Pubblicato Martedì, 29 Agosto 2017
Scritto da Nicola Dell'Arena

Riflessioni \ Opinioni

L’ITALIA E I TERREMOTI

A seguito del terremoto dell’Aquila i giudici, in modo autonomo, aprirono la causa perché e non lo avevano previsto. Tutto il mondo si mise a ridere. Solo quello dell’Aquila si poteva prevedere perché uno pseudo scienziato aveva detto che lui lo aveva previsto. Poi al processo tutto finì a tarallucci e vino. Ma intanto uno spreco di denaro c’era stato e nessun giudice ha tirato fuori un Euro. Qualche malalingua dice che è tutta colpa del governo Berlusconi che doveva essere denigrato.

Adesso ci risiamo, la magistratura di Napoli, in modo autonomo, apre il fascicolo apre il fascicolo per disastro colposo e omicidio plurimo-colposo. Il motivo: ci sono migliaia di abitazioni abusive in tutta Ischia e le case sono fatte con materiale e cemento impoverito. Sta per partire un altro colossale spreco di denaro pubblico. Non voglio essere facile profeta ma anche questa finirà a tarallucci e vino.

Il terremoto dell’Aquila era prevedibile, in questo di Ischia le case non dovevano crollare. Due teoremi assurdi della magistratura italiana.

E vediamo cosa è successo ad Ischia. Sono crollate delle case a Casamicciola e sono morte due persone. A Casamicciola, le case sono state ricostruite alla fine dell’ottocento, a seguito di un disastroso terremoto, con i materiali e la tecnologia in uso quel periodo. Una frase che non dice niente ma usata da tutti, anche dalla magistratura, “fatta a regola d’arte”. I tecnici hanno detto che ad Ischia ci sono 27.000 domande di condono, ed inoltre molti abusi non sono stati denunciati, e che quasi tutte riguardano vincoli paesaggistici e ambientali. Di tutte queste case moderne, in cemento e sottoposte al vincolo paesaggistico, nessuna è crollata.

Le domande di condono ci sono dagli anni novanta e hanno pagato anche la quota richiesta. E qui si innesta un altro grande problema italiano. Lo stato entra nella nostra vita privata, con forza e burocrazia, ci mette dei vincoli che  poi il cittadino non rispetta, o ancora peggio non vuole rispettare, e poi lo stesso stato non è in grado di rispondere. Il comune o la provincia non è capace di dire un SI o un NO, e quando dice NO non è capace di abbattere la costruzione abusiva. I cittadini lo sanno e preferiscono, o sono costretti, vivere nell’illegalità. Vedendo Ischia e le 27.000 domande di condono pare che il male colpisca il 100% degli abitanti. Ma questa malattia non colpisce solamente Ischia ma tutti i paesi dove ci sono vincoli ambientali e paesaggistici. Il vescovo di Ischia, durante l’omelia, ha voluto precisare che i crolli non sono dovuti agli abusi commessi.

L’anno scorso, a seguito del terremoto di Amatrice, ha istituito una commissione chiamato “Piano Casa” che già ha speso 720 milioni di stipendi, e non parlo di cose peggiori, il cui risultato, a distanza di un anno, è stato un annuncio in televisione che in Italia bisogna mettere in sicurezza 550.000 abitazioni che sono a rischio sismico. A parte la necessità di questa commissione, per me non serviva perché c’è già l’INGV che fornisce questi dati, a parte lo spreco di denaro pubblico, da dopo Amatrice gira su facebook una notizia irriverente per la situazione di oggi. Negli anni trenta, dopo il terremoto in Irpinia, Mussolini fece ricostruire circa 2.000 case in 3 mesi che ad oggi non sono più crollate e l’economia si rimise subito in moto. Il parallelo è con Amatrice che a distanza di un anno sono arrivate le casette di legno, la popolazione a vivere negli alberghi, le macerie non ancora rimosse e l’economia che non è ripartita. Da Ischia ci fanno sapere che una scuola appena finita di ristrutturare e mettere in sicurezza sismica è lesionata ed inagibile.

A volte mi chiedo se gli sciacalli sono quelli che frugano tra le macerie oppure sono in alti palazzi. Una cosa è certa: il mio contributo di solidarietà si è fermato ad Amatrice.

Nicola Dell'Arena