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- Pubblicato Martedì, 22 Agosto 2017
- Scritto da Santino Verna
Arte e fede
SAN LUIGI DEI FRANCESI NELLA CHIESA DI SAN NICOLA IN ATRI
Il 25 agosto, la Chiesa ricorda S. Luigi IX di Francia, altrimenti conosciuto come S. Ludovico. Il nome Luigi è servito anche per non confonderlo con S. Ludovico di Tolosa, divenuto francescano prima della consacrazione episcopale, ricordato il 19 agosto. Entrambi sono presenti nel santorale serafico, perché S. Luigi di Francia fu terziario francescano.
Secondo la prassi dell’unidualità nelle famiglie religiose (Francesco- Chiara, Benedetto- Scolastica, Agostino- Monica, Vincenzo de Paul- Luisa de Marillac etc.), S. Luigi è stato affiancato, come patrono dei terziari, a S. Elisabetta di Turingia, patrona delle terziarie. Ma in questa soluzione, è avvenuto un po’ come per S. Gioachino e S. Anna: la nonna ha prevalso sul nonno. E S. Elisabetta, non solo in Atri, è diventata protettrice dei terziari di S. Francesco, mettendo in secondo piano S. Luigi.
Uno dei motivi è la collocazione calendariale. S. Elisabetta ha la data del 17 novembre (un tempo il 19 dello stesso mese), in un mese con tanta nebbia e le giornate sempre più corte, ma proprio per questo, con meno dispersione e più possibilità di celebrazioni comunitarie in chiesa o in fraternità. L’anno catechistico è da poco cominciato e si ha la freschezza dell’inizio.
In Atri si teneva il triduo della Santa, in S. Chiara, (la statua crisoelefantina è accanto al primo altare, entrando a sinistra), organizzato dai terziari, con la Messa della festa seguita da un meraviglioso pranzo. La tela di P. Giovanni Lerario con S. Elisabetta si trova tuttora nel parlatorio grande del monastero. Il numero dei terziari superava la cinquantina e con il passare degli anni e la morte dei membri, la fraternità ha chiuso la splendida pagina all’ombra delle chiese di S. Francesco e S. Chiara.
Agosto non è un mese molto indicato per le feste. La gente è al mare o in montagna, oppure si è presa una pausa, e già sta pensando all’anno sociale alle porte. Gli studenti dei seminari o delle case formative religiose non celebrano comunitariamente le feste agostane, perché impegnati in tanti servizi. In ambito francescano le vacanze cominciano convenzionalmente con la festa di S. Bonaventura (15 luglio) e finiscono con i preparativi di S. Francesco, più o meno con l’Impressione delle SS. Stimmate (17 settembre). A Padova si fa coincidere l’estate, ovviamente, con la festa di S. Antonio. A fare le spese sono tanti appuntamenti importanti del santorale, in primis il Perdono d’Assisi, la festa di S. Chiara, quella di S. Massimiliano Kolbe (la più penalizzata) e appunto S. Luigi di Francia.
Un Santo diventato famoso non tanto per le gesta e le virtù (veramente grandi, un sovrano che ha governato cristianamente e rettamente il suo popolo, promuovendo i valori cristiani e umani nel XIII secolo), ma per le due chiese eponime a Roma e Mosca.
La chiesa di S. Luigi dei Francesi nella capitale, in pieno centro, costituisce una tappa obbligata per gli amanti della storia dell’arte che si precipitano nella cappella di S. Matteo, con l’opera del Caravaggio. Interessa più la firma di Michelangelo Merisi che le altre opere sparse all’interno. Perché se è vero che la storia dell’arte è una materia ibrida, come diceva Pietro Scarpellini, in S. Luigi dei Francesi a Roma è ancora più vero, perché si può ricostruire un po’ di storia di Francia, ormai sempre più laicizzata, complice la massoneria e tutti i giochi di potere per eliminare il cattolicesimo.
Durante i soggiorni romani, S. Luigi dei Francesi, era una sosta inevitabile per Nunziatina De Cecco, recentemente scomparsa, ultranovantenne, appartenente alla dinastia della pasta alimentare di Fara. Portava le sue figliocce e amiche faresi in questo tempio dello spirito e dell’arte, avendone ereditato il culto dalla madre, Concetta Verlengia, sorella di Francesco, pittore, allievo di Emilio Notte, direttore della biblioteca provinciale di Chieti e fondatore del trimestrale “Rivista Abruzzese”.
L’omonima chiesa a Mosca, eretta nel XVIII secolo, e certamente meno interessante di innumerevoli altre chiese sparse nel mondo, è famosa perché durante il dominio sovietico fu una dei due edifici sacri cattolici funzionanti in Unione Sovietica. L’altra era la Madonna di Lourdes, a Leningrado (od. S. Pietroburgo). Dal titolo si evince la presenza di Francia, nazionalista anche nella denominazione delle chiese. Infatti si vollero ricordare il principale santuario internazionale mariano legato alle apparizioni e il Santo Re di Francia.
La chiesa moscovita ospitò tra i tanti visitatori Giorgio La Pira, il quale si trovò nella capitale della Russia in una festa dell’Assunta. Chiese all’accompagnatore dove era la S. Messa e fu portato alle 9 del mattino nella chiesa di S. Luigi, terziario francescano come il Sindaco Santo di Firenze. E ospitò pure un gruppo di pinetesi, con aggiunta di atriani, per la S. Messa, nell’aprile 1989. Dopo sette mesi sarebbe crollato il muro di Berlino e per la Russia cominciava una nuova storia. La chiesa neoclassica, con l’altare addossato al muro, molto luminosa, aveva i paramenti sacri impregnati di naftalina, proprio come in quelle chiese dove l’Eucarestia si celebra poche volte.
In Atri, S. Luigi è presente sull’intradosso dell’arco della navata sinistra, poco prima del presbiterio, nella chiesa di S. Nicola. Il patrono dei terziari francescani, doveva essere fresco di canonizzazione, oppure l’affresco fu compiuto nell’imminenza della stessa. Anche S. Nicola era una chiesa nuova di zecca, perché riconsacrata nel 1256.
Parte del corpo di S. Luigi è custodito nel Duomo di Monreale, dove per pochi anni, alla fine della prima metà del XVIII sec. fu Arcivescovo Troiano (a volte menzionato come Traiano) Acquaviva, figlio del duca d’Atri. Prelato e diplomatico influente, ha lasciato anche dei parati alla cittadina natale, conservati nel Museo Capitolare.
Un Santo che ha molto da insegnarci, Luigi di Francia, fedele ai doveri del proprio stato, vissuto nella povertà, convinto che la politica è una forma di carità, perché a servizio della pace, della giustizia e del bene comune.
SANTINO VERNA