Pubblicato Domenica, 22 Ottobre 2017
Scritto da Paolo Pallini

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ATRI: NOTTE VANDALICA

Incontro la signora Luciana Faiazza.  La vedo sconvolta e le chiedo il perchè. Mi racconta  della "sua" Madonnina divelta e oltraggiata. La mamma Lucia le aveva affidato il compito, prima di morire, di continuare a curare quella suggestiva "grotta", sotto S. Francesco, che la vedeva ogni mattina, con affettuosa devozione, attenta a fare pulizia e donare fiori freschi e lumini  alla tenera statua della Vergine.

C'è turbamento nel suo sguardo, c'è tanta amarezza in tutti gli atriani.

I social network hanno registrato tanti commenti, sdegno e desiderio che si faccia giustizia, che il colpevole venga identificato e punito.

Non si può tollerare che siano impunemente  offesi simboli di cultura e di fede  che affondano le radici nella storia del nostro popolo.

Il Sindaco e il Comandante della Polizia Municipale assicurano che le telecamere di sorveglianza erano attive e non sarà quindi difficile dare un volto a un teppista che sfoga la sua frustrazione contro una immagine che parla il linguaggio più bello, quello della dolcezza e dell'amore.

Viene da immaginare che la tenera Madonnina abbia sussurrato al delinquentello di turno: "Figlio cosa ti ho fatto?....Sono tua Madre e ti voglio bene...".

L'episodio ci suggerisce una riflessione sullo squallore della vita di ragazzi senza valori, stanchi e delusi, alla perenne ricerca di evasione e di trasgressioni nei fumi dell'alcool e nell'uso di sostanze stupefacenti.

A farne le spese sono le vie della città, i monumenti e i simboli della nostra storia.

Oltre la necessità di una più puntuale vigilanza è necessario tornare ad educare, ad insegnare il rispetto, a far crescere la civiltà dei rapporti, a far sentire la città, con i suoi tanti volti, come la propria casa.

Lo squallido gesto vandalico, favorito dalle tenebre, ci offre l'occasione per un collettivo esame di coscienza e per un rinnovato impegno a curare e preservare  la grande bellezza di Atri.

Paolo Pallini