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RUSSIAN GATE: LE BARZELLETTE

Il presidente USA Trump è stato messo sotto accusa, per adesso mediatico, per cosiddetto Russian Gate. Per me è una superstupidaggine, che gli americani, ogni tanto amano rifilarci, priva di qualsiasi conseguenza pratica sull’elezione del presidente USA. Subito dopo le elezioni si comincia a parlare del Russian Gate come di uno scandalo enorme che ha falsato le elezioni presidenziali. Viene chiamato a testimoniare il presidente dell’FBI, nel frattempo cacciato da Trump dal suo incarico (cosa normale in America mentre diventa un dramma se fatto in Italia).

L’ex presidente dell’FBI, davanti alla commissione del Senato, dice che Trump gli abbia intimato di smettere nella ricerca sul Russian Gate ma non porta nessuna prova a sostegno del suo dire. Tutte chiacchiere di un ex cacciato da Trump ma che ai fini della verità e della giustizia non valgono nulla.

Poiall’improvviso arriva l’uragano, il New York Times si sveglia dal torpore, arriva la prova maestra del Russian Gate. Una E-mail del figlio maggiore di Trump, che tutti i giornali riportano trionfalmente come documento che incastra Trump.

Ma vediamo cosa è accaduto. Un avvocato russo, residente in America, invia una E-mail al figlio maggiore di Trump dicendo di essere in possesso di materiale compromettente su Hillary Clinton. Il figlio risponde, per E-mail, con la oramai celebre frase “I love it” (io amo esso riferito alla notizia). L’avvocato dice di parlare a nome del governo russo e che i  documenti vengono direttamente dai servizi segreti russi. Putin nega che questo avvocato sia un agente del KGB.

Apriti cielo. Scandalo a non finire. Ammissione di colpa.

Per me è molto più semplice e di più basso livello. L’avvocato tenta di vendere una patacca, così si chiama a Roma una cosa falsa venduta per buona, a Trump ma forse non ci riesce. Poi tenta con il New York Times e ci riesce. Non credo minimamente che questo avvocato possa parlare a nome del governo russo per la troppa disinvoltura e con i modi infantili con cui ha agito. Un governo serio non manda per E-mail un argomento delicato, riservato e compromettente. Un governo serio affida ai suoi ministri, visto che ci sono stati incontri tra russi e repubblicani, le carte compromettenti.

L’avvocato e il figlio di Trump si incontrano, addirittura Trump era accompagnato da 3 persone. L’avvocato smentisce l’incontro, forse ha capito che si è messo in un vicolo cieco o in un gioco più forte delle sue capacità. Nell’incontro sono stati consegnati i documenti compromettenti? Ad oggi non sappiamo nulla. Né Trump e né l’avvocato hanno detto qualcosa sull’argomento.

E qui iniziano le barzellette. La prima. Milioni di americani si sono fatti influenzare dal Russian Gate senza sapere che esistesse. La seconda. Milioni di americani si sono fatti influenzare dal Russian Gate senza sapere quali documenti compromettenti ci fossero contro la Clinton. La terza. Durante la campagna elettorale Trump ha usato documenti compromettenti contro la Clinton? Mi sembra di no. Ancora, milioni di americani si sono fatti influenzare dal Russian Gate senza che Trump abbia utilizzato informazioni provenienti dalla Russia.

Per parlare di intromissione nella campagna elettorale sono stati in pochi a ricordare che  alla Clinton arriva milioni di finanziamenti da tutto il mondo, e il New York Times non grida allo scandalo, a cominciare dai paesi arabi per finire con il governo italiano. A proposito, il prossimo governo che non sia di centro sinistra dovrà togliere questo regalo voluto da Prodi. Nessuno gridò allo scandalo quando la Merkel fece scendere i suoi giornalisti per dire tutti i giorni in TV che non bisognava votare Berlusconi.

Nicola Dell’Arena