mosciano.

Nel grafico riepilogativo sono mostrati gli andamenti della popolazione residente per i vari comuni presi in considerazione con l’indicazione anche delle linee di tendenza che risultano essere quasi orizzontale con propensione al valore positivo per Notaresco, leggermente positiva per Montorio al Vomano, decisamente positiva per Mosciano Sant’Angelo e Sant’Egidio alla Vibrata e decisamente e drasticamente negativa per Atri.

Nei giorni scorsi i cittadini di Atri hanno ricevuto una comunicazione da parte di Poste Italiane, scritta con caratteri così minuscoli da risultare quasi illeggibile per la maggior parte delle persone senza l’aiuto di una lente di ingrandimento, con la quale si comunica che dal mese di Dicembre il recapito della posta a domicilio da parte del postino non sarà più giornaliero, ma avverrà a giorni alterni. In pratica viene dimezzato il servizio e ciò vale anche per il prelievo, dalle cassette per imbucare, della posta da spedire.

Contemporaneamente i clienti dela Banca Monte Paschi di Siena, ex Banca Toscana, hanno avuto un’altra comunicazione, a firma dell’Amministratore Delegato ( !!!!!!!!!), per informare che “ dal 20 Novembre 2017 la filiale di Atri Viale Umberto I proseguirà la propria attività presso i locali della filiale di Pineto”. In altre parole la filiale di Atri chiude.

Poco tempo fa ha chiuso l’attività la storica macelleria ubicata all’inizio di Via Cardinale Cicada nel tratto che dalla Piazza Duomo conduce alle Poste.

In questi giorni ha annunciato il trasferimento il negozio di calzature “L’Aquilone” dalla attuale posizione in Viale Umberto I , vicino alla Banca Monte Paschi che chiude, per andare, si dice, presso il nuovo centro commerciale “Universo” di Silvi.

Quattro eventi in poco tempo che rendono evidente la situazione di crisi della nostra Città.

Certamente per ciascuno di questi eventi c’è una giustificazione e una motivazione:

  • Le Poste hanno un piano nazionale di ristrutturazione e poi oramai non si spediscono più lettere cartacee, ma solo mail elettroniche;
  • Monte Paschi viene fuori da un quasi fallimento ed ha necessità di ridurre la sue rete di filiali, come d’altra parte quasi tutto il sistema bancario;
  • Per la macelleria il titolare è andato in pensione
  • Per l’Aquilone un centro commerciale in espansione offre maggiori opportunità.

Di sicuro, però, se Atri fosse una cittadina vivace, attiva, popolata, florida economicamente questi fenomeni non l’avrebbero toccata.

La consegna delle lettere da parte dei postini di Poste Italiane non sarebbe stata modificata come è stato fatto unitamente ai comuni di Castilenti, Celllino Attanasio e Montefino in Provincia di Teramo.

La Banca Monte dei Paschi di Siena non avrebbe scelto la filiale di Atri fra quelle da chiudere se avesse avuto una adeguata mole di attività.

I negozi non chiuderebbero se ci fosse gente in giro a fare acquisti, anche se sappiamo tutti che è cambiato il mondo del commercio con l’espansione dei centri commerciali e del commercio elettronico.

Comunque sia un dato è certo: la popolazione in Atri è in costante diminuzione.

Inutile ricercare le cause, se poi queste non servono a fare progetti per tentare di invertire la tendenza.

Luciano Brandimarte